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TERZA fumata nera alla Camera per l’elezione del presidente. Lorenzo Fontana è in pole position per oggi quando si terrà la quarta votazione, visto che ieri la seduta è stata sospesa e si riprende oggi alle 10,30, visto che nessuno ha raggiunto il quorum richiesto dei 2/3 dei partecipanti al voto.

Lorenzo Fontana, vicesegretario della Lega, ha così commentato: “Non so niente, so di Giorgetti alla Juventus e io al Verona.” Ma ha aggiunto: “Però la notte è lunga.”

Mentre ieri al Senato la votazione è terminata al primo turno, eleggendo Ignazio La Russa presidente con i voti del centrodestra (Forza Italia si è astenuta) e anche voti dell’opposizione. La prima seduta della XIX legislatura a Palazzo Madama, è iniziata con una standing ovation che ha celebrato Liliana Segre.

Nei 22 minuti del suo intervento la senatrice a vita in qualità di presidente provvisorio del Senato ha citato Papa Francesco e portato i saluti del Presidente Emerito Giorgio Napolitano e portato i migliori auguri a tutti senatori e senatrici, è passata a parlare della pace “urgente e necessaria”, pace che passa attraverso la libertà del popolo ucraino. Non senza emozione ha citato il valore simbolico e la coincidenza del centenario della marcia su Roma che, proprio nel mese di ottobre, diede inizio alla dittatura fascista e alle leggi razziali, “tocca proprio a me assumere momentaneamente la presidenza di questo tempio della democrazia che è il Senato della Repubblica.”

Osservando che bisogna lasciare fuori dall’aula “la politica urlata” che tanto ha contribuito a far crescere la disaffezione dal voto, interpretando invece una politica alta e nobile e ha invitato a una grande responsabilità.

E se la novità della giornata è Ignazio La Russa, divenuto presidente del Senato, alla prima votazione, passa in secondo piano la novità introdotta l’anno scorso dai grillini, ovvero la riforma costituzionale che ha tagliato il numero degli eletti da 630 a 400 a Montecitorio, da 315 a 200 a Palazzo Madama. Ci sono stati momenti di grande tensione tra Forza Italia e il suo leader Silvio Berlusconi, inciampato quando è andato a votare, e Ignazio La Russa.

L’esponente di Fratelli d’Italia si è avvicinato al cavaliere che era seduto tra gli scranni del suo partito e dopo un breve scambio l’ex premier ha battuto i pugni sul banco e l’ha mandato a quel paese, aggiungendo in tono sprezzante quanto ironico “Sinceri auguri al nuovo presidente del Senato con un segnale di apertura e collaborazione con il voto del presidente Berlusconi”.

Qualcuno ha voluto leggere nel labiale qualche parola più grave come un “vaffa…” Ma in una riunione di gruppo di FI al Senato molte voci hanno espresso disagio in questi giorni di formazione dell’esecutivo. In una nota firmata Berlusconi è scritto l’auspicio che i veti sulle persone vengano superati, dando il via ad una collaborazione leale ed efficace con le altre forze della maggioranza.

La prima conferma di un accordo, seppure forzato, è arrivata da Silvio Berlusconi, appena varcato la soglia del Senato, quando ha detto ai cronisti: “La Russa presidente? Credo di sì”. E alla domanda se avesse già incontrato Giorgia Meloni “Sì, serenamente, come sempre.” La Russa è stato eletto con 116 voti. Hanno ottenuto 2 voti Segre, 2 Calderoli, mentre le schede bianche sono state 66. Da Forza Italia solo due voti, di Casellati e Berlusconi. Mentre 16 senatori forzisti non hanno votato. E qui c’è stato il gioco dello scaricabarile per il fatto che l’esponente di Fratelli d’Italia ha ricevuto più voti dell’intero centrodestra.

Quantificandoli in 18-19 voti che si dice provengano dell’opposizione in particolare dal Terzo Polo. Enrico Letta ha condannato l’irresponsabilità di chi ha aiutato la maggioranza. Commento di Osvaldo Napoli portavoce di Carlo Calenda: “Peggior passo d’avvio non poteva avere la XIX legislatura della Repubblica. Chi ancora coltiva l’idea delle presidenze parlamentari come istituto di garanzia per tutti i gruppi rappresentati dovrà ricredersi”.

Nel discorso di La Russa un compendio di argomenti sui diritti della maggioranza e dell’opposizione. Ha salutato Papa Bergoglio definendolo un’alta guida morale ed ha mandato un pensiero deferente al Capo dello Stato Mattarella. Ha ricordato le vittime delle cosche, i ragazzi uccisi, citando uno di destra Sergio Ramelli e due di sinistra Fausto e Iaio. Un pensiero per le donne vittime di violenza.

Passando a parlare dei problemi attuali, ha sottolineato che “l’Italia non deve fermarsi: famiglie e imprese, tutti chiedono dignità e lavoro, sicurezza e benessere. Tocca a noi maggioranza e opposizione dare le giuste risposte. Anche in questa legislatura si parlerà di riforme. Non dobbiamo favoleggiare il tutto e subito, ma soprattutto non bisogna temerle”.

E sulla Costituzione “Al Senato può spettare il via alla necessità di aggiornare – non la prima parte che è intangibile – ma quella parte di Costituzione che dia più capacità di dare risposte ai cittadini”. Non ha dimenticato di mettere in primo piano il ringraziamento a tutti “anche a chi non mi ha votato pur facendo parte della maggioranza di centrodestra”.

Per il prossimo step si tratta su camere e ministeri. Dopo una giornata di forti tensioni le posizioni di FdI, Lega e Forza Italia non sono ancora allineate. Forti tensioni continuano su Licia Ronzulli.


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