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Un'ambulanza del 118 di Catanzaro

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CATANZARO – Cercansi dirigenti medici che vogliano prestare servizio sulle ambulanze del 118 della provincia di Catanzaro come prestazioni aggiuntive e con una retribuzione di 60 euro l’ora, contro i 25 euro dei medici convenzionati che svolgono lo stesso servizio da anni e con tutte le qualifiche necessarie.

L’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro persevera nella linea di contrasto con il personale del servizio di emergenza urgenza che ha già provocato la fuga di oltre venti medici in pochi mesi, lasciando sguarnite le postazioni territoriali.

La ricerca di nuovo personale è stata avviata con la deliberazione numero 949 approvata il 19 agosto scorso con oggetto: “Integrazione deliberazione n.905 del 03/08/2021 – Avviso interno di manifestazione di interesse per la formazione di un elenco di professionisti sanitari disponibili allo svolgimento di prestazioni aggiuntive nelle postazioni territoriali del sistema di emergenza-urgenza e nei pronto soccorso dei P.O. Lamezia Terme, Soveria Mannelli e Soverato”.

In calce, barrata con una croce, anche la dicitura con la quale si «attesta che la proposta non comporta spesa né altri oneri a carico del bilancio aziendale». Un tema complesso, se si considera che la spesa per pagare i dirigenti medici per questi servizi aggiuntivi dovrà essere, comunque, effettuata.

Ma il problema più evidente è quello di un sistema di cui ormai si è detto tutto: senza programmazione, con evidenti disparità di trattamento, servizi smembrati, alcuna possibilità di garantire i livelli essenziali di assistenza visti i tanti servizi effettuati dalle ambulanze senza un medico a bordo.

La delibera indica la linea seguita dall’Asp di Catanzaro, partendo dal fatto che esiste una «carenza organica di medici dell’emergenza urgenza più volte rappresentata e mai risolta», aggiungendo che questa viene «esacerbata dalla necessità di garantire il minimo di giorni di ferie». Per questo, «bisogna garantire il pubblico servizio e non creare interruzioni di assistenza nei mesi di agosto e settembre».

La soluzione individuata è quella delle prestazioni aggiuntive per la dirigenza medica nelle postazioni del 118 e nei tre pronto soccorso citati nell’oggetto. Inoltre, si è deciso, su proposta del referente Sue 118, Cosimo Francesco Zurzolo, di «includere nella deliberazione i dirigenti medici di altri Dipartimenti che hanno acquisito, nl corso della carriera, convalidata esperienza nel servizio di emergenza-urgenza». Ovviamente, questa frase non basta per scongiurare che tra il personale che sarà prescelto con questo avviso, possano esserci anche medici che non possiedono tutti i titoli per svolgere servizio in ambulanza, a partire dall’attestato obbligatorio. Proprio come sta avvenendo da mesi.

I costi dell’operazione, previsti in delibera per agosto e settembre, sono pari a 25.000 euro e, nello specifico, con la tariffa di guardia notturna fissata a 480 euro oltre oneri e la remunerazione oraria di 60 euro. In quest’ultimo caso, come denunciato più volte dai medici convenzionati del 118, molto di più di quello che loro percepiscono dopo anni di esperienza e corsi continui, pari a 25 euro l’ora. Una somma irrisoria, a cui si aggiunge il contenzioso legato alle indennità annullate e richieste in rimborso pari a 5,50 euro l’ora.

La scelta dell’Asp, dunque, è semplice: fare fuggire i medici del 118 con più esperienza, annullando l’indennità di 5,50, per avere personale extra, non formato adeguatamente, a cui corrispondere 60 euro l’ora. Una sintesi semplice, ma efficace e che descrive chiaramente i disagi di un intero sistema.

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