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Il ministro per l'Economia Roberto Gualtieri

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UN’ALTRA operazione “salvo intesa”. La manovra di bilancio, illustrata in conferenza stampa dal premier Conte e dal ministro Gualtieri, è solo un elenco di titoli. C’è l’intestazione perché vale 39,7 miliardi di cui 24,7 in deficit e 15 in arrivo da Bruxelles. Non ci saranno nuove tasse. «Una scelta precisa – annuncia Conte – Un indirizzo politico che abbiamo perseguito fino all’ultimo nonostante la grave recessione economica e sociale». Per il resto una valigia senza contenuto da mandare a Bruxelles. Appuntamento non più rinviabile, considerato che la scadenza per la presentazione era il 15 ottobre e tutti i governi (tranne Italia e Cipro) l’hanno rispettata.

SUD SACRIFICATO

In questo tritacarne, purtroppo, è finito anche un provvedimento importante per il sud. Vale a dire il fondo perequativo da 4,6 miliardi per le infrastrutture che fa parte del più ampio disegno per autonomie differenziate. A proporlo il ministro degli Affari Regionali, Francesco Boccia adattando un piano che risale ai tempi di Giulio Tremonti. Il fondo nasce come moltiplicatore di risorse per lo sviluppo del Mezzogiorno. Era pronto per essere presentato, ma è stato poi bloccato dall’emergenza Covid. Ora le risorse sono state incluse nelle tabelle della manovra e, spiega Boccia, saranno a disposizione del Mezzogiorno, delle aree interne e delle aree di montagna non appena sarà approvata la legge sull’autonomia. 

Tra gli interventi per il Mezzogiorno, oltre alla fiscalità di vantaggio per le assunzioni, con l’esonero strutturale del 30% dei contributi previdenziali e assistenziali a carico dei datori di lavoro, c’è anche la proroga al 2021 del credito di imposta. Il decreto legge collegato ha cambiato impostazione più volte, fino alla decisione di mandare in Gazzetta solo la parte fiscale, lasciando a un secondo provvedimento l’estensione temporale della Cassa integrazione e le misure sul lavoro. Il decreto-bis arriverà presto, promette il ministro dell’Economia Gualtieri nel corso della conferenza stampa confermando che il blocco dei licenziamenti si concluderà il 31 dicembre. Poi si aprirà il confronto con i sindacati. In ogni caso, spiega il ministro, la rimodulazione delle risorse finora non spese permetterà al provvedimento di «garantire sostegno ai settori oggetto delle misure più restrittive» nella nuova lotta alla pandemia

ASPETTANDO IL RECOVERY

Senza i quindici miliardi dell’Europa la manovra non sta in piedi. Ed è anche per questo che molti interventi vengono calendarizzati per la seconda metà dell’anno. Per esempio l’assegno unico (punto caratterizzante di questa manovra) arriverà a giugno. Costerà circa 3 miliardi nel 2021 e cinque-sei a regime. L’importo dovrebbe variare fra 50 e 250 euro, in base alle condizioni economiche della famiglia. Ci saranno otto miliardi per la riforma fiscale, 4 miliardi in più per la sanità (erano due nella versione iniziale) 1,2 miliardi per la scuola, l’azzeramento dei contributi per l’assunzione degli under 35 e la fiscalità di vantaggio al sud.

La mancanza di visibilità sul Recovery fund rende il capitolo degli investimenti un foglio bianco: sia per quanto riguarda quelli privati legati al piano “Transizione 4.0”, sia quelli pubblici di cui il ministro Gualtieri ha segnato una cifra (50 miliardi) e una data (2035) troppo generici per avere una sostanza definita. Anche molti degli interventi per la ripresa dovranno aspettare i fondi Ue. A partire, a quanto sembra, dall’ampliamento del super-bonus del 110 per cento, oggi finanziato fino al 2021.

LE ALTRE MISURE

La legge di bilancio si occuperà anche di confermare per l’anno prossimo i bonus edilizi tradizionali del 50 e del 65%. La partita su plastica e zucchero, che ha concentrato su di sé il tratto finale del confronto nella maggioranza, ha in realtà un impatto limitato sui conti. Lo stop, chiesto da Italia Viva per evitare il debutto di due tasse in una fase economica difficile, metteva in discussione i 520 milioni di gettito attesi l’anno prossimo dalla Plastic e i 261 previsti per la Sugar Tax. Il rinvio al 1° luglio sposta quindi 400 milioni.

Nel rush finale è stato rinforzato il fondo ristori fino a quota 4 miliardi per le categorie (come ristoranti, bar, alberghi) che saranno colpite dal nuovo irrigidimento sulle nome sul distanziamento sociale. La Cassa integrazione totalizza 5 miliardi fra rimodulazione di fondi non spese (1,5 miliardi, per decreto) e risorse aggiuntive. Nello stesso filone molti interventi sulle imprese, a partire dall’allungamento della moratoria sui mutui e dei sostegni alla patrimonializzazione.


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