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Il presidente Mattarella riceve gli azzurri al Quirinale

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L’agroalimentare made in Italy spera nell’effetto azzurri. L’invito a mangiare pasta asciutta è stato lanciato al termine dell’epica partita che ha incoronato gli azzurri campioni europei.

Il calcio è una delle cifre del Bel Paese, come il turismo e l’agroalimentare. La vittoria in Gran Bretagna darà una carica al Made in Italy? Secondo un’analisi della Coldiretti il “miracolo” avvenne nel 2006 dopo la grande vittoria degli azzurri al campionato mondiale in Germania con un aumento del 4,15% del Pil con il boom dell’export e una riduzione del 10% dei disoccupati. E naturalmente un incremento dei turisti stranieri.

Uno scenario che potrebbe ripetersi. Se si avvereranno le stime degli economisti che calcolano un incremento dello 0,7% per le grandi vittorie, il prodotto interno lordo potrebbe dunque rafforzarsi di 12 miliardi rendendo ancora più positive le stime della ripresa post Covid. E forse il traino azzurri potrebbe “convincere” gli inglesi a riavvicinarsi alle eccellenze del Made in Italy messe in discussione dalla Brexit. Ma potrebbe anche ridare smalto nel mondo alle nostre eccellenze. Il mercato britannico per l’agroalimentare è fondamentale. Vale infatti oltre 3,4 miliardi e rappresenta il quarto sbocco per il cibo tricolore.

Dall’entrata in vigore della Brexit è stato un continuo calo delle esportazioni italiane. Nel mese successivo all’uscita della Gran Bretagna dal mercato Ue le vendite di cibo italiano hanno segnato un tonfo di quasi il 28%.

A pesare sulle spedizioni agroalimentari- spiega Coldiretti – ci sono le difficoltà burocratiche e amministrative con procedure e trasporti molto più costosi che sommati all’effetto pandemia con la chiusura prima e il rallentamento poi della ristorazione hanno creato un quadro molto difficile per i prodotti italiani. E nel paniere a rischio c’è molto Sud. Se infatti il vino, con il prosecco in testa, è tra i prodotti più gettonati, in prima linea ci sono anche la pasta, i derivati del pomodoro, l’olio di oliva oltre a formaggi e salumi.

Al calo di acquisti si aggiunge anche l’apertura del mercato inglese ai falsi o a cibi non conformi agli standard europei che potrebbero sbarcare nella Ue attraverso la triangolazione dalla Gran Bretagna. La strada è spianata ai falsi Usa, ma anche a prodotti taroccati realizzati in Canada e Australia che fanno parte del Commonwealth.

E’ gioco facile d’altra parte sostituire il vero made in Italy con le imitazioni e alimentare quel giro d’affari che già oggi supera 100 miliardi. E la Gran Bretagna non è nuova a queste operazioni. E’ di pochi anni fa lo scandalo del kit per produrre in casa i blasonati vini italiani. Che dire, poi, del falso tartufo bianco prodotto in laboratorio che gli inglesi stanno portando sulle tavole? Sostituisce il tartufo bianco made in Italy che cresce spontaneamente e che rappresenta una nicchia preziosa che vale più di mezzo miliardo con prezzi che nell’ultima annata hanno raggiunto quotazioni fino a 3mila euro al chilogrammo. Un’attività che coinvolge circa 100mila raccoglitori dal Piemonte al Molise fino alla Calabria.

L’esplosione di notorietà dovuta alla vittoria italiana potrebbe avere un benefico effetto sulla nostra economia che ha tutte le premesse per un rapido recupero. Entro tempi brevi si dovrebbero avvertire anche gli effetti dei primi progetti del Recovery Plan. Per il settore agroalimentare poi è in arrivo una iniezione di oltre 2 miliardi con il Decreto Sostegni bis al rush finale. Si tratta di misure che spaziano da agevolazioni fiscali e contributive a interventi in favore dei giovani e dell’imprenditoria femminile, degli agriturismi, degli allevamenti e degli agrumi, del biologico ma anche delle imprese danneggiate dal maltempo.

L’Italia, anche agricola, dunque può farcela. Con il supporto dei partner comunitari. La Ue d’altra parte ha mostrato di tifare per il nostro Paese che conta con gli azzurri anche sull’effetto Draghi.


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