X
<
>

Condividi:
5 minuti per la lettura

La Sosal (compagnia del Sud Africa, specializzata nell’estrazione mineraria, energia chimica) e la Sonatrach (compagnia dell’Algeria leader mondiale nel campo degli idrocarburi), due colossi internazionali con raffinerie ad Augusta, hanno costituito un’associazione temporanea di imprese, per la realizzazione in Sicilia della cosiddetta Hydrogen Valley, un centro nazionale di alta tecnologia per l’idrogeno.

L’idrogeno verde, prodotto con il procedimento di elettrolisi dell’acqua alimentato da energie rinnovabili, è considerato oggi un elemento essenziale nella transizione energetica che, come descritto in un recente studio redatto dal “Fuel Cells and Hydrogen Joint Undertaking” può rappresentare fino al 24% della domanda europea di energia entro il 2050.

L’idrogeno può svolgere un duplice ruolo: a lungo termine, fino al 2050, può sostenere lo sforzo di decarbonizzazione insieme ad altre tecnologie a basse emissioni di carbonio, soprattutto nei settori ad elevata intensità energetica; nel breve termine, fino al 2030, può diventare gradualmente competitivo in applicazioni selezionate come chimica, mobilità e raffinazione del petrolio, consentendo lo sviluppo di un ecosistema europeo necessario per sfruttare appieno il suo potenziale nel lungo periodo.

“Il polo petrolchimico di Siracusa può e deve giocare un ruolo chiave nella transizione energetica – afferma Rosario Pistorio amministratore delegato di Sonatach – soprattutto in quel processo di graduale e progressiva decarbonizzazione che passa non solo per l’elettrificazione ma anche per tecnologie alternative quali carburanti liquidi a basso tenore di carbonio o vettori energetici come l’idrogeno. In questo contesto, le competenze del nostro personale, che da 70 anni costituiscono un patrimonio strategico nazionale, devono essere valorizzate per costituire un volano di sviluppo”.

La Sicilia fa pertanto da apripista nel Sud alla creazione delle Valli dell’idrogeno. Ma non è la sola.

Alcuni progetti sono già avviati, altri attendono di partire. Ecco la mappa delle Hydrogen Valley italiane. Alla luce della corsa globale all’idrogeno, si fa un gran parlare in questo periodo di Hydrogen Valley: un’espressione che torna tanto nella strategia nazionale per l’idrogeno – dove vengono definite come ecosistemi che includono sia la produzione che il consumo di idrogeno e che potranno inoltre fornire aree per la diffusione della molecola entro il 2030 – quanto nel Recovery Plan. I progetti non mancano e riguardano l’intera Penisola.

In Lombardia la Hydrogen Valley è già un progetto palpabile che riguarda i trasporti ferroviari. La location scelta è la Valcamonica, nel dettaglio lungo l’asse ferroviario Brescia-Iseo-Edolo, dove da fine 2020 è partito il piano H2iseO di FNM e Trenord che fa leva sulla riconversione della linea ferroviaria non elettrificata – oggi percorsa da treni a motore diesel – a treni con trazione ibrida elettrica-Idrogeno.

Progetto ambizioso, che vede allargarsi di mese in mese l’elenco delle aziende del settore energia disposte a collaborare con FNM: A2A e Snam per la fornitura di H2 destinato ad alimentare i nuovi mezzi ecosostenibili; Enel Green Power per studiare e individuare la migliore modalità di fornitura di idrogeno verde per la mobilità ferroviaria.

Si focalizza più sulla ricerca il progetto che Enea ha presentato lo scorso anno al Ministero dello Sviluppo economico in vista della definizione del Recovery Plan. Si tratta di creare una Hydrogen Valley al Centro di ricerche di Casaccia, alle porte di Roma. L’obiettivo della cittadella idrogeno-centrica sarebbe, da un lato, dimostrare la fattibilità e la possibilità di integrare tutte le tecnologie legate alla filiera idrogeno, dalla produzione allo stoccaggio fino all’uso finale; dall’altro, puntare a garantire la necessaria sicurezza e creare le basi perché la ricerca si traduca in applicazioni industriali.

Focus sulla mobilità per il progetto avviato a Terni che vede la collaborazione dell’impianto siderurgico AST con l’azienda di trasporti Busitalia.

Il progetto punta non solo sull’utilizzo dell’idrogeno per la mobilità – per cui potranno essere utilizzate le risorse messe a disposizione dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per l’acquisto di autobus a idrogeno e per la realizzazione delle infrastrutture necessarie, come la stazione di pompaggio e di distribuzione – ma prevede che AST metta a disposizione gratuitamente il surplus di idrogeno prodotto all’interno dell’area industriale e che viene utilizzato in fase di produzione, oltre all’area per la realizzazione della stazione.

Alla luce della sua posizione strategica nel Mediterraneo e dei collegamenti già esistenti con il Nord Africa, la Sicilia, si candida a diventare un perfetto hub dell’idrogeno.

Sul piano progettuale, la giunta regionale ha varato un documento strategico con il quale viene delineato il percorso per rendere l’Isola un punto di riferimento internazionale delle ricerche sull’idrogeno.

Il governo Musumeci candida la Sicilia ad ospitare la sede del Centro nazionale di alta tecnologia per l’idrogeno. La Giunta regionale, su proposta dell’assessore all’Energia Alberto Pierobon, ha varato infatti il documento strategico con il quale viene delineato il percorso, nell’ambito del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza, per rendere l’Isola un punto di riferimento internazionale delle ricerche sull’idrogeno.

Il Recovery plan prevede di innalzare il potenziale della crescita e incoraggiare l’innovazione investendo metà delle risorse al Sud. “Stiamo ragionando con una visione strategica e di lungo periodo – spiega l’assessore Pierobon – l’idrogeno funge da elemento di congiunzione tra il settore del gas e l’energia elettrica e consente una trasformazione ‘verde’ dell’industria, senza modificare la logistica e la filiera. Ho già sentito tutti i colossi energetici, da Enea a Terna, Eni, Snam Enel, Gse e Cnr, acquisendo un corale appoggio all’iniziativa della Regione Siciliana”.

Il ruolo della Regione, secondo il Pears (Piano energetico ambientale della Regione Siciliana), sarà quello di fornire il necessario supporto per realizzare gli impianti di elettrolisi, alimentati da fonti rinnovabili per produrre idrogeno, puntando sulle caratteristiche del territorio come la presenza di aree soleggiate o ventose; il supporto all’acquisto e allo sviluppo di veicoli ad idrogeno; la promozione delle attività di ricerca e sviluppo nel settore della mobilità sostenibile basata sull’idrogeno con il coinvolgimento dei centri di competenza regionale.


La qualità dell'informazione è un bene assoluto, che richiede impegno, dedizione, sacrificio. Il Quotidiano del Sud è il prodotto di questo tipo di lavoro corale che ci assorbe ogni giorno con il massimo di passione e di competenza possibili.
Abbiamo un bene prezioso che difendiamo ogni giorno e che ogni giorno voi potete verificare. Questo bene prezioso si chiama libertà. Abbiamo una bandiera che non intendiamo ammainare. Questa bandiera è quella di un Mezzogiorno mai supino che reclama i diritti calpestati ma conosce e adempie ai suoi doveri.  
Contiamo su di voi per preservare questa voce libera che vuole essere la bandiera del Mezzogiorno. Che è la bandiera dell’Italia riunita.
ABBONATI AL QUOTIDIANO DEL SUD CLICCANDO QUI.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE