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Civili nei rifugi di Kiev

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L’Ucraina è una guerra che gli Usa e la Nato non hanno mai avuto intenzione di combattere. Kiev non fa parte della Nato, ha sottolineato più volte in queste settimane l’Alleanza Atlantica e Putin ha perfettamente afferrato il messaggio dando via libera all’invasione. Insomma tanta solidarietà a parole ma in pratica un nulla di fatto.

Sentire in queste ore che l’Occidente intende ancora “preservare l’integrità dell’Ucraina” sembra soltanto una battuta di pessimo gusto. Ecco perché mentre Putin perde ogni credibilità internazionale ma rafforza la sua immagine di violenta superpotenza, gli Stati Uniti e l’Europa ne escono male, sia sotto il profilo politico che militare.

La cosa appare ancora più evidente se si esamina il caso della Turchia, membro della Nato che ha espresso il suo appoggio all’integrità territoriale dell’Ucraina ma è anche legata alla Russia di Putin da cui riceve la maggior parte del gas, con cui ha in costruzione centrali  nucleari e dalla quale ha persino acquistato le batterie anti-missile russe S-400.

Se è vero che Mosca e Ankara si confrontano in Siria, Azerbaijan e Libia (dove per altro adesso si sarebbero accordate per un nuovo governo), i due autocrati sono più inclini all’accordo che allo scontro. Tanto è vero che Erdogan ha evitato di chiudere lo stretto dei Dardanelli, ovvero il Bosforo, al transito delle navi da guerra come potrebbe fare in caso di conflitto.

È su questa ambiguità del fronte occidentale che conta Putin per mettere le mani sull’Ucraina, farla a fettine e, se ritiene conveniente, insediare persino un regime filo-russo. Non facciamoci illusioni, le conseguenze saranno gravi.

Quando Putin parla di “denazificazione” dell’Ucraina sembra di tornare al 1945 quando l’Europa era un continente distrutto e selvaggio, sepolto sotto le macerie del più devastante conflitto della storia.

È a questo che punta l’attuale zar? Le misure “paralizzanti” annunciate dagli Usa investono il sistema finanziario ma se colpiranno anche il settore energetico arrivano tempi duri.

L’Italia e l’Europa importano il 40 per cento dei loro consumi di gas dalla Russia, in pratica la guerra di Putin contro l’Ucraina l’abbiamo finanziata anche noi. Quindi non ci restano altre alternative che sopportare le conseguenze di un conflitto alle porte di casa e che arriva diritto dentro le nostre case.


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