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La Camera dei Deputati

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C’è qualcosa di molto pericoloso che si muove sotto traccia e che appartiene al gattopardismo italiano. Ma come è possibile che Lega, Pd e Forza Italia si ritrovino uniti in Parlamento per fare approvare un emendamento dove i presidenti di Regione devono approvare gli “interventi di mitigazione del dissesto idrogeologico ed i rispettivi cronoprogrammi” che loro stessi come commissari delegati hanno proposto e che il ministero della transizione ecologica ha inserito in un Piano nazionale organico già approvato da Bruxelles?

C’è qualcosa di molto pericoloso che si muove sotto traccia e che appartiene al gattopardismo italiano. Per cui, da un lato, si sostiene petto in fuori che l’Italia si gioca tutto sulla campagna di vaccinazione e sull’attuazione nei tempi prestabiliti del Recovery Plan, dall’altro, si opera per ragioni di propaganda o di presunto potere perché la prima operazione rallenti e la seconda diventi il consueto terreno di scontro italico dove tutto si fa meno che le opere.

Fino a quando i partiti fanno rumore e litigano in diretta con le loro balle spaziali nel supertalk estate inverno della tv italiana, poco male. Abbaiano, ma non mordono. Fanno spettacolo. Fanno confusione. A Napoli, direbbero fanno ammuina. Fanno contenti i conduttori del supertalk a reti unificate dove lo spettacolo in maschera è quotidiano e dove ognuno deve recitare la sua parte con la sua maschera e guai se esce dal copione. Perché ciò che conta è lo share e sollecitare gli istinti peggiori, annebbiare la vista di chi ancora riesce a distinguere un fatto da una finzione, e così via fino a chi la spara più grossa. Sono tutte scelte obbligate se si vuole che lo spettacolo in maschera funzioni. Poco importa che in questo teatro del nulla si può smarrire la consapevolezza del momento terribile post-pandemico che vive l’Italia e che rischia di frantumarsi la coesione nazionale di cui il Paese ha oggi vitale bisogno.

Fino a oggi, ripeto, questo gioco delle parti tra i talk della propaganda e gli uomini dei partiti della propaganda non ha impedito al governo di unità nazionale guidato da Draghi di fare le riforme di struttura della pubblica amministrazione e della nuova governance del Recovery Plan per rimuovere o almeno allontanare il macigno della mala burocrazia che blocca sempre tutto.

Ora, però, stanno succedendo cose che fanno paura e indicano che la volontà di cambiare di alcuni è solo di facciata. Ma come è possibile che a vario titolo, tra proponenti e relatori, Lega, Pd e Forza Italia si ritrovino uniti in Parlamento per fare approvare un emendamento dove i presidenti di Regione devono approvare gli “interventi di mitigazione del dissesto idrogeologico ed i rispettivi cronoprogrammi” (comma7) che loro stessi come commissari delegati hanno proposto e che il ministero della Transizione ecologica ha inserito in un Piano nazionale organico già approvato da Bruxelles? Ma vi rendete conto a quali assurdi si arriva pur di avere scritto su una legge che non si muove un soldo dei fondi europei se non c’è il voto delle Regioni che hanno il potere di ammettere o meno il finanziamento?

Ci si rende conto di quanto tempo si perde e di come sia concreta la possibilità di perdere soldi per soddisfare la bulimia di potere anche solo comunicativo dei presidenti delle Regioni? Lo vogliamo dire sì o no che si tratta di un Piano nazionale che utilizza fondi europei non regionali basato su requisiti tecnici che non consentono margini di discrezionalità a nessuno e tanto meno al ministero della Transizione ecologica? Che viceversa i Capi delle Regioni e i partiti del rumore che sono nelle loro mani vogliono proprio quella discrezionalità che nessuno può avere e operano con logiche clientelari di potere incompatibili con il progetto finanziato da debito comune europeo? Lo vogliamo dire sì o no che a chiedere poteri addirittura in duplice copia come commissari e come presidenti di Regione che sono la stessa persona, sono proprio quegli stessi presidenti di Regioni e quegli stessi partiti “padroni” del Parlamento che hanno fatto dell’Italia la cenerentola d’Europa nell’utilizzo dei fondi comunitari?

È vero o no che con le stesse acrobazie vogliono sottoporre alle bizantine programmazioni regionali le procedure di aggiudicazione dei Comuni dei bandi di gara per i nuovi asili nido e che, in questo modo, le Regioni faranno di certo qualche clientela in più ma i Comuni del Mezzogiorno possono perdere l’occasione della vita per dare ai loro cittadini e alle loro famiglie quegli asili nido negati da una spesa pubblica sociale distorta negli anni dalla spesa storica che è la bandiera del federalismo della irresponsabilità all’italiana a favore dei ricchi e contro i poveri?

Avvertiamo Palazzo Chigi che questo lavorìo ai fianchi di partiti e Regioni in Parlamento non può essere affatto sottovalutato. Perché c’è il rischio concreto, se non si blocca in radice tale lavorìo, che si vincano le battaglie e si perda la guerra. Ai doppiogiochisti di Regioni e partiti va tagliata subito l’erba sotto i piedi e, per il Mezzogiorno, bisogna avere il coraggio di pensare a qualcosa di nuovo a livello centrale perché progetti e gestione dei progetti hanno bisogno di una regia nazionale che aiuti il cambiamento sui territori e li renda impermeabili a infiltrazioni e ricatti di ogni tipo. Di questo, però, avremo modo di parlare più diffusamente.


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