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La Colonna mobile della Regione è arrivata a L’Aquila alle 16 di martedì portando sul posto 3 cucine da campo, in grado di fornire ciascuna oltre 1000 pasti caldi l’ora; 28 mezzi tra ambulanze, fuoristrada, mezzi pesanti e rimorchi, con sette torri faro, 15 tende, brande, gruppi elettrogeni, moduli bagno e attrezzature varie. E insieme alle attrezzature sono arrivati 85 volontari.
Dalla Calabria ha viaggiato fino all’Abruzzo anche una colonna delle Misericordie calabresi con circa 15 automezzi, una cucina da campo capace di 1500 pasti l’ora e 40 volontari. Si mobilitano pure le associazioni calabresi, come quella di protezione civile Lipambiente Onlus, con sede nazionale a Castrovillari, che ha organizzato una raccolta di vestiti nuovi e altri prodotti. Prodotti sia per adulti che per bambini, anche intimo e pannolini, salviette imbevute, latte in polvere e generi alimentari a lunga scadenza.
La raccolta si effettua nelle sedi Lipambiente di Castrovillari, Cosenza, Matera, Caloveto, Cropalati, Bocchigliero, Corigliano Calabro, Saracena e Montegiordano. Anche la Fondazione «Federica per la vita», la sede provinciale del Comitato italiano per la protezione civile e la Pro loco di Pizzo, hanno avviato una raccolta di beni non deperibili a favore della popolazione abruzzese.
I vibonesi che vogliono contribuire potranno recarsi al Terrazzino di Bivona, nei pressi della nuova piazzetta. Una raccolta di indumenti nuovi da inviare alle popolazioni colpite dal terremoto in Abruzzo sarà effettuata fino a domani a cura del coordinamento del volontariato di protezione civile del Lametino.
All’iniziativa hanno aderito la confraternita Misericordia, la parrocchia di San Francesco di Paola–Matrice–San Pancrazio, l’Agesci, il Masci, l’associazione Santissimi Pietro e Paolo, la parrocchia del Redentore, la parrocchia San Giovanni Battista di Sant’ Eufemia, la parrocchia del Rosario, la parrocchia del Carmine, l’Associazione Libera caccia.
Saranno organizzati tre centri di raccolta a Nicastro, Sambiase e Sant’Eufemia. Solidale anche la Diocesi di Cassano Ionio, che parteciperà alla colletta nazionale organizzata, per domenica 19 aprile, dalla Conferenza Episcopale Italiana a favore delle popolazioni dell’aquilano.
Anche Confindustria Cosenza si sta mobilitando per la raccolta di aiuti in favore delle popolazioni colpite dal sisma. Si tratta di donazioni di fondi da versare su un conto corrente specifico intestato e gestito da Confindustria Abruzzo e di una raccolta di viveri da convogliare presso un centro della Protezione Civile a Sulmona, a cui possono partecipare i titolari delle aziende alimentari che vogliano donare acqua, pasta, latte, pelati, biscotti, alimenti per bambini ed olio. Sul sito di Confindustria Cosenza, all’indirizzo www.confindustria.cs.it, sono disponibili i riferimenti e le modalità operative.
Alla gara di solidarietà partecipano anche i politici calabresi. Particolarmente generosi i consiglieri comunali di Reggio Calabria che devolveranno una parte della loro indennità mensile alle famiglie dei terremotati.
Inoltre, una delegazione di consiglieri ha donato il sangue presso la sede cittadina dell’Avis. La giunta comunale di Catanzaro ha poi concesso un contributo di 50mila euro a favore dell’Abruzzo. Mentre un ufficiale e quattro agenti della polizia municipale di Reggio saranno inviati per contribuire alle operazioni di soccorso.

RACCONTI & TESTIMONIANZE

La storia di Paolo Romeo, un finanziere reggino

Romeo, 39 anni è un maresciallo della Guardia di Finanza di origini reggine che lavora a Roma. E di stanza all’Aquila, da più di 10 anni, per amore.
La sua casa, al piano terra di un nuovo complesso abitativo sito in via Codalunga, dopo i primi forti scossoni inferti dal sisma, si è lesionata in più punti, scrollando sul giardino antistante calcinacci e pezzi di cornicione, ma ha resistito: “Alle 3,33 la prima scossa ci ha dato appena il tempo di capire cosa fosse successo – racconta Paolo sentito telefonicamente – Di lì a poco, con la seconda scossa, io, la mia compagna, la bimba e mia suocera ci siamo precipitati in strada, dove abbiamo atteso l’alba in macchina”.
“Impossibile mettere piede dentro – continua Paolo – i pavimenti sono disseminati di vetri e oggetti rotti. E comunque, da 3 giorni, i megafoni ci ricordano ossessivamente di non rientrare nelle case lesionate”.
Ma è difficile lasciare la propria abitazione, anche per paura degli sciacalli:
“la seconda notte ci siamo appoggiati in parte ad una tendopoli, per poi tornare ad accamparci, con la macchina, davanti casa, scongiurando ladroneggi. Ora viviamo in tendopoli in attesa di decidere dove trasferirci per un po’, aspettando l’ok per il rientro”.

Uno studente di Badolato: “Ho perso tanti amici”

Raffaele Codispoti è un giovane studente di Badolato, (nella foto in alto) di 19 anni, iscritto alla facoltà di Scienze dell’Investigazione, un giorno prima del terremoto si trovava nella cittadina abruzzese. Molti amici di Raffaele, della Consulta Giovanile, preoccupati, hanno cercato di mettersi in contatto con il loro amico, per quanto successo nella Casa dello Studente, completamente crollata provocando la morte di numerosi studenti. Ma Raffaele, dopo le prime scosse, un giorno prima, è rientrato a Badolato.
“Nel veder quei posti dove mi trovavo pochi giorni prima ho provato tanta paura, tanto dolore e molta rabbia. Parecchi studenti come me sono rimasti sotto le macerie. Ho provato una sensazione strana, qualcosa che non si può descrivere”.
Ti sei messo in contatto con i tuoi amici?
“Da subito, ho cercato di telefonare, alcuni mi hanno risposto, e piangendo mi hanno raccontato quei terribili momenti, e la paura che sicuramente si porteranno dietro per tutta la vita. Con altri non sono riuscito a contattarli, mi auguro che siano vivi, e che i quattro studenti che sono rimasti sotto le macerie possono essere salvati. Secondo me bisognava fare qualcosa di più, in quanto il terremoto è stato preceduto da centinaia di piccole scosse”.
Tu sei partito per paura del terremoto?
“Tutti gli studenti abbiamo avuto paura, infatti molti di noi, in vista delle festa della Santa Pasqua, abbiamo anticipato la partenza, e sicuramente questa decisione ci ha salvato la vita”.
Quali saranno le tue sensazioni quando ritornerai all’università?
“Non so quando, non so neanche se ritornerò, il dolore è troppo grande, per tutte le persone che sono rimaste sotto le macerie. Ho perso tanti amici, e tantissime persone che conoscevo che con noi studenti avevano un ottimo rapporto”.

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