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Dialogo difficile tra governo e opposizione sul salario minimo, si attende la formulazione di una bozza del Cnel

Il giorno dopo l’incontro (LEGGI) tra maggioranza e opposizione sul salario minimo si tirano le somme. Anche perché, al netto delle mezze aperture da una parte e dall’altra, il centrodestra e il centrosinistra sembrano distanti. Il vicepremier Matteo Salvini rimanda la palla dall’altra parte del campo: «Salario minimo? Conto su stipendi buoni e lavori buoni».

Lucio Malan, capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, prende di mira Giuseppe Conte che ha definito «Meloni in gran confusione»: «Al contrario del presidente Meloni Conte la mette sui piano ideologico. Con l’intento di farci su una campagna elettorale e guarda caso che ora annuncia la raccolta delle firme…». Fatta questa premessa Malan difende la linea dell’esecutivo sul salario minimo e si rivolge a tutte le opposizioni: «Per il bene del Paese servirebbe da parte dell’opposizione un atteggiamento costruttivo su un tema così delicato».

Appare più analitica la posizione di Fabio Rampelli, altro dirigente di peso di Fratelli d’Italia e vicepresidente della Camera: «La convocazione dell’opposizione da parte di un capo di Governo su temi di politica economica (era accaduto in passato solo per emergenza terrorismo) non può essere sottovalutata né gestita con approccio rudimentale da parte della sinistra».

E ancora Rampelli fa sapere che la strada tracciata da Meloni, ovvero di allargare il confronto al Cnel, è quella giusta: «La scelta di affidare al Cnel la formulazione di una bozza di proposta di legge quadro valorizza un organo di rilevanza costituzionale che si occupa statutariamente di questo, strappando la futura normativa alle strumentalizzazioni politiche, agli estremismi ideologici e infine, ma non per ultimo, si dà mandato a un organo terzo altamente specializzato evitando che ‘manine’ invisibili lavorino per il re di Prussia».

Tesi condivisa anche dal capogruppo di Fd’I a Montecitorio, Tommaso Foti: «Investire sul Cnel è la strada giusta». Scivola via su queste note la giornata politica di un sabato che precede il ferragosto. Forza Italia esce allo scoperto con Maurizio Gasparri: «Sul salario il governo si è aperto ad un doveroso confronto con tutti. Forza Italia propone la detassazione degli straordinari, delle tredicesime e la prosecuzione della politica del taglio del cuneo fiscale. Misure concrete per aumentare il potere d’acquisto dei lavoratori e delle famiglie».

Dall’altra parte del campo i toni non sembrano concilianti. L’impressione è che l’opposizione voglia continuare la battaglia sul salario minimo fuori e dentro il palazzo. Il Pd, ad esempio, fa sapere che raccoglierà le firme a sostegno della proposta di legge sul salario, sostenuta dalle opposizioni, nei banchetti che verranno allestiti in tutte le feste di partito. Una strategia sottoscritta da tutto il centrosinistra.

«L’incontro di ieri sul salario minimo ha dimostrato che le opposizioni sono unite e la maggioranza è divisa» osserva Emiliano Fossi del Pd. Il Nazareno non si ferma qui e con una nota firmata dai membri della commissione Lavoro mette in discussione la ministra del Lavoro Marina Calderone: «Dopo il vertice di ieri a Palazzo Chigi ci domandiamo se l’Italia ha ancora una ministra del Lavoro. Se tutto viene demandato al Cnel, istituzione prestigiosa e guidata da una personalità autorevole, di cosa continuerà a occuparsi la Calderone? Soltanto di nomine di sottogoverno? E’ chiaro che questa destituzione sul campo rischia di diventare l’alibi per sostituire la centralità del Parlamento, se non per avallare l’idea di una terza camera».

«L’incontro di ieri è stato un vero e proprio fallimento delle politiche di Giorgia Meloni: zero idee e solo tanta propaganda. Vasco Rossi direbbe che dovremmo dare un senso a questa storia, ma il problema è che un senso non ce l’ha proprio» sbotta Angelo Bonelli dei Verdi. Insomma, parole dure che non sembrano preconizzare una forma di dialogo. Allo stesso tempo, Azione di Carlo Calenda ritiene che sia stato positivo l’incontro di venerdì.

«Essersi ritrovati attorno a un tavolo per la prima volta in questa legislatura non è una cosa di poco conto, il dialogo tra governo e opposizioni sul salario minimo – fortemente auspicato in questi mesi da Carlo Calenda – è fondamentale. Credo che l’incontro di ieri a Palazzo Chigi sia quindi un primo passo importante per arrivare a una soluzione, anche grazie al coinvolgimento del CNEL» osserva Mariastella Gelmini, senatrice e portavoce di Azione. E a sera Matteo Renzi, che si è sfilato dal tavolo del confronto fra maggioranza e opposizione, la mette così: «Se davvero vogliamo trovare una soluzione si riapra il Parlamento anche ad agosto, come avevo detto io e venga la Meloni a portarci le idee del governo e noi diremo di si o di no. Ma si faccia in Parlamento».


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