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AVELLINO – Le Sardine per la pace anche ad Avellino. L’incontro ieri nella Chiesa del Carmine per confrontarsi con Gianmarco Pisa, operatore di Pace, don Vitaliano Della Sala, vicedirettore della Caritas e Rosanna Sirignano della rete Soma.
“Parliamo di pace e dell’impegno che ciascuno di noi può mettere ogni giorno per operare nella trasformazione dei conflitti e nel superamento delle controversie per sviluppare percorsi di educazione e di sensibilizzazione nei confronti dell’opinione pubblica su questi temi” dice Pisa. “E’ un momento difficile e delicato, le cronache ce lo confermano, nel Mediterraneo come nei Balcani e nel vicino Oriente, questi conflitti hanno delle ripercussioni anche su di noi. Appartengo alla Rete dei Corpi Civili di Pace, un’associazione che si occupa di fare RicercAzione per la Pace, vogliamo condividere spunti di riflessione e idee, costruire un ponte per creare consapevolezza. Lavorare per la Pace è possibile, esistono diversi strumenti e metodi attraverso i quali possiamo interrogarci sul presente e sulle proposte da mettere in campo. Ci piace declinare tutto questo attraverso due sole parole: non violenza e convivenza per provare a costruire dialoghi di pace tra culture e religioni in un ambiente di condivisione e di sentimenti positivi”. Pisa non entra nel merito ma parla anche di regionali: “Come associazione non siamo politicamente schierati, ciascuno di noi operatori fa politica in maniera concreta e costante attraverso le proprie attività. Quello della pace è un lavoro politico, perché riguarda la comunità. Per quello che invece concerne le ricadute elettorali ci aspettiamo che le forze democratiche e le forze di progresso che lottano contro le barriere dell’odio e lavorano per l’accoglienza e l’inclusione, possano avere un successo e contribuire al disegno di un Paese accogliente e solidale”.
Sirignano ricorda i conflitti sono numerosi su un’ampia scala, molto sanguinosi ed estremamente distruttivi. Pur avendo la possibilità di informarci, la maggior parte sembra completamente ignorare quello che accade fuori dall’Italia, ci basta avere un tetto sulla testa, il nostro lavoro e il nostro quotidiano per disinteressarci del resto”.
E sull’accoglienza: “Purtroppo la causa è una legislazione confusa e contraddittoria che non mette al centro i bisogni delle persone vulnerabili che arrivano nel nostro Paese. Così l’accoglienza viene considerata un crimine e tutta la narrazione sui migranti è legata alla sicurezza, piuttosto che alla questione umanitaria, questa si prioritaria”. “Ho portato a questo incontro la scheggia di un missile – racconta Don Vitaliano – che ho preso a Belgrado il giorno in cui è esploso uccidendo delle persone in una pizzeria. La guerra è questo, nonostante tutte le giustificazioni e le ideologie che si possano far valere, in ogni conflitto c’è la morte che di solito arriva per quelli più poveri e più deboli. Dovremmo prendere coscienza della sua inutilità. Ricordo le bandiere sui balconi, la peggiore sconfitta che il popolo sovrano ha avuto nella storia della nostra Repubblica, in quel momento tutto il Paese era contro la guerra e i politici decisero nella direzione opposta. Questa volta oltre alle bandiere servirà fare qualcosa di più incisivo, contrario alla violenza”.
E in vista delle elezioni regionali afferma: “Una vittoria di Salvini non mi piacerebbe, significherebbe riconoscere dei problemi all’interno della nostra democrazia e per questo bisogna fare informazione, contrastare la politica della rabbia con le idee e con l’impegno, con il coinvolgimento delle persone, senza inganni. Sono sicuro che la politica non si faccia nelle aule parlamentari, li ci sono le conclusioni, tutto il resto avviene nelle strade, nei quartieri, nei luoghi in cui si vive. Se le Sardine resteranno un movimento saranno uno stimolo e un pungolo per chi ci Governa, che sia a destra o a sinistra”.
A concludere Claudio Petrozzelli referente irpino delle Sardine: “La voce delle Sardine alle Regionali si sentirà come è già successo, andremo contro lo schieramento di centrodestra, produrremo un documento quando saranno comunicate le candidature, sta alla politica accettare o meno le nostre linee”.

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