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Vladimir Putin

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Avviene tutto in forme non convenzionali. La controffensiva israeliana su Gaza e il nodo irrisolto dell’Ucraina delineano il rischio inesplorato di una nuova guerra globale. L’accordo Tunisia-Russia dice che l’Europa non esiste e che Putin vuole spostare l’asse del potere fuori del sistema euroatlantico. Il dramma civile e geopolitico disvela uno scenario apocalittico che non conviene al mondo democratico, ma neanche alla Cina che persegue l’indebolimento dell’Occidente per sostituirlo, non le fiamme dell’incendio mondiale. Questo è lo scenario di Putin, Hamas e degli estremisti delle varie fazioni dell’apocalisse. Un gioco diabolico da stroncare

Che cosa succede dopo che la Tunisia ha fatto un accordo con la Russia? È o non è un segnale inquietante? A nostro avviso, sì. Perché questo accordo vuol dire che la Russia apre un altro fronte e vuole mettere sotto stress l’Europa. La guerra si sta allargando in forme non convenzionali. I carri armati di Putin in Ucraina hanno aperto un capitolo molto più grande della questione in sé del Donbass e della Crimea, di loro molto importante, ma lasciano aperto un vulnus alla democrazia intollerabile nel cuore dell’Europa. Perché questo capitolo (il nodo irrisolto dell’Ucraina) unito a quello lacerante del Medio Oriente, ogni giorno più incandescente, delinea sempre più un problema di ridisegno degli equilibri dell’ordine mondiale.

L’attacco israeliano a Gaza prospettato via mare, aria e terra, a caccia dei capi di Hamas, ma con una carneficina di civili che può assumere le dimensioni del crimine di guerra dell’attacco terroristico a Israele, misura la qualità e la dimensione inesplorate della nuova guerra in Medio Oriente. La partita vera che si sta giocando è quella di spostare l’asse del potere fuori del sistema euroatlantico.

Assistiamo al delinearsi di due baricentri del mondo, autocratico e democratico, che non dialogano più, si contrappongono, ma dove soprattutto dal primo versante c’è chi dà fuoco a tutta la legna che ha intorno a sé accendendo sempre nuove fiamme senza mai preoccuparsi degli incendi che possono scoppiare. Questo è il grande tema insieme civile, umanitario e geopolitico di oggi dove peraltro la posizione dell’Europa è particolarmente fragile. Basta ragionare sull’Europa, verrebbe da dire. Perché qui, su questi terreni, l’Europa non c’è. Perché non ha un esercito ed è divisa in piccole potenze che da mesi non sono in grado di svolgere un ruolo importante.

Il fatto della Tunisia è estremamente significativo perché è vero che l’Europa aiuta o promette aiuti, ma chiede il rispetto dei diritti umani e invece a Putin di questo non gliene frega niente per cui l’autocrate tunisino si fa dare i soldi dai russi, ma è anche vero che lo stesso autocrate tunisino non si pone alcun problema a rompere con l’Europa perché sa che non gli succede niente. In Medio Oriente la propaganda di Netanyahu sale di tono giorno dopo giorno, perché era contestato prima e lo è ancora di più oggi, così come cresce la dimensione della tragedia quotidiana di centinaia di vittime civili da una parte e dall’altra.

Ragionando con un minimo di realismo e a mente fredda anche la destra più reazionaria che supera la spinta autoritativa della stagione di governo di Netanyahu, colpito e ferito, dovrebbe rendersi conto che conquistare Gaza, distruggendola, e tenere poi dentro due milioni di persone che non li amano, è qualcosa di davvero complicatissimo.

Si dovrebbe poi, magari, tornare a restituire tutto il pentolone umano in ebollizione all’autorità palestinese. Ecco perché bisognerebbe piuttosto ragionare con la testa e con il cuore, non con i missili, i radar e le contraeree. Ecco perché bisognerebbe farlo subito anche se di questo, almeno per ora, non sembra essere giornata. Perché dovrebbe essere almeno chiaro che tutti sanno come ci si entra in un simile polverone, ma non si capisce per niente come se ne esce e come si costruisce dopo una pace vera. Non si sa bene in che termini è iniziato questo attacco a Israele e la condanna di Hamas è e deve essere senza se e senza ma per l’oggi e per il domani. C’è, però, un rischio reale da non sottovalutare perché bisogna capire se si allarga solo il conflitto in Medio Oriente o se diventa l’incastro della terza guerra mondiale. Addirittura globale.

Questo è un gioco pericoloso. Perché una parte non piccola degli attori in campo sta operando, consapevolmente o meno, verso questo scenario terribile. Si muove verso lo scenario drammatico in cui non c’è più niente, resta da capire se si spingerà fino in fondo o se si ferma un attimo prima cercando coperture internazionali. Bisogna sostanzialmente rendersi conto se questa parte di soggetti apparentemente impazzita considera realmente la situazione talmente disperata al punto da fregarsene e dire bisogna giocarsi il tutto per tutto.

Questo scenario apocalittico, per fortuna, non è affatto semplicissimo. Bisogna vedere quanta parte dei soggetti della regione vogliono seguire questa folle regia a partire dai Paesi arabi o se emerge la consapevolezza che proseguendo così si alimenta il rischio concreto di un’altra guerra mondiale che non conviene a nessuno. Siamo sempre lì, siamo a un passo da un rischio di crisi globale o semiglobale. Siamo a un passo di qualcosa di terribile che non conviene certo al mondo euro-atlantico, ma neppure allo stesso Iran che non ne potrebbe sopravvivere.

Neanche alla Cina conviene una roba davvero così forte perché vuole speculare sul progressivo indebolimento dell’Occidente per sostituirlo, ma non potrebbe certo farlo se dovesse attraversare le fiamme del grande incendio mondiale. Questo scenario orribile va bene solo alla Russia del Putin di oggi, a Hamas e agli estremisti delle varie fazioni dell’apocalisse mondiale. Lasciare loro campo libero rifiutandosi, come accade solo in Italia rispetto all’informazione internazionale, di omettere qualunque tipo di valutazione sull’odio montante nei confronti di Netanyahu perché ha approfittato dei suoi poteri e ha iniziato il soffocamento di Gaza, può essere oggettivamente pericoloso. Con i terroristi di Hamas che sgozzano le persone si può perseguire solo l’isolamento e la condanna esemplare, ma bisogna anche stare molto attenti a non fare il loro gioco. Seguire il gioco diabolico di Putin, Hamas e degli estremisti, senza neppure accorgersene, è davvero troppo. Oltre che pericolosissimo.


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