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POTENZA – Saranno due uomini a giocarsi – sondaggi alla mano – l’elezione in Parlamento come capilista del Partito democratico lucano: il deputato uscente Vito De Filippo, e il giovane Raffaele La Regina, segretario regionale da dicembre dell’anno scorso. Ma a meno di ripensamenti non potranno contare sul sostegno dell’ex governatore Marcello Pittella, che ambiva proprio a uno di quei due posti, e  viene già indicato tra i possibili candidati rivali del terzo polo di Matteo Renzi e Carlo Calenda. E neppure sulle donne democratiche scelte come seconde in lista e per l’impresa impossibile di uno dei due collegi uninominali, Maddalena Labollita, Maura Locantore e Lucia Sileo, che hanno già notificato al Nazareno l’indisponibilità a candidature “a perdere”.

E’ un Pd dilaniato al suo interno quello che  si accinge a chiedere il voto dei lucani per il rinnovo dei 7 parlamentari che spetteranno alla Basilicata nella prossima legislatura. Alla fine di diverse settimane ad alta tensione, infatti, l’assalto alla quote rosa nelle liste in via di costruzione è andato a segno. Solo che a sferrare l’attacco decisivo non sono stati i sostenitori dell’ex governatore Pittella, che chiedevano una candidatura risarcitoria, dopo lo stop della sua corsa per il secondo mandato presidenziale a causa delle note vicende giudiziarie.

Ma le sponde romane di De Filippo, assai vicino al segretario nazionale del Pd, Enrico Letta, scelto come capolista nel collegio plurinominale del Senato, dove sondaggi alla mano si concentrano le maggiori possibilità per il Pd di conquistare 1 dei 7 seggi parlamentari da assegnare il 25 settembre (3 al Senato e 4 alla Camera). E quelle di La Regina, eletto segretario regionale a dicembre dell’anno scorso dopo aver fatto esperienza nello staff del vicesegretario nazionale  Pd, Giuseppe Provenzano, che  dovrebbe guidare la lista democratica per il collegio plurinominale della Camera.

Il primo degli strappi che si sono consumati nelle ultime ore è arrivato pochi minuti dopo la lettura, in direzione nazionale, di liste e candidature con un tweet, a caldo, di Pittella in cui parla di un «delitto perfetto». «Calpestati diritti, principi, territorio, storia e democrazia”! Nella vita ci vuole dignità! Buona fortuna». Queste le parole dell’ex governatore, sempre più vicino all’addio ai democratici al termine di quasi tre anni di convivenza da separati in casa. Parole a cui ha fatto eco anche il senatore uscente, Salvatore Margiotta («Difficile darti torto»). Poco più tardi circolava già con insistenza la voce di una candidatura di “disturbo” di Pittella come capolista al Senato del terzo polo per ostacolare l’elezione di De Filippo, a vantaggio del Movimento 5 stelle, e gettare le basi di un progetto alternativo a Pd e alleati in vista delle prossime regionali. Con l’obiettivo di giocarsela per un secondo mandato da governatore.

A rovinare la festa dei due designati, però, ieri mattina è arrivato anche il secco rifiuto della candidatura da parte della coordinatrice regionale delle Donne democratiche, Lucia Sileo, e della vice segretaria regionale, Maura Locantore, scelte da Letta come seconde in lista, rispettivamente, dietro a  De Filippo e a La Regina, e della presidente dell’assemblea regionale Maddalena Labollita, designata come candidata di coalizione per il collegio uninominale della Camera dei deputati, dove i sondaggi accreditano il centrodestra di un vantaggio crescente dopo la rottura tra il Pd e i centristi Calenda. Un “no” sdegnato, dopo tanti discorsi sulla parità di genere, che ha spinto il Nazareno a mettersi alla ricerca di almeno due sostitute, e avrebbe costretto lo stesso La Regina a chiedere aiuto ad altri due grandi sconfitti della notte di Ferragosto. In primis: l’ex senatore Carlo Chiurazzi, di Nova Siri, che aspirava a sua volta a una candidatura. E poi il capogruppo Pd in Consiglio regionale, il materano Roberto Cifarelli, che nei giorni scorsi era uscito allo scoperto sollecitando una candidatura di Pittella che gli avrebbe aperto la strada per la candidatura a governatore alle prossime elezioni regionali.

Tra le critiche piovute su liste e candidature individuate, infatti, c’è stata anche quella di una scarsa rappresentatività del territorio materano. «Apprendiamo con stupore del non rispetto della rosa approvata dalla direzione regionale del Pd Basilicata». Così nella nota a triplice firma Sileo, Locantore e Labollita è stato stigmatizzato, in particolare, il ripescaggio del nome del 29enne La Regina, che a fine luglio aveva strappato applausi nella direzione regionale del Pd chiamandosi ufficialmente fuori dai giochi per le candidature nel nome dell’unità del partito e consegnando a Letta una rosa di candidabili (4 uomini e 4 donne) in cui il suo nome non compariva. «Crediamo – hanno aggiunto Labollita, Locantore e Sileo – che il Pd abbia necessità di essere rappresentato nella sua pluralità e per il rispetto che nutriamo nei confronti della nostra comunità, comunicheremo nelle prossime ore al segretario Enrico Letta e al segretario candidato Raffaele La Regina, la nostra indisponibilità ad accettare candidature di servizio o surrogati delle stesse».

Infine l’affondo sulla violazione sostanziale del principio della parità di genere, più volte enunciato dallo stesso Letta, dato il ruolo ancillare assegnato alla componente femminile del partito lucano, riservando a due uomini le sole concrete possibilità di elezione, in quanto capilista. «Confidiamo – hanno concluso le tre candidate rinunciatarie – che altre donne democratiche, si uniscano eticamente e politicamente a difesa del nostro diritto di rappresentanza che è stato leso ed è frutto del più becero opportunismo e machismo».

Intanto, dalla capitale, è stato Letta in persona a benedire la candidatura di La Regina assieme a quella di un altro manipolo di «under 35» chiamati a svolgere il ruolo di testimonial del suo Pd.  Benedizione a cui ha replicato La Regina dicendosi onorato della richiesta di «un impegno nel portare avanti le battaglie su lavoro, ambiente, diritti e rinnovamento – al Sud vale doppio – e per avermi indicato fra i 5 giovani capilista per le politiche». Per il giovane segretario regionale, tuttavia, non si annunciano settimane facili di qui al 25 settembre. Anche se non dovesse concretizzarsi quella mozione di sfiducia di cui si parla all’interno del fronte che a dicembre dell’anno scorso lo ha spinto alla vittoria nel congresso regionale e alla conquista della segreteria.

Il primo ostacolo da superare saranno, con ogni probabilità, le elezioni del nuovo presidente della provincia di Potenza previste per il 10 settembre. Non è escluso, infatti, che sia quello il primo banco di prova di un’inedita alleanza anti Pd tra terzo polo e centrodestra. Alleanza che a 15 giorni dalle elezioni politiche potrebbe strappare al centrosinistra uno dei suoi ultimi fortini, mostrando agli elettori tutta la debolezza dell’ex partito regione. l.a.  

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