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In Puglia il mercato del lavoro è cresciuto ancora anche nel primo semestre del 2022, il numero di occupati è aumentato del 6,1% sostenuto sia dai lavoratori autonomi sia da quelli dipendenti. Lo rileva l’aggiornamento congiunturale di Banca d’Italia «L’economia della Puglia” presentato ieri mattina a Bari e riportato dall’Ansa.

L’occupazione ha superato i livelli del primo semestre del 2019, nei primi otto mesi del 2022 il saldo tra attivazioni e cessazioni di contratti di lavoro alle dipendenze è stato positivo per circa 71.500 unità, in calo rispetto alle 85.700 dello stesso periodo del 2021. «Le attivazioni nette – si legge – hanno presentato nei primi mesi dell’anno un andamento simile a quello del 2021, per poi mostrare segnali di rallentamento in estate».

Il tasso di occupazione è aumentato del 48,7%, rimanendo tuttavia inferiore alla media nazionale, «soprattutto per la componente femminile, 35,3% in regione e 50,7% in Italia», evidenzia Banca d’Italia.

Il tasso di disoccupazione si è ridotto al 12%, mentre nei primi nove mesi del 2022 il numero di ore autorizzate di Cassa integrazione guadagni (Cig) è diminuito del 72%. Il calo però non ha riguardato il settore dell’industria legato alla produzione dei mezzi di trasporto (automotive).

«Nel 2022 la crescita dei consumi delle famiglie dovrebbe rallentare», evidenzia Banca Italia.

“Per quanto riguarda i livelli occupazionali – ha sottolineato il direttore della sede di Bari di Banca Italia, Sergio Magarelli – la Puglia ha fatto registrare una ripresa addirittura superiore alla media italiana. Non possiamo però ritenerci soddisfatti, se a questo dato non viene accompagnato una altrettanto adeguata partecipazione della componente femminile al mercato del lavoro. I livelli di occupazioni, in questo senso, sono ancora al di sotto del 40%. Quasi una donna su tre non è occupata».

«Questo spreco di una risorsa così importante – ha aggiunto – non può essere ritenuta una componente positiva della nostra società. L’occasione che offre il Pnrr è sicuramente importante: accompagnandolo con le riforme e una sinergia tra pubblico e privato, Stato e imprese, si potrà creare un giardino fertile e soprattutto pulito, libero dal malaffare».

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