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AL 2020, anno da scongiuri, bisestile e portatore di sfiga 2.0, dobbiamo riconoscere un merito: ci ha fatto scoprire (e non ammirare) un nuovo prototipo di superuomo: il guascone. Un esemplare di solito ricoperto di consensi elettorali, conto in banca positivo a tutti i tamponi, sfrontato, sicuro, strafottente, collezionista di cuori femminili. Ma, soprattutto, nemico giurato e diffidente del malefico invisibile.

Una lunga galleria di personaggi finti, nata dopo un rapporto protetto tra il guru della propaganda e gli strateghi della tastiera. Dal primo giorno dell’era Covid-19 hanno deciso che il male infame, costato finora la vita a 800 mila persone, fosse un nemico da deridere e snobbare. Un modo per distinguersi dalla massa degli uomini e delle donne prigioniera di mascherine, guanti e gel igienizzante. Tutta roba per perdenti, per poveracci con accanto «donne cesse». Loro no, con la loro presunzione, hanno scambiato il successo, la ricchezza, per uno scudo protettivo, che li rende immuni e infrangibili.

E mentre l’umanità, almeno chi poteva farlo, correva a proteggersi, i guasconi hanno sfoderato la spada della derisione, con l’esibizione patetica dell’invincibilità. Loro, esseri superiori, con soldi, gnocche ed entrature nei salotti del potere effimero dei mortali, non potevano e non dovevano aver paura di uno schifoso che non si vede nemmeno. L’hanno sfidato e provocato con la stessa boria con la quale affrontano chi è diverso, con il disprezzo per gli ultimi, per chi scappa da una guerra e dalla fame su un barcone, per chi non arriva, da fallito, a fine mese.

È andata come sappiamo. Perché non solo la morte è una Livella. Anche la vita lo è.

«Il mare è amaro e il marinaio muore in mare» dice padron ‘Ntoni nei Malavoglia di Verga, per spiegare l’ineluttabile metafora del destino.

Il Covid 19, come la furia di una tempesta marina, non ha fatto distinzioni: bianchi e neri, uomini e donne, nord e sud, ricchi e poveri. Trattamento unico per tutti, per ricordare che le diversità sono invenzioni effimere, frutto dei sogni e delle illusioni degli uomini poveri di pensieri. Come lo spazzino e il nobile della Livella di Totò. Tutti uguali, una sola variopinta razza, un solo modello genetico. Tutti uguali, davanti alla vita e alla morte. Le differenze di lingua, religione, sesso, tradizioni, sono nate per mettere, in questa breve passeggiata sul pianeta, un pizzico di emozione e di imprevedibilità, create per attrarre e non per allontanare, giusto per combattere la noia e poter sorridere dei guasconi.

E per ricordarci che dobbiamo essere seri, anche se apparteniamo alla vita.


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