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Donne in Afghanistan

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Mi scrive Pietro Lateano, che è stato Direttore Generale della Cultura a Sutri, fine archeologo e bravo architetto di giardini, segnalandomi un’artista, Shamsia Hassani, di cui invia alcune immagini, aggiungendo: «Se le facciamo girare sarà come dare voce a lei e a tutte le donne afghane che stanno vivendo l’inferno!»
Gli rispondo che, se perché in Italia o attraverso un plico in un corridoio umanitario, potremo presentarlo in una mostra al Mart, il Museo di Rovereto che io presiedo. Se ne compiace e mi scrive: «Mi attivo per un contatto diretto. Poi ti passo quello che trovo e ci pensi tu… tramite un contatto in ambasciata ho saputo che è in Afghanistan. Le ultime notizie sono di 3 giorni fa. Ora nulla. Continuo la ricerca». Dai dati, che reperisco sul sito ufficiale di Shamsia, leggo che le sue opere sono state esposte negli Stati Uniti (e questo è un indice pericoloso ), in Afghanistan, in India, in Germania, in Danimarca, in Svizzera, in Turchia e anche in Italia.
Nelle sue opere c’è l’aspirazione alla libertà di donne umiliate e costrette, il cui riscatto aspira a manifestarsi pubblicamente sui muri come nelle denunce dei Writers .
Nel guardare le immagini vedo affinità con Banksy, e anche una citazione di Cattelan ( la banana esposta a Miami). Shamsia ha tentato di connettere l’Afghanistan al mondo. Oggi dobbiamo sperare che la sua missione possa continuare, anche se sono inquietanti le parole che ci arrivano da un’altra ragazza afghana, la regista Sahra Karimi, che ha lasciato il paese dopo l’arrivo dei talebani a Kabul, riprendendo con il cellulare quello che stava accadendo per le vie della città durante la sua fuga.
«A tutte le comunità del mondo.
Vi scrivo con il cuore spezzato e la speranza che possiate unirvi a me nel proteggere la mia buona gente. Nelle ultime settimane i talebani hanno preso il controllo di molte province. Hanno massacrato il nostro popolo, hanno rapito molti bambini, hanno venduto bambine minorenni come spose per i loro uomini, hanno assassinato donne per il loro abbigliamento, hanno torturato e ucciso uno dei nostri amati comici, hanno eliminato uno dei nostri poeti storici, hanno assassinato il capo della cultura e dei media del governo, hanno fatto scomparire persone affiliate al governo, hanno appeso pubblicamente alcuni dei nostri uomini, hanno sfollato centinaia di migliaia di famiglie…
I media, i governi e le organizzazioni umanitarie mondiali tacciono come se questo “accordo di pace” con i talebani fosse legittimo. Non è mai stato legittimo… Se i talebani hanno preso il sopravvento, vieteranno anche ogni arte… Spoglieranno dei diritti le donne, saremo spinti nell’ombra delle nostre case, le nostre voci saranno soffocate…
Non capisco questo mondo. Non capisco questo silenzio. Io resterò a combattere per il mio paese, ma da sola non ce la faccio. Ho bisogno di alleati. Per favore, aiutateci a far sì che il mondo si preoccupi di quello che ci sta succedendo…
Siate le nostre voci fuori dall’Afghanistan.
Non avremo accesso a internet e a nessuno strumento di comunicazione… Per favore, per quanto potete, condividete queste parole con i vostri media e scrivete di noi sui vostri social. Il mondo non dovrebbe voltarci le spalle…aiutateci
Grazie . Apprezzo il vostro cuore puro e vero.

Sahraa Karimi

Facciamo arrivare ovunque il suo messaggio, è una delle cose giuste che possiamo fare. Io lo faccio ora.


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