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Carla Ruocco

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LA caccia ai furbetti del risparmio tradito. Con questa strategia la Commissione Banche ha avviato una nuova serie di audizioni concentrandosi in particolare su quanto accaduto alla Banca Popolare di Bari. Con il presidente Carla Ruocco parliamo dei risultati ottenuti e degli obiettivi.

La commissione è impegnata a indagare sui furbetti che hanno depredato la Banca Popolare Bari. Come pensate di muovervi?

«Bisogna fare chiarezza sui furbetti che hanno depredato la Banca Popolare di Bari. Il problema che ha sollevato il “Quotidiano del Sud” è assolutamente fondato e ci muoveremo in questo senso. La Commissione farà i passi necessari perché tutto emerga alla luce del sole. Saremo i tutori della legalità e della trasparenza».

In concreto che cosa farete per far emergere i nomi?

«Come Commissione posso affermare che sin dall’avvio della gestione commissariale abbiamo acceso un faro sull’operatività della banca Popolare di Bari per esaminare i profili di criticità emersi nel corso degli ultimi anni nonché per monitorare, soprattutto a seguito dell’intervento del Medio Credito Centrale, il rilancio della stessa banca. Sono stati, infatti, auditi sia i commissari straordinari sia, da ultimo, il Presidente De Gennaro. È interesse della Commissione evitare il ripetersi di fenomeni di risparmio tradito, e su tale aspetto, abbiamo avuto significative rassicurazioni, in sede di audizione del Presidente, sul fatto che la banca stia offrendo alla Magistratura inquirente la più ampia disponibilità e collaborazione per rendere il più agevole possibile i procedimenti penali nonché le indagini preliminari. Ritengo che la magistratura debba svolgere il proprio ruolo in assoluta indipendenza e assicurare il rispetto della legalità, avendo particolare attenzione ai risparmiatori».

La banca è ancora squilibrata sul piano patrimoniale. Avete annunciato che sentirete MCC e MEF. Che cosa vi aspettate?

«Come le accennavo, la Commissione nei giorni scorsi ha ascoltato il Presidente della Banca Popolare di Bari. Nel corso dell’audizione, nonostante si sia registrato un miglioramento della gestione, è emerso che il cost/income della banca è pari al 155,5%; dato su cui la Commissione ha espresso timori e preoccupazioni. È altresì emerso che il Piano Industriale, aggiornato nel febbraio 2021, è esclusivamente focalizzato su una crescita per linee interne, non prevedendo alcuna ipotesi di acquisizione e/o di integrazione societaria con altri istituti di credito. È ovvio che le ipotesi di aggregazione per linee esterne sono prerogativa della Capogruppo Mediocredito Centrale e di conseguenza del Mef. Proprio sui processi di crescita, e più in generale sulle strategie di business, proporrò all’Ufficio di Presidenza di audire nelle prossime settimane la capogruppo Mediocredito Centrale e il Mef al fine di ottenere maggiori informazioni».

Il progetto della grande banca del Sud è ancora all’ordine del giorno?

«Rammento a me stessa che lo Stato ha varie partecipazioni nel settore bancario: Banca Popolare di Bari, Banca Monte dei Paschi e Mcc. Ritengo che tali partecipazioni debbano essere gestite con una visione di sistema e non come asset separati l’uno dall’altro. Con specifico riferimento alla banca del Sud, per la quale auspico da tempo la fattiva realizzazione, penso che dall’unione della Popolare di Bari – controllata da MCC – e del ramo di azienda di MPS dedicato all’offerta di servizi finanziari avanzati per le società corporate assieme alla rete degli circa 300 sportelli presenti nel SUD si possano generare sinergie e creazione di valore per lo Stato. Il tutto attraverso una diluizione nel corso del tempo della partecipazione pubblica a favore dell’ingresso di capitale privato».

Per MPS avete chiesto un anno per la ristrutturazione. Pensate che basterà visto che dopo 4 anni ancora non è stato fatto nulla per sistemare i conti?

«A corollario della citata proposta per la Banca per il Sud credo che la parte centrale di MPS possa essere usata per contribuire alla creazione del cd terzo polo bancario, un polo in cui però la presenza pubblica deve, nel corso del tempo, andare ceduta o comunque ridotta ad un ruolo di investitore istituzionale di minoranza. Sulle interlocuzioni tra il Mef e Bruxelles sono convinta che la proroga del termine, quanto meno di un anno, sia un punto fondamentale per evitare la svendita della banca. Occorre però spiegare alla Commissione che la presenza del capitale pubblico nelle banche è funzionale alla messa a terra del Piano Nazionale di Riforma e Resilienza. Credo che l’Europa non avrà difficoltà ad assecondare tale richiesta, soprattutto se la si presenterà in un certo modo».

La legislatura ha superato la boa di metà mandato. Che progetti avete per la seconda metà?

«Come Commissione banche, nel mese di luglio 2020, abbiamo approvato il programma di attività. La Commissione sta seguendo con particolare attenzione diverse vicende, tra cui la stessa Popolare di Bari e Mps ma ritengo che alcuni dossier nelle prossime settimane avranno maggiore attenzione. Mi riferisco in particolare al dossier derivati di Stato, alle strategie del Mef circa la migliore valorizzazione delle partecipate bancarie nonché alla gestione degli NPL/UTP post Covid nonché al tema del Fir. Ricordo e ne sono estremamente orgogliosa che a giorni sarà rilasciato in esercizio il nuovo sistema di segnalazioni, istituito in collaborazione con la Guardia di Finanza, per le casistiche inerenti moratorie, finanziamenti e NPL/UTP che aiuterà la Commissione stessa ad intercettare fenomeni di disservizi bancari e ad analizzare il reale stato e grado di attuazione delle norme in materia bancaria».

Siete sempre dell’idea che Mps vada privatizzato?

«La vicenda MPS, come la vicenda Popolare di Bari riguarda asset strategici che richiedono una regia unitaria e nazionale e non interventi sporadici e di breve termine. Proprio per questo da tempo auspico che tali partecipazioni si caratterizzino per una diluizione nel corso del tempo della presenza pubblica, o comunque ridotta ad un ruolo di investitore istituzionale di minoranza, in favore dell’ingresso di capitale privato. Sono convinta che lo Stato ha i mezzi e le capacità per poter raggiungere tali obiettivi, a beneficio di tutti i contribuenti, i dipendenti e, più in generale, per il sistema bancario nazionale e per l’economia italiana».


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