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Giorgia Meloni e Roberto Occhiuto alla firma dell'accordo di coesione

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La premier Meloni alla firma dell’accordo di coesione con la Calabria: «I divari si colmano con le infrastrutture non con il reddito di cittadinanza». Il Ponte sullo Stretto? «Impossibile lo dice chi non ha coraggio». Il governatore Occhiuto: «La ‘ndrangheta fa schifo, ma non diventi l’alibi per non sviluppare il Sud»


La firma del patto Governo -Regione Calabria sul Fondo Sviluppo e Coesione è stata siglata ieri dalla premier Giorgia Meloni e dal presidente della Giunta Regione Roberto Occhiuto alla presenza del ministro per gli Affari Europei, Coesione, Pnrr e Sud, Raffaele Fitto tra le montagne di container del Porto di Gioia Tauro. Una scelta il luogo della firma non fatta a caso ma arrivata nel luogo più simbolico della Calabria. Il primo porto di transhipment italiano, il 7° d’Europa con i volumi movimentati nel 2023, ha fatto da cornice ad un atto economico e di programmazione che potrebbe far fare il salto di qualità alla regione.

«Una Calabria che non si limita a rivendicare attenzione, ma siamo una regione che ha più risorse che problemi. Per tali ragioni ho chiesto che qui, a Gioia Tauro si firmasse il Patto, dinanzi ai sindaci della Calabria, perché è vero che qui la ‘ndrangheta, che fa schifo, ha creato tanti problemi, ma non deve rappresentare l’alibi per non fare niente», ha detto il presidente Occhiuto.
Davanti a centinaia di sindaci, deputati e senatori, consiglieri regionali di tutti gli schieramenti, Occhiuto ha descritto la regione come un luogo dove esiste «la speranza del cambiamento» ed ha pregato il Governo di «candidare la Calabria, che è al centro del Mediterraneo, come un grande hub dello Stato per i progetti del “Piano Mattei” per l’Africa».

OCCHIUTO A MELONI

«Ti chiedo la giusta attenzione alle potenzialità di questa terra – ha aggiunto Occhiuto rivolgendosi alla premier – perché qui esistono potenzialità enormi ed inespresse». Occhiuto ha parlato delle università calabresi come luoghi di eccellenza anche dello studio dell’intelligenza artificiale, tanto che i migliori cervelli di Harvard vengo a lavorare in Calabria. Io da italiano voglio l’autosufficienza energetica del mio Paese e la realizzazione del rigassificatore, e nel retroporto una grande piattaforma del freddo per i servizi agro-alimentari di tutte le regioni del Mezzogiorno, sono opportunità di investimento anche per i grandi gruppi industriali del nord del settore».

Sulla sicurezza ha poi detto: «Siamo contenti per l’attenzione dello Stato sui temi della sicurezza e stiamo pagando un danno che la ndrangheta ha prodotto in passato. Ma la Regione, in tal senso, sta facendo la propria parte mettendo a disposizione le banche dati relative ai fornitori di beni e servizi alle forze dell’ordine. Non ho pregiudizi sulle riforme e sull’autonomia differenziata a condizione che i calabresi abbiano gli stessi diritti civili e sociali come nel resto d’Italia, con finanziamenti riconosciuti nel bilancio dello Stato. Per tutto ciò chiediamo il tuo sostegno».

I NUMERI DEL PSC

Il Fondo sviluppo e coesione della Regione Calabria ammonta a oltre 2,5 miliardi di euro, dei quali 633 milioni sono stati già programmati dalla Regione con la delibera Cipess, con interventi a favore della prevenzione in materia idrogeologica e quasi 143 milioni di euro che verranno utilizzati per il cofinanziamento del Pr Calabria 21-27. Per il resto delle programmate saranno disponibili quasi un miliardo e 800 milioni di euro, visto che 300 milioni saranno destinati alla costruzione del Ponte sullo Stretto, in quota Calabria. Un accordo suddiviso in 10 aree tematiche tra ricerca e innovazione, energia e sistema integrato dei trasporti. Tutto il resto riguarda interventi sul sistema del trasporto stradale che impegnano poco meno 400 milioni di euro; sulla mobilità urbana integrata, 140 milioni di euro; sul trasporto marittimo e logistica, 90 milioni di euro.

PIOGGIA DI MILIONI ANNUNCIATA DA MELONI PER L’ACCORDO DI COESIONE CON LA CALABRIA

A sostegno della competitività del sistema economico sono destinati 386 milioni di euro, e per interventi nei settori industria e servizi 314 milioni di euro. Poi turismo e ospitalità, e agricoltura. All’ambiente il fondo destina 365 milioni di euro. Sulla gestione delle risorse idriche quasi 110 milioni di euro, al superamento delle emergenze legate alla gestione dei rifiuti quasi 150 milioni di euro finalizzati alla realizzazione e ammodernamento del termovalorizzatore di Gioia Tauro e alla depurazione. Una quota del 7% (122 milioni di euro) viene destinata ad interventi a favore dei Comuni per il recupero e il riuso del patrimonio infrastrutturale e strutturale storico e di rilievo culturale. Alla riqualificazione urbana di beni e strutture pubbliche è destinato un ulteriore 5% del valore Fsc (92 milioni di euro), mentre la digitalizzazione dei servizi pubblici regionali assorbe poco più del 4% (73 milioni di euro).

«Mettiamo a disposizione 2,8 miliardi – che se aggiunti agli altri – arriviamo ad un investimento complessivo di 3 miliardi. Finanzieremo 317 progetti, concentrati su poche priorità, per rispondere proprio al concetto di strategia», ha affermato la premier Giorgia Meloni.

MELONI IN CALABRIA PER L’ACCORDO DI COESIONE: «INFRASTRUTTURE PER I DIVARI»

«La priorità delle priorità che finanzieremo – ha spiegato – sono le infrastrutture. Alle infrastrutture, questo accordo dedica oltre un miliardo di euro, parliamo anche dei porti e dei 300 milioni destinati al Ponte. Molti dicono che non si farà mai, ma secondo me la parola impossibile la usa chi non ha coraggio. Io sono d’accordo con Occhiuto, c’è un solo modo per combattere i divari territoriali, creare le condizioni nelle Regioni per combattere ad armi pari.
Ci sono due modi per affrontare le problematiche del Mezzogiorno: le infrastrutture – quello giusto secondo me – e il reddito di cittadinanza, la risposta, invece, di chi considerava questi territori irrecuperabili e li manteneva in povertà. Ma questa non è la mia visione». «A chi mi accusa di dividere l’Italia dico che l’Italia è già stata divisa», ha detto la presidente del Consiglio. «La sfida è quella di mettere le Regioni nelle condizioni di dimostrare quello che valgono. Voglio colmare il divario, ma con le risposte meno facili».

IL PORTO DI GIOIA TAURO UN GIOIELLO

«Il Porto di Gioia Tauro e, non è un caso che siamo qui oggi, è un gioiello. È il nono porto europeo per traffico merci e il primo in Italia. C’è poi un’altra grande infrastruttura – che non abbiamo mai considerato – il mare e la scelta del Governo, è quella di diventare centrali nel Mediterraneo».

«Il nostro obiettivo è fare dell’Italia l’hub energetico dell’Europa. Quello che è mancato qui – ha proseguito la premier – è una strategia e la capacità di mettere questi territori nelle condizioni di competere ad armi pari. Noi l’abbiamo individuata insieme alle risorse come questo Accordo e il Pnrr. Le altre arriveranno. Ci sono le risorse per il termovalorizzatore – cofinanziandolo – per vincere la sfida sui rifiuti, su cui la Regione sta facendo un grande lavoro e la Zona economica unica del Mezzogiorno. La sfida del Governo è che tutte le regioni del Sud diventino un’unica Zes, colmando così i problemi ereditati e creando l’uguaglianza». «L’autonomia differenziata, che – ha sostenuto la premier – non funziona come qualcuno racconta, do a una regione e non ad un’altra».

«Non c’è affatto un tentativo di indebolire qualcuno rispetto ad un altro, ma semmai quello di rafforzare, consapevoli dell’enorme potenziale di territori come questo e della sua gente. Con questi elementi penso che i cittadini – in regioni come questa – non devono avere paura di niente.
Perché hanno affrontato di tutto, compresa la ‘ndrangheta. Noi la combatteremo, dimostrando che lo Stato quando ti chiede qualcosa non vuole in cambio la tua libertà come fa la criminalità organizzata. Ma lo Stato dev’esserci con risposte serie ed efficaci come quelle che stiamo tentando di dare».


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