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Giorgia Meloni

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Giorgia Meloni riflette sull’agenda delle prossime settimane: ritorna a parlare di salario minimo e della riforma del fisco

Interviene ai microfoni di Rtl.102.5 e parla a tutto tondo dello stato attuale dell’Esecutivo, delle tante questioni aperte, del rapporto con le opposizioni e della sconfitta di Vox. Insomma, Giorgia Meloni riflette sull’agenda delle prossime settimane. Eppure, prima di ogni cosa l’inquilina di Palazzo Chigi vuole tendere la mano alle opposizioni: «Il salario minimo è un bel titolo, funziona molto bene come slogan, ma nella sua applicazione rischia di creare dei problemi». Salvo poi sottolineare che la via da seguire è quella della contrattazione collettiva «da rafforzare».

FISCO E LEGGE DI BILANCIO

E allora come risponde a chi le dice che vuole solo rinviare il dossier? «Non stiamo rimandando alcuna posizione: hanno chiesto un confronto e per confrontarsi serve tempo, ma poi si sa: come si fa si sbaglia». Non è dato sapere se tutto questo potrà portare a un confronto sereno con Pd, Cinquestelle, Sinistra e Azione che continuano a mostrarsi scettici.

Certo è che Meloni non ci sta a passare per chi non intende dialogare con l’altra parte dell’emiciclo. Semmai risponde per le rime a chi, come la Cgil, ha già preannunciato lo sciopero per ottobre contro la legge di Bilancio: «Darà la possibilità finalmente a tutti di vedere come ci sia una opposizione che non è nel merito ma è figlia di un pregiudizio». Di sicuro l’inquilina di Palazzo Chigi guarda già avanti: «Nelle prossime due settimane approveremo la riforma generale del Fisco, attesa da decenni. Siamo intervenuti varie volte, ma mai in modo così organico. Da una parte vogliamo abbassare le tasse e dall’altra costruire un rapporto diverso tra Stato e cittadini, di fiducia reciproca tra Fisco e contribuenti».

«Saremo molto rigidi in tema di lotta all’evasione fiscale, lavorando sulla fiducia – prosegue – Siamo consapevoli di una pressione fiscale eccessiva che grava su cittadini e imprese. L’obiettivo che ci siamo dati è di alleggerirlo in modo generalizzato».

VOX E IL CASO ZAKI

Va da sé, Meloni viene presa di mira per il voto spagnolo. L’asse tra Popolari e Vox non ha i numeri per governare. E tutto questo potrebbe avere un impatto sul futuro delle alleanze in Europa. In particolare su chi, come Meloni, ipotizza una nuova alleanza a Bruxelles tra popolari e conservatori. Eppure, la diretta interessata non ci sta.

«Ho letto molte ricostruzioni – dice – Il risultato di Vox era atteso nell’attuale contesto, ma comunque il centrodestra cresce molto in Spagna, anche se nessuno riesce a esprimere una maggioranza e auguro agli spagnoli di formare quanto prima un governo perché siamo popoli amici al di là di chi governa».

Ragion per cui prende di mira il Pd: «Fa sorridere la sinistra italiana che si consola con il pareggio della sinistra di Sanchez». E ancora: «Manca un anno alle elezioni e mi pare che le ricostruzioni di oggi siano campate in aria. Il mio obiettivo è fare crescere la famiglia dei conservatori e sta accadendo. Ma le cose si decidono dopo i risultati, non prima».

Poi, certo, c’è la quotidianità da affrontare, il maltempo, le temperature fuori controllo, gli incendi in Sicilia. «Sapevamo che oggi sarebbe stata la giornata più impegnativa. Abbiamo una situazione in cui si somma a temperature molto alte il vento e questo rende impossibile l’uso dei canadair. È una situazione complessa, ma la Protezione civile è mobilitata, nessuno dei vigili del fuoco è andato in vacanza, e lo dico per ringraziare queste persone. Seguiamo minuto per minuto la situazione che è delicata».

C’è spazio anche per il caso Zaki: «Non c’è stato alcun baratto e con lo stesso spirito continueremo a cercare verità e giustizia anche per Giulio Regeni. La strategia usata in precedenza – ha aggiunto parlando delle trattative per la liberazione dello studente egiziano – era sbagliata. Il nostro approccio è stato diverso: non ci relazioniamo con un atteggiamento di superiorità o paternalistico, ma da pari a pari, pure nelle enormi differenze. Questo nuovo approccio ha portato all’apertura dell’Egitto. Le polemiche non mi interessano, si fanno su qualsiasi cosa. Sono solo felice perché il caso si è risolto».

CRESCITA E PRUDENZA

Tutto ciò avvalora la sua tesi: il governo durerà fino a fine legislatura. E, perché no, altri cinque anni: «Sì, anche se la considero un po’ una maratona e spero di avere il fisico, perché con questi ritmi… Diciamo che sono stati mesi un tantino intensi, ecco».
E a sera commenta con una nota il rialzo delle stime di crescita dell’Italia da parte del Fondo monetario internazionale: «Confermano l’efficacia della politica economica del governo e ci spronano ad andare avanti su questa strada e fare ancora meglio. L’Italia crescerà più di Germania e Francia e più della media dell’eurozona. Risultati che costituiscono la base per la prossima legge di Bilancio, alla quale stiamo già lavorando».

Una legge, assicura la premier, che coniugherà due principi: prudenza e sviluppo: «In uno scenario complesso continueremo a coltivare la linea dello sviluppo e della prudenza, dello slancio e della stabilità dei conti. L’Italia dimostra di essere resistente e dinamica. Le imprese e le famiglie hanno dato una risposta straordinaria».


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