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Il lido Kicca distrutto

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SCANZANO JONICO – La sabbia bagnata dall’abbondante pioggia, non aveva consentito alle fiamme di esprimere tutto il loro potere distruttivo, così la notte scorsa la mano criminale è tornata all’opera appiccando nuovamente il fuoco, questa volta con gli effetti devastanti che avrebbe voluto ottenere 24 ore prima. Il lido “Kicca” di Valerio Lassandro a Terzo Cavone questa volta è stato distrutto.

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Un’azione micidiale quanto strafottente, proprio mentre gli occhi e l’attenzione di tutti (forze dell’ordine comprese) erano concentrati su quel tratto di arenile della martoriata Scanzano Jonico. Una sfida aperta alle istituzioni ed alla legge, ma anche al titolare del lido, che mercoledì aveva reagito con fierezza al primo incendio, dichiarando che avrebbe ripreso subito i lavori per non dargliela vinta.

Un messaggio arrivato come la sfida lanciata ai malviventi, che da quattro giorni ormai imperversano indisturbati su questo tratto di spiaggia jonica. Domenica sera le fiamme hanno distrutto il lido “Baia delle scimmie” a sei chilometri dal Kicca, martedì sera è stata la volta di quest’ultimo; ma le pedane in legno dove è stato ritrovata traccia di liquido infiammabile, erano ricoperte dalla sabbia bagnata, quindi il rogo è stato soffocato sul nascere.

La notte scorsa, probabilmente intorno alle 3, i malviventi sono tornati per “finire il lavoro”, senza far passare troppo tempo. I primi due incendi sono stati appiccati tra le 21.30 e le 22.30, quindi in orari piuttosto rischiosi per il movimento di persone e occhi indiscreti; questa volta, però, chi ha agito si è tutelato spingendosi oltre nella notte, forse per avere maggiore campo libero e l’agio di garantirsi la riuscita del gesto. Ciò non toglie che dopo il primo episodio sarebbe stato opportuno rinforzare la sorveglianza e pattugliare meglio la zona presa di mira da questi malviventi che hanno tutte le caratteristiche del racket.

Gli effetti devastanti di questo secondo incendio hanno ridotto al silenzio Lassandro, che ieri non ha voluto commentare il gesto, mentre il giorno prima si diceva incredulo e non sapeva spiegarsi quale potesse essere il movente. Solidarietà a Lassandro è stata espressa ieri mattina anche dai titolari della Baia delle scimmie, che si sono recati sul posto e stanno cercando di rialzarsi, pensando anche a una raccolta fondi online da lanciare nei prossimi giorni.
I danni per loro ammontano a circa 70mila euro, mentre al Kicca sono in fase di accertamento. Sul fronte investigativo ancora nulla di fatto, se non la decisione (già annunciata mercoledì) di rafforzare da ieri stanotte i controlli su tutta l’area urbana di Scanzano, dove gli episodi stanno scatenando un notevole allarme sociale.

Ma chi e perché brucia i lidi di Scanzano? C’è l’ipotesi accreditata del racket, che magari vorrebbe impossessarsi delle concessioni balneari recentemente rinnovate prevalentemente ad imprenditori di fuori paese; c’è quella improbabile della concorrenza sleale, ovvero danneggiare chi potrebbe dar fastidio polarizzando gli utili del turismo estivo scanzanese. Infine c’è l’ipotesi non del tutto remota del folle piromane, che prova piacere nel far parlare di sé e dei suoi gesti distruttivi. L’anno scorso, sul vicino litorale di Pisticci fu incendiato il locale comunale della guardia medica turistica; anche in quel caso il gesto rimase impunito e senza un responsabile. Scanzano e il suo litorale, si trova a poche centinaia di metri da Pisticci.

L’allarme è forte e ci si augura che gli attentati incendiari siano finiti qui, ma è certamente in atto una sfida aperta ed arrogante alla società sana di Scanzano, alle forze dell’ordine ed alla magistratura, la quale mercoledì ha inferto un altro duro colpo alla criminalità organizzata, che gestiva lo spaccio tra la Puglia, Pisticci, Marconia e Scanzano Jonico.

“A Scanzano è in corso un attacco plateale della criminalità alla comunità e alle istituzioni”, dice il segretario generale della Cisl Basilicata, Vincenzo Cavallo. “Siamo preoccupati per la violenta escalation di questi giorni – ha aggiunto il sindacalista della Cisl lucana – che ha tutta l’aria di essere una vera e propria dichiarazione di guerra agli operatori economici del territorio e alle istituzioni democratiche.

Alla comunità di Scanzano va la solidarietà della Cisl e di tutto il mondo del lavoro lucano che non assisterà inerme a questo stillicidio di attacchi e che ha già dato un segnale chiaro nelle scorse settimane scegliendo proprio Scanzano per la manifestazione del primo maggio. Nel trentennale delle stragi di mafia (l’uccisione dei giudici Falcone e Borsellino e degli uomini e donne delle loro scorte) che segnarono anche l’inizio del riscatto civile della Sicilia – ha concluso Cavallo – lancio un appello a tutte le forze democratiche della Basilicata per dare una risposta corale e determinata e per contribuire al riscatto del Metapontino dal giogo della criminalità e del suo codice di violenza e sopraffazione”.

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