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Gli uffici della Regione Basilicata

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Molestie alla Regione Basilicata, il caso dei messaggi a sfondo sessuale inviati dall’alto dirigente alla funzionaria, anche la comunicazione in tilt, nota di Merra “congelata” in attesa di Bardi

POTENZA – Il caso delle presunte molestie a una funzionaria del Dipartimento salute scuote pesantemente la Regione, già in piena pausa ferragostana, facendo emergere ulteriori e inquietanti retroscena. Dal possibile coinvolgimento di altre donne (si parla addirittura di 6 dipendenti) tra quelle vittime di pesanti “attenzioni” da parte di un alto dirigente del Dipartimento stesso a manovre dell’ufficio comunicazione regionale per “congelare” la durissima presa di posizione assunta dall’assessore alle Infrastrutture Donatella Merra (unico esponente femminile della giunta regionale) nei confronti del responsabile delle “avances” via whatsapp e di chi avrebbe saputo e omesso quanto stava accadendo.

Retroscena e indiscrezioni – emersi da un articolo pubblicato ieri da “La Nuova Basilicata”, a firma di Nino Grasso – che farebbero emergere un quadro ulteriormente triste e preoccupante di quanto si è verificato (e continuerebbe a verificarsi) nelle stanze che contano di via Verrastro.

MOLESTIE ALLA REGIONE BASILICATA, LA NOTA DI MERRA RITARDATA?

La diffusione della dura nota dell’assessore Merra – diramata il 2 agosto scorso (tre giorni dopo che la vicenda era diventata pubblica) – in cui si denunciava «un inammissibile abuso di ruolo apicale per estorcere favori e prestazioni sessuali contro una lavoratrice in posizione gerarchica subordinata» sottolineando che «abbiamo il dovere di far emergere la verità… affinché i responsabili siano immediatamente messi di fronte ai loro atti scellerati e allontanati dai loro uffici per aver vilipeso la dignità di una persona», sarebbe infatti stata “ritardata” di qualche ora. Motivo? Evitare che un componente della giunta Bardi “scavalcasse” il governatore che, sulla vicenda, non si era ancora pronunciato nonostante fossero trascorsi tre giorni e malgrado le sollecitazioni giunte prima dalla presidente della Commissione regionale pari opportunità, Margherita Perretti, e poi dalla Cgil Potenza.

Insomma, sarebbe stata proprio la presa di posizione della Merra a “costringere” il presidente della Regione, Vito Bardi, a diffondere la nota in cui annunciava di avere «immediatamente dato comunicazione agli uffici preposti di avviare l’opportuna e doverosa istruttoria in seguito alle notizie di stampa su una presunta molestia avvenuta in una direzione della Regione Basilicata» e a spiegare che «attendiamo di concludere l’iter in pochissimi giorni, così da avere un quadro chiaro e poter prendere una decisione giusta. Il rispetto delle donne è un dovere morale e personalmente un faro nella mia vita privata e professionale, un principio rispetto al quale non sono ammesse deroghe o compromessi».

Tutto ciò sempre nel silenzio dell’assessore alla Salute, Francesco Fanelli, peraltro presidente dell’Osservatorio regionale sulla violenza contro le donne e i minori. Quanto occorrerà per chiudere l’indagine interna non è dato di sapere, anche se pare che il diretto interessato abbia già messo a disposizione del governatore il proprio mandato, ma sul caso molestie si sta facendo l’ennesimo pasticcio.

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