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Il Comune di Scanzano Jonico

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SCANZANO JONICO – Mentre prosegue lo strascico giudiziario ed amministrativo, per l’incandidabilità (requisito giuridico) di Mario Altieri, sindaco eletto ma non proclamato, incluso anche tra gli imprensentabili (giudizio etico-politico) della Commissione antimafia, in città continua ad evidenziarsi il braccio di ferro tra la legge e lo Stato da una parte, e gruppi di potere che avrebbero potuto utilizzare le urne per farsi valere. Il riferimento è alla questione più scottante degli ultimi mesi nella cittadina jonica: le decine di ordinanze di demolizione per opere abusive nella zona rurale “Parisi” e non solo, emesse dalla triade delle commissarie prefettizie, che amministrano dal 2019.

Una prima prova di questo braccio di ferro in atto, è nel nome del commissario nominato ieri dalla prefettura, ovvero Ermelinda Camerini, vice prefetto in quiescenza, che faceva parte proprio della “triade rosa”, che ha amministrato fino al 7 novembre scorso. Un segnale forte di continuità con la linea di rigore e risanamento di abusi ed illegittimità, che hanno costellato la storia recente di Scanzano Jonico.

Ermelinda Camerini

È di questi giorni, infatti, la determina firmata dal dirigente del settore tecnico Massimo Guerrieri, che di fatto sancisce l’aggiudicazione dell’appalto alla ditta tarantina “Ottomano ing. Carmine Srl”, per procedere alle prime demolizioni di opere abusive “in danno”. Ovvero, in presenza di un’inadempienza dei proprietari, l’ente pubblico si sostituisce per ripristinare la legalità, e poi rivalersi dei costi sull’inadempiente. Per fare ciò, il Comune ha già ricevuto un contributo del ministero delle Infrastrutture, a valere sul Fondo demolizioni (legge 205/2017) di 628mila euro per i primi 3 interventi, appaltati con gara telematica del 18 ottobre 2021 per 581mila euro.

Quindi la gestione commissariale del Comune va avanti come un treno, mentre dall’altra parte ci sono almeno 5 candidati della lista vincente, capeggiata da Mario Altieri, che sono attinti direttamente o indirettamente da provvedimenti di demolizione. Ecco perché l’argomento abusivismo e ordinanze di demolizione, è stato tra i primi trattati da Altieri già la notte di domenica, quando ormai la sua elezione era certa. L’allora sindaco eletto, ma poi non proclamato, tra le altre priorità a cui «mettere mano», sono sue testuali parole, ha indicato proprio le ordinanze di demolizione.

Un autentico vespaio per Scanzano, che come la livella di Totò ha lambito tutti, senza distinzione di partiti o appartenenze politiche, né ruoli istituzionali in essere. Persino Altieri è indirettamente interessato da un’ordinanza di demolizione.

Un argomento che, probabilmente, ha polarizzato l’interesse della comunità in modo prodigioso, perché chiunque avrebbe potuto cedere alla promessa di vedersi sanata un’opera abusiva, già oggetto di ordinanza di demolizione. A Scanzano, infatti, solo una minima parte dei destinatari ha provveduto a demolire in autonomia, ripristinando la legalità. Sono mosche bianche.

Eppure, in contrada Parisi pare fosse una prassi consolidata, quella di costruire capannoni ed altre opere senza alcuna licenza edilizia, nel sostanziale silenzio-assenso di chi avrebbe dovuto vigilare e sanzionare.

Con l’arrivo delle commissarie, dunque dello Stato e della legalità piena, si è iniziato a mettere davvero mano, ma ai tasselli fuori posto, non trascurando nessuno, compreso il villaggio turistico che presentava dei corpi di fabbrica non regolari, o un impianto di depurazione autonomo mai messo in regola. Tutto è finito sotto la lente dei funzionari dell’ufficio del Governo, ed oggi Camerini prosegue in quell’opera, che ha visto tra l’altro già l’abbattimento della villetta di proprietà del boss locale Gerardo Schettino, ritenuto a capo di un clan e oggi detenuto. Anche la figlia di Schettino, è stata destinataria di un’ordinanza di demolizione a cui non ha ottemperato nei 90 giorni, ricevendo come altri una sanzione da 20mila euro.

Poi ci sono le promesse elettorali, che per i loro risvolti suscitano un sorriso amaro. Come il caso dei tre cittadini disoccupati di Scanzano, che già lunedì mattina si sono presentati al cimitero, chiedendo al responsabile della gestione di iniziare il loro lavoro, perché sapevano che da quel giorno, senza un concorso o una regolare selezione pubblica, avrebbero potuto ottenere un posto di lavoro. Sono certamente elementi su cui aprire una profonda riflessione.

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