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Il farmaco della Pfizer

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Tra i primi 41 pazienti in tutta Italia ai quali è stata somministrata la pillola anti Covid Paxlovid di Pfizer c’è anche una 25enne residente nella provincia di Bari. Il farmaco promette bene, visto che durante i test ha dimostrato una efficacia del 90% nella riduzione delle ospedalizzazioni dei pazienti fragili. Il primo trattamento domiciliare in Puglia è stato prescritto dal reparto di Malattie infettive del Policlinico barese, il farmaco è stato indicato per una donna di 25 anni affetta da linfoma di Hodgkin e risultata positiva al Covid, che proprio in ragione della sua fragilità avrebbe avuto un alto rischio di sviluppare una forma grave della malattia.

La richiesta, come previsto dal protocollo Aifa, è stata inviata dal medico di medicina generale nei primissimi giorni dall’esordio dei sintomi al centro clinico del Policlinico che ha valutato i criteri di eleggibilità della paziente. Il medico specialista ha effettuato la prescrizione sul registro Aifa e richiesto il farmaco alla farmacia dell’ospedale “Di Venere”, indicato dalla Regione Puglia come magazzino centralizzato su scala regionale.

“Finalmente – spiega la professoressa Annalisa Saracino, direttrice dell’unità operativa di Malattie infettive del Policlinico – abbiamo a disposizione una molecola che, in base alle stime dei trial previsti dalla legge, promette un’efficacia vicina al 90% nella riduzione delle ospedalizzazioni di pazienti fragili affetti da Covid. Vedremo come andrà l’impiego sul campo. Abbiamo sperimentato con buoni risultati la collaborazione con i medici di medicina generale già per la somministrazione dei monoclonali e siamo fiduciosi che anche per questa terapia domiciliare ci sia la stessa sinergia.

Questo farmaco va gestito con appropriatezza in quanto contiene una molecola, il ritonavir, che conosciamo bene per averla già usata in diverse infezioni virali: può interagire con altri farmaci e sarà quindi importante conoscere bene la storia clinica del paziente”. Il Paxlovid, così come previsto dalle determinazioni Aifa, è indicato per il trattamento di Covid-19 negli adulti che non necessitano di ossigenoterapia supplementare e che sono a maggior rischio di progressione verso forme severe. In particolare, questi medicinali sono indicati in caso di obesità, in persone affette da tumori, anche del sangue; o con insufficienza renale cronica, broncopneumopatia severa, immunodeficienza primaria o acquisita, malattia cardiovascolare grave e diabete mellito scompensato. In questi casi il medico di medicina generale o le Usca, inviano la segnalazione al centro ospedaliero.

In Italia, al 10 febbraio risultano in totale 5.348 pazienti Covid avviati al trattamento a casa con la pillola antivirale molnupiravir (Lagevrio) di Merck , 41 invece le persone alle quali è stata somministrata la pillola di Pfizer (Paxlovid). Sono i dati che emergono dal quarto report dell’Agenzia italiana del farmaco Aifa sul monitoraggio degli antivirali per la terapia di Covid-19. Lagevrio è stata prescritta in 218 strutture, Paxlovid in 29.

Dopo la crescita rilevata nei precedenti monitoraggi, in quest’ultimo le prescrizioni di Lagevrio sono in calo: dal 3 al 9 febbraio sono state 1.201, in media oltre 171 al giorno, pari al 9,22% in meno rispetto alla media giornaliera della settimana precedente (189). Il numero più alto di trattamenti avviati con la pillola di Merck dall’apertura del monitoraggio è quello del Lazio (764), mentre all’altro estremo – ferma a zero trattamenti avviati – risulta la Basilicata. Negli ultimi 7 giorni ad aver fatto più prescrizioni di Molnupiravir è stato il Lazio (215, media giornaliera +6,97%), seguito da Liguria (133, -11,33%) e Puglia (111, +14,43%).

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