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Christine Lagarde e, sullo sfondo, Mario Draghi

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Per la prima volta in ventitré anni la Bce cambia gli obiettivi di politica monetaria rendendola più flessibile e, più attenta alle necessità dell’ambiente e della società. Ma soprattutto blinda l’utilizzo del bazooka monetario dicendo che verrà usato tutte le volte che serve. Smette così di essere, come accaduto, finora uno strumento eccezionale da usare solo in circostanze speciali come accaduto per esempio, per fronteggiare la caduta dell’economia causata dal covid.

La nuova strategia renderà meno rigido il tetto del 2% d’inflazione come parametro fondamentale per l’adeguamento dei tassi d’interesse e, soprattutto, inserirà le politiche ambientali e quelle sociali come variabile di cui tener conto nella definizione delle strategie d’intervento. Le decisioni sono state prese all’unanimità.

La reazione dell’euro sul mercato dei cambi è stata positiva con l’euro che guadagna sul dollaro a 1,18. Male invece i listini azionari condizionati dalle ultime notizie legate alle Fed che ha intenzione di rallentare gli acquisti sul mercato monetario.

L’annuncio fatto da Christine Lagarde sono il risultato di una vasta revisione strategica, la prima dal 2003, lanciata alla fine del 2019. Il covid aveva bloccato le procedure che adesso sono arrivate alla conclusione.

In particolare, l’obiettivo di un livello di inflazione “inferiore, ma vicino al 2%”, punto di riferimento da 18 anni, è sostituito da “un obiettivo d’inflazione del 2% simmetrico a medio termine”. Il Consiglio direttivo della Bce, si legge, “ritiene che la stabilità dei prezzi sia meglio mantenuta puntando a un’inflazione del 2% nel medio termine. L’impegno verso questo obiettivo è simmetrico”.

Significa che le deviazioni negative e positive da questo obiettivo ugualmente indesiderabili. In questo modo, la Bce si permette di usare misure eccezionali, come i massicci acquisti di debito sul mercato, per stimolare l’economia e in definitiva i prezzi, come ha già fatto per oltre 10 anni di fronte a un’inflazione che è scesa permanentemente sotto il 2%.

L’istituto raccomanda anche di “introdurre gradualmente i costi degli alloggi occupati dai proprietari” nel calcolo del tasso d’inflazione. La revisione è stata varata all’unanimità. Non possiamo aspettare di nuovo 18 anni per una revisione della strategia: vogliamo effettuare la prossima valutazione nel 2025″, ha spiegato Christine Lagarde affermando che le revisioni “avverranno su base regolare”.

Inoltre ha specificato che la definizione al 2% del nuovo target di inflazione “non è un tetto massimo: rimuove qualsiasi ambiguità ed è semplice e chiaro”. “Lo strumento principale restano i tassi ma riconosciamo che in certe situazioni” la Bce continuerà a utilizzare gli altri strumenti cui ha fatto ricorso, come gli acquisti di titoli (Quantitative Easing) e le operazioni di rifinanziamento a più lungo termine (Tltro) sono misure necessarie e resteranno nella ‘cassetta degli attrezzi’ “che potremo utilizzare se necessario”.

La presidente della Bce ha infine sottolineato che l’istituto non sta adottando l’obiettivo di inflazione media come la Fed: “La Bce ritiene inopportune deviazioni dal target sia al ribasso che al rialzo ed è pronta a interventi vigorosi per impedire che queste deviazioni diventino radicate e impattino le attese di medio periodo”.

Le novità, però, non si fermano a questo punto. C’è anche il clima tra le variabili di cui tener conto. “Il cambiamento climatico ha profonde implicazioni per la stabilità dei prezzi attraverso il suo impatto sulla struttura e sulle dinamiche cicliche dell’economia e del sistema finanziario”, ha evidenziato la banca centrale europea.

“Affrontare i cambiamenti climatici è una sfida globale e una priorità politica per l’Ue”. Di conseguenza, il Consiglio direttivo “si è impegnato in un ambizioso piano d’azione per il clima. Oltre all’incorporazione completa dei fattori climatici nelle sue valutazioni di politica monetaria, il direttivo adatterà la struttura del suo quadro operativo di politica monetaria in relazione alla divulgazione, alla valutazione del rischio, agli acquisti di attività del settore aziendale e al quadro delle garanzie”.


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