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Studente dell'Unical alle Vele di Scampia

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 di CIRO CORONA*

«CI riprenderemo tutto quello che ci appartiene». Un urlo profetico di denuncia e speranza che da circa quindici anni è impresso su una delle colonne dei portici della Vela gialla. Scampia, quartiere a nord di Napoli, da sempre icona mediatica del malaffare e delle periferie del mondo, capitale indiscussa del traffico di droga, dove la camorra diventa modello vincente e di fronte alla quale anche lo Stato abbassa la testa, da quindici anni prova a raccontare una storia diversa fatta di riscatto, economia, inserimento lavorativo, reti di laboratori sociali.

Riprendersi tutti quegli spazi che le Istituzioni per trent’anni hanno abbandonato e che la camorra ha conseguentemente occupato, liberarli e restituirli al territorio è la scommessa che Scampia prova a raccontare a se stessa prima di tutto e all’Italia intera. Aiuole, piazze, scuole abbandonate, veri e propri monumenti al degrado che oggi assegnati alle realtà del territorio ritrovano la loro dignità e la loro utilità sociale. Simbolo indiscusso di questa rivoluzione socio-economica-culturale è l’Officina delle Culture “Gelsomina Verde”, un istituto scolastico dismesso e abbandonato durante la faida di camorra del 2004 e del quale la camorra si è appropriata prima trasformandolo in un deposito di armi, successivamente in un ricovero abusivo per tossicodipendenti. Un bed and breakfast della camorra che trovava nella profonda miopia istituzionale un alleato fondamentale.

Una scuola di 2000 mq che finalmente nel 2012 ritrova dignità con un affidamento all’associazione (R)esistenza, la quale, senza contributi pubblici, comincia a bonificare l’intera struttura di 2000 mq coinvolgendo, in due anni, 600 volontari da ogni parte d’Italia.

Quarantacinque bidoni di siringhe, dodici camion di ingombranti e due anni di lavoro per trasformare quel luogo in una comunità alloggio per minori, un polo delle associazioni (14 al momento), una scuola di musica con tre sale prove e una sala d’incisione, un auditorium aperto al territorio, un laboratorio di teatro popolare permanente, tre laboratori di artigianato per insegnare il “mestiere” ai giovani del Quartiere e un doposcuola per cinquantacinque ragazzini di scuole elementari e medie. Attori principali del cambiamento i detenuti in affidamento all’associazione che ogni giorno si recano presso la struttura per lavori di formazione, ristrutturazione e gestione.

È proprio questo il punto rivoluzionario che l’Officina propone: coloro che da sempre son considerati un vero e proprio problema per la società, diventano risorsa, cominciano a produrre sui luoghi che la società civile ha abbandonato per decenni – nello specifico oggi si produce vino, confettura, birra artigianale, ortaggi, frutta, sculture – a generare una micro-economia sociale che ricade e coinvolge i territori, generando microcosmi di sviluppo locale che in rete con le altre realtà diventa volano di sviluppo dei territori.

Una buona prassi educativa che per molti rimane ancora utopia mentre per chi la vive è già realtà di economia sociale consolidata, da esportare su altri territori. Reinserimento lavorativo, riscatto personale e territoriale, economia sociale sembrano essere state il potente antidoto all’economia delle piazze di spaccio. È sicuramente vero che le faide, l’arresto dei capoclan, l’impegno concreto delle forze dell’ordine e di alcuni Procuratori hanno azzerato il potere economico e militare delle storiche famiglie di camorra ma la vittoria più importante la si vive sul piano culturale.

Quelle ancora mediaticamente definite Terre di Gomorra da anni son, lontane dalle telecamere e dai riflettori, le Terre dove si organizza il coraggio e si coltiva la speranza, le Terre dove l’insegnamento della storia, in una sorta di eterno ritorno nietzschiano, rigenera riscatto, difesa e attaccamento viscerale per la propria terra, sentimenti insiti nella storia della cultura della resistenza, quella che parte dai briganti, passa per i partigiani e arriva ai giorni nostri, nel cuore della capitale del grande Sud.

*presidente di Resistenza Anticamorra Scampia

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