X
<
>

Condividi:
4 minuti per la lettura

Le celebrazioni e il ricordo, commosso, in ogni angolo della Puglia. Per dire «mai più orrore e barbarie». Tante le manifestazioni celebrate ieri per la Giornata della Memoria. Momenti di riflessione per non cancellare le pagine di una storia mai dimenticata. Anche da Roma il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e la presidente del Consiglio regionale Loredana Capone (entrambi impegnati in Parlamento come grandi elettori del Capo dello Stato) hanno voluto testimoniare il ricordo.

«Una Giornata che serve non solo a non dimenticare ciò che è stato, a non seppellire nell’oblio l’orrore della Shoah, ma serve soprattutto a orientarci nel presente e a discernere azioni coerenti che possano allontanare il fantasma dell’inumano pronto a tornare, sotto altre forme, ad abitare le nostre vite, a soffocare la bella politica, a infettare la nostra socialità» le parole del governatore affidate a un post su Facebook.

«Poi c’è il resto, quello che non emerge, che non è documentato. C’è il razzismo social, più subdolo, più nascosto, che sfugge alle maglie della rete, che non balza agli onori della cronaca, ma si alimenta del mutismo selettivo, dell’indifferenza, dei “premesso che non sono razzista…”» ha aggiunto Emiliano riferendosi a tanti attacchi social che, purtroppo ancora oggi, inneggiano al razzismo e alla discriminazione.

La presidente Capone ha invece deposto una rosa bianca sulla lapide al Ghetto di Roma in ricordo della deportazione degli ebrei: «Bambini, donne, uomini, molti di quei volti ci resteranno negli occhi per sempre, gli altri, quelli di chi è riuscito a salvarsi come Liliana Segre, se ne stanno invece lì a un passo da noi per ricordarci ogni giorno che all’odio e alla vendetta si può sempre scegliere la libertà della vita».

E anche a Bari non sono mancati gli appuntamenti e le testimonianze. Nell’aula del Consiglio regionale, dove si è tenuto il seminario di studi “Dai campi di sterminio ai campi di accoglienza in Puglia. Memoria di Miriam Moskowitz” organizzato dal Consiglio, dalla Prefettura di Bari, insieme all’Istituto pugliese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea (Ipsaic), il prefetto Antonella Bellomo ha consegnato sei Medaglie d’onore alla memoria, concesse con decreto del presidente della Repubblica, ai familiari dei cittadini italiani, militari e civili deportati ed internati nei lager nazisti.

«La memoria è quel luogo dove i fatti avvengono per una seconda, una terza, una quarta volta. Grazie ai familiari di queste sei persone noi oggi abbiamo il segno tangibile di quanto accaduto, abbiamo la possibilità di dire a tutti i nostri ragazzi che questi fatti non devono più accadere» le parole del prefetto Bellomo. «La memoria è un bene prezioso per le future generazioni e per questo va alimentata, diffusa e protetta tutti i giorni dell’anno» le parole del vice presidente del Consiglio regionale Cristian Casili.

Sempre nel capoluogo due gli appuntamenti simbolo. Nel portico della chiesa di San Francesco, in via Crispi, è stata deposta una corona davanti la targa commemorativa in memoria di Giuseppe Zannini, antifascista e partigiano barese, deportato nel campo di Mauthausen. Poi nell’Aula Dalfino il sindaco Antonio Decaro, alla presenza del prefetto Bellomo, del questore Giuseppe Bisogno, del presidente del comitato provinciale dell’Anpi Pasquale Martino e della segretaria della Cgil Bari Gigia Bucci, ha deposto una corona davanti la targa commemorativa affissa nella sala consiliare in ricordo di Filippo D’Agostino, sindacalista, consigliere comunale di Bari, antifascista e medaglia d’oro al valor militare, anche lui deportato e ucciso nel lager nazista di Mauthausen.

Quest’anno il momento è ancor più significativo: ricorre il centenario dell’assedio fascista della Camera del lavoro nella città vecchia, che il sindacalista difese con Giuseppe Di Vittorio. «Ricordiamo questa giornata – ha spiegato Decaro – non per un mero esercizio retorico ma perché è giusto e doveroso che tutti continuino a conoscere quanto accaduto. Lo facciamo perché dobbiamo spiegare a tutti, soprattutto alle nuove generazioni, anche attraverso eventi come questo, cosa è accaduto in quegli anni terribili».

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE