X
<
>

Condividi:
1 minuto per la lettura

ROMA – Palloncini colorati, Alessandro Nesta e Francesco Totti e la spettacolare voce di Andrea Bocelli. E poi, anzi soprattutto, i tifosi, con un’emozione tangibile già fuori dallo stadio. Euro2020 ha dovuto attendere un anno, causa pandemia, ma la serata inaugurale nella splendida cornice dello stadio Olimpico di Roma non ha deluso le attese.

“Sarà l’Europeo della ripartenza”, hanno ripetuto istituzioni politiche e sportive negli ultimi mesi. E la ripartenza è stata carica di passione. Traffico e clacson nella zona dell’Olimpico, cori e simpatici sfottò tra tifosi italiani, naturalmente in superiorità numerica, e turchi, ben rappresentati da oltre duemila persone in curva Nord. Per entrare allo stadio file ordinate, mascherine e distanziamento con certificati alla mano.

Dentro, alle 20.30 scatta l’ora della cerimonia inaugurale, aperta dal saluto di Nesta e Totti. Un quarto d’ora che ha coinvolto gli spettatori in un’escalation di emozioni, nonostante l’annunciata assenza delle Frecce Tricolori per ragioni di sicurezza. La banda musicale della Polizia di Stato ha eseguito il brano ‘Guglielmo Tell’ di Gioacchino Rossini.

Poi i fuochi d’artificio, le bandiere delle 24 nazionali e infine l’eccezionale interpretazione di Bocelli nell’aria della “Turandot”, “Nessun dorma”, capace di unire tifosi italiani e turchi in lungo e meritato applauso.

Le note di “We Are the People”, inno ufficiale della manifestazione firmato da Martin Garrix con Bono e The Edge degli U2, hanno chiuso la cerimonia e lasciato spazio all’ingresso in campo delle squadre, sotto gli occhi del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E al fischio dell’arbitro, i cori dei tifosi, con gli “ospiti” turchi ben più rumorosi in avvio.

È tornato il pubblico, è cominciato l’Europeo, è ripartito il “vecchio” calcio dopo la pandemia.

In collaborazione con Italpress


La qualità dell'informazione è un bene assoluto, che richiede impegno, dedizione, sacrificio. Il Quotidiano del Sud è il prodotto di questo tipo di lavoro corale che ci assorbe ogni giorno con il massimo di passione e di competenza possibili.
Abbiamo un bene prezioso che difendiamo ogni giorno e che ogni giorno voi potete verificare. Questo bene prezioso si chiama libertà. Abbiamo una bandiera che non intendiamo ammainare. Questa bandiera è quella di un Mezzogiorno mai supino che reclama i diritti calpestati ma conosce e adempie ai suoi doveri.  
Contiamo su di voi per preservare questa voce libera che vuole essere la bandiera del Mezzogiorno. Che è la bandiera dell’Italia riunita.
ABBONATI AL QUOTIDIANO DEL SUD CLICCANDO QUI.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE