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Francesco Bortolan

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Nella lettera di dimissioni di Francesco Bortolan nessun accenno ai messaggi sconci. L’ex dg ha elencato, invece, i principali risultati raggiunti nei 9 mesi alla guida del dipartimento salute della Regione

«PER motivi strettamente personali, non riesco più a garantire adeguata presenza fisica in Potenza».
E’ questa la formula che compare nella lettera di dimissioni dall’incarico di direttore generale del Dipartimento salute della Regione Basilicata presentata nei giorni scorsi dall’ingegnere vicentino Francesco Bortolan. Dopo giorni di polemiche per il caso delle presunte molestie telefoniche a una funzionaria sollevato dal consigliere regionale di opposizione Massimo Zullino.

Congedandosi dal governatore Vito Bardi, che lo aveva designato per guidare il dipartimento regionale lo scorso novembre, Bortolan non ha fatto alcun riferimento ai messaggi sconci inviati alla funzionaria, e poi finiti al centro della bufera.
Si è soffermato, invece, sui risultati raggiunti in questi 9 mesi di permanenza in Basilicata.

Tra questi il primo posto assegnato alla Basilicata dal Gimbe, «riferimento nazionale in ambito di monitoraggio della performance dei sistemi sanitari», rispetto alla «crescita quanto agli adempimenti dei livelli essenziali di assistenza sanitaria».
Bortolan parla di «un risultato frutto dell’intenso lavoro svolto e che mi auguro possa contribuire a rafforzare la percezione delle buone pratiche messe in atto nel corso del suo mandato di presidente».

Poi c’è «la stesura della deliberazione numero 329 2023, approvata dalla giunta regionale in data 8 giugno, in cui sono state poste le basi per programmare con maggiore efficienza le attività di specialistica ambulatoriale al fine di pervenire a una piena omogeneità dell’offerta sanitaria presso tutta la nostra Regione, uniformando le prescrizione dei medici (specialisti ospedalieri e professionisti del territorio) facendo tra l’altro confluire i dati di offerta sanitaria di tutte le strutture private».

Poi ancora: «il completamento dell’analisi dei fabbisogni, già presentato presso la Quarta commissione consiliare in data 21 luglio, in cui si propone – per la prima volta nella nostra Regione – una chiave di lettura sulla interpretazione delle informazioni in materia delle prestazioni sanitarie di specialistica ambulatoriale erogate a tutti gli assistiti, residenti o domiciliati».

«Tale documento – spiega l’ex dg – costituisce la base di partenza per definire le linee di indirizzo della programmazione futura, in materia di erogazione di prestazioni di specialistica ambulatoriale, che sono rappresentate da un volume di circa numero 7 milioni di prestazioni e sottendono le più frequenti criticità in materia di governo del rispetto dei massimi di attesa; esso sarà la principale fonte per individuare le buone pratiche presenti in Regione e trasferirle nei territori maggiormente in difficoltà».

Un ultimo risultato raggiunto rivendicato da Bortolan attiene, infine, all’«implementazione di un sistema di contestazioni della mobilità sanitaria interregionale passiva che rende disponibile per la prima volta in Regione Basilicata un sistema di analisi della fuga interregionale che motiva una contestazione quali-quantitativa dell’attività delle altre regioni agli assistiti lucani per un valore economico di oltre 28 milioni di euro».

Sabato mattina il Quotidiano del Sud è riuscito a contattare l’ingegnere vicentino per chiedergli un commento sulle accuse rivoltegli. Al ché l’ormai ex dg ha negato con forza le molestie e qualunque tipo di prevaricazione, ammettendo soltanto una reale difficoltà a integrarsi in un contesto lavorativo, quello della Regione Basilicata, con delle logiche per molti aspetti diverse da quelle a cui lui era abituato. A partire dal modo di relazionarsi con i propri superiori e datori di lavoro.

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