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La ministra per il Sud e la Coesione territoriale Mara Carfagna

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Abbiamo fatto rotolare a valle il macigno della verità e si è sbriciolato il luogo comune del Sud che vive sulle spalle del Nord. C’è il segno di una nuova consapevolezza. Attenzione, però, a cantare vittoria. I soldi ora ci sono, sbucano da ogni angolo. Bisogna spenderli, però, questi soldi. Bisogna fare progetti buoni e bisogna saperli attuare. Questa volta davvero tocca a noi. Dimostriamo di essere capaci di fare squadra e smettiamola di inventarci nemici

Orgoglio Sud. Il segno di una nuova consapevolezza che nasce da una vittoria culturale che è entrata nella coscienza comune del Paese. È figlia dell’operazione verità sulle abnormi sperequazioni territoriali della spesa pubblica sociale e infrastrutturale lanciata in assoluta solitudine due anni fa da questo giornale.

Orgoglio Sud. Ce ne era da vendere negli interventi documentati dei Presidenti delle Regioni del Mezzogiorno (primo nei tempi di pagamento della sanità, primo nella somministrazione dei vaccini) alla due giorni di ascolto voluta da una donna tenace, la ministra Mara Carfagna, e inaugurata dal Presidente del Consiglio, Mario Draghi, alla vigilia della definizione del Recovery Plan italiano. 

Il segno di una nuova consapevolezza che ha fondamento granitico nella geografia ribaltata del piano vaccinazioni delle Regioni. La Puglia, la Campania e la piccola Basilicata fanno con dignità e efficienza un lavoro che non sono stati in grado di fare Regioni del Nord come la Lombardia e l’Emilia-Romagna arbitrariamente foraggiate molto di più dalla spesa pubblica.

Ci sono piaciute molto le ultime parole dell’intervento di Draghi. Ve le riproponiamo: “In questa sfida un ruolo cruciale è anche vostro, classi dirigenti. Ma un vero rilancio richiede la partecipazione attiva di tutti i cittadini. Vi ringrazio per il vostro contributo e vi auguro buon lavoro. Grazie.”

Queste parole colgono il punto di svolta necessario per cambiare stabilmente passo perché segna il passaggio dai tanti piccoli e grandi io in guerra tra di loro alla condivisione di una comunità che si rimette in gioco insieme.

Domenica scorsa per esprimere esattamente questo concetto, avevamo usato le seguenti parole: “Sarebbe bello che la mobilitazione della pubblica opinione portasse a dire: noi siamo qui insieme per fare questa operazione e ti mettiamo a disposizione questo capitale comune, non di questo o di quell’altro. Insomma: butta il seme perché troverai un terreno già dissodato, buttalo con fiducia perché non cadrà nella roccia.

Questa è la battaglia civile e culturale per cui è nato questo giornale e per cui intende continuare a combattere. Sprecare l’occasione del governo Draghi sarebbe imperdonabile.” Non avremmo molto da aggiungere se non che l’operazione verità sui Livelli essenziali di prestazione, come ci scrive la ministra Carfagna, è partita perché nessuno oggi può fare finta di niente. Abbiamo fatto rotolare a valle il macigno della verità e si è sbriciolato il luogo comune del Sud che vive sulle spalle del Nord.

Attenzione, però, a cantare vittoria. I soldi ci sono, sbucano da ogni angolo: Next Generation Eu, 2 piani europei settennali, Fondo di sviluppo e di coesione, Fondo di perequazione infrastrutturale. Bisogna spenderli, però, questi soldi. Bisogna fare progetti buoni e bisogna saperli attuare. Questa volta davvero tocca a noi. Dimostriamo di essere capaci di fare squadra e smettiamola di inventarci nemici. Il tempo della propaganda è finito.


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