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Una manifestazione a sostegno di Carles Puigdemont

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L’ex presidente della Catalogna ed europarlamentare, Carles Puigdemont, arrestato ad Alghero, torna libero ma con l’obbligo di ripresentarsi in Sardegna il 4 ottobre per la prima udienza sull’estradizione in Spagna: è questa la decisione che arriva a fine giornata da parte della giudice della Corte d’appello di Sassari, Plinia Azzena. Il magistrato ritiene che l’arresto dell’ex presidente catalano non è illegale, ma non c’è motivo di trattenerlo in custodia.

REAZIONI E PROTESTE

Intanto a Bruxelles, da quando si è diffusa sui media la notizia dell’arresto di Puigdemont, le istituzioni Ue hanno preferito non commentare. «Posso solo dire che questa è una questione giudiziaria e rispettiamo l’indipendenza della giustizia» ha detto un portavoce della Commissione Ue ai giornalisti durante il briefing quotidiano con la stampa a Bruxelles.

Anche il Parlamento europeo, per il momento, non rilascia commenti. L’eurodeputato Massimiliano Smeriglio, dei Socialisti e Democratici dichiara: «Un atto sconcertante che lede la libertà personale. Soprattutto con la sospensione del mandato di arresto. È giusto rispettare e aspettare le valutazioni della magistratura, ma su quanto accaduto presenterò un’interrogazione urgente».

Sullo stesso piano l’eurodeputata Eleonora Evi che, in una dichiarazione con Angelo Bonelli, come portavoce di Europa Verde, dice: «Il ministro degli Esteri, Di Maio, e della Giustizia, Cartabia, devono immediate spiegazioni, è assolutamente incredibile che si sia proceduto all’arresto considerato che l’ex presidente della Catalogna è un parlamentare europeo e vive a Bruxelles dal 2017».

Intanto le proteste crescono a Barcellona, davanti al Consolato italiano, e il Consiglio della Repubblica catalana ha convocato una manifestazione per domenica prossima: lo ha annunciato l’eurodeputato  indipendentista Toni Comin.

Non è la prima volta che Puigdemont viene fermato. Nel 2018 il leader catalano è stato arrestato in Germania, senza però essere sottoposto all’estradizione. Il tribunale tedesco decise inizialmente di rimandarlo in Spagna con accuse meno gravi rispetto a quelle proposte da Madrid. Ma quel mandato d’arresto fu poi revocato. Infatti, l’arresto avvenuto nelle ultime ore in Sardegna avviene sotto un nuovo mandato europeo emesso dalla Corte suprema spagnola nel 2019, poi sospeso da un giudice belga nel 2020.

Nel frattempo, nel 2019, Puigdemont è stato eletto europarlamentare insieme ai suoi ex ministri Toni Comín e Clara Ponsatí. Lo scorso marzo, però, proprio l’Europarlamento ha deciso di revocare l’immunità dei tre separatisti catalani. Così Puigdemont si era rivolto alla Corte di giustizia europea per chiedere la sospensione della revoca della sua immunità.

IL BRACCIO DI FERRO

Ma a fine luglio il Tribunale della Ue ha respinto la sua richiesta. Così sia Puigdemont che i due ex ministri catalani sono rimasti senza immunità, quindi passibili di essere sottoposti all’estradizione. La Corte motiva la sua sentenza del 31 luglio scorso sostenendo che «non vi è motivo di ritenere che le autorità giudiziarie belghe o le autorità di un altro Stato membro possano eseguire i mandati d’arresto europei emessi nei confronti dei deputati e consegnarli alle autorità spagnole».

Nel testo, la Corte sottolineava che il 13 gennaio e il 10 febbraio 2020 il Parlamento europeo ha ricevuto delle richieste di revoca dell’immunità di Puigdemont, Comín e Ponsatí, membri eletti dell’Eurocamera. Queste richieste sono state fatte dal presidente della seconda sezione della Corte suprema spagnola.

Così il 9 marzo 2021 il Parlamento europeo ha deciso di revocare l’immunità dei tre deputati. Per questo il 19 maggio 2021 Puigdemont e Comìn e Ponsatì hanno presentato alla Corte di Giustizia europea un  ricorso per chiedere l’annullamento di queste decisioni. Il 26 maggio i deputati hanno depositato l’istanza del provvedimento cautelare in cui chiedono di sospendere l’esecuzione di dette decisioni.

LE ACCUSE DI MADRID

La Spagna accusa i tre eurodeputati ed ex leader catalani di aver preso parte al referendum della Catalogna nel 2017. A carico di Puigdemont e Comin ci sono anche le accuse di «sedizione»  e «appropriazione indebita di fondi pubblici».

Mentre Puigdemont e Comin si sono rifugiati in Belgio per non essere perseguiti dalla Spagna, Ponsatì si trova in Svezia. I tre leader catalani hanno sempre considerato la Corte suprema spagnola non competente a richiedere l’estradizione e di natura politica il procedimento giudiziario che pende sulle loro teste.

Ma Madrid scalpita e la Corte Suprema spagnola avrebbe già inviato al tribunale di Sassari la richiesta per l’estradizione dell’ex presidente catalano. Secondo quanto riferito dal suo avvocato, Puigdemont farà ricorso al Tribunale generale Ue per chiedere la sospensione della revoca dell’immunità. Ma il premier spagnolo Pedro Sanchez ribadisce: «Deve comparire davanti alla giustizia. È importante rivendicare il dialogo, unica via per rincontrarsi fra i catalani e l’insieme dei compatrioti di altre parti della Spagna».


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