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BARI – Si sono riuniti in piazza Libertà a Bari migliaia di lavoratori provenienti da Puglia, Basilicata, Calabria e Molise che hanno aderito allo sciopero generale proclamato da Cgil e Uil contro le misure inserite nella manovra finanziaria del Governo che ritengono «inadeguata».

Nel capoluogo pugliese ci sono i segretari nazionali di Cgil e Uil, Gianna Fracassi e Domenico Proietti. Fracassi spiega che i sindacati non possono accontentarsi di «un accordo sul fisco che dà pochissimo ai redditi bassi e medio-bassi e siamo stupiti dal fatto che il Governo si stupisca dello sciopero: siamo in piazza per questioni molto concrete che si chiamano fisco, contrasto alla precarietà, pensioni, crisi industriali. E aggiungo il Mezzogiorno che è scomparso dall’agenda politica».

«In piazza oggi – ha concluso – ci sono lavoratori, pensionati e tanti studenti, sono il Paese in carne e ossa, ascoltatelo». Per Proietti «l’obiettivo dello sciopero è cambiare la legge di Bilancio che non è adeguata agli interessi del Paese».

«La ripresa in atto – ha evidenziato – produce occupazione ancora una volta flessibile e instabile; poi c’è la riforma fiscale che è solo un aggiustamento delle aliquote che concentra sette miliardi nella fascia di reddito tra 40 e 50mila euro, ma l’85% dei lavoratori e dei pensionati sono sotto la soglia dei 35mila euro».

«L’altro grande tema è quello delle pensioni. Dobbiamo reintrodurre – ha concluso – una flessibilità di accesso più diffusa: nella legge di Bilancio c’è un pezzetto di allargamento dell’Ape sociale ma non ci sono le risorse per rendere esigibile questo diritto dei lavoratori».


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