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L’associazione: «Nuove istruzioni da parte dell’Inps? Ce le manda?»

IL PRIMO caso risale al 2016. Ad aprile diverse testate raccontavano la vicenda di una neomamma di Bergamo, ma originaria di Arezzo, che aveva dato alla luce quattro gemelle: Francesca, Stefania, Marcella e Giulia. Per loro, però, solo un bonus bebè, perché a quanto pare il sistema telematico dell’Inps non avrebbe permesso l’inserimento dei dati delle quattro neonate. Il caso suscitò la reazione del presidente dell’Inps Tito Boeri, che rassicurò tutti: la legge prevede un bonus per ogni nato, parti plurimi compresi.

Chi aveva denunciato il caso? Agitalia, la stessa associazione che giovedì scorso ha inviato alle redazioni calabresi una segnalazione analoga che riguardava una neomamma originaria di Roma, ma residente a Cosenza e mamma di quattro gemelle. Risalendo attraverso il nome del mittente della mail all’associazione ci si imbatte subito in un articolo del Tirreno del 2015, dal titolo poco rassicurante: Agitalia, la fabbrica delle “bufale”. Senza dubbio l’associazione appare “specialista” nel rintracciare storie curiose, per citare proprio dall’articolo del Tirreno. Di solito si tratta di presunti ritrovamenti di libretti postali o buoni ormai fuori corso, ma che l’associazione si dice certa di poter riscuotere, dietro mandato del cliente. Più pagamento di una quota di 110 euro per la pratica.

Non sono solo i buoni postali, però, ad intercettare l’interesse del pool di “specialisti” di Agitalia. Si sono dedicati parecchio anche al bonus bebè, l’assegno di natalità destinato alle famiglie con un figlio nato tra il 1° gennaio 2015 e il 31 dicembre 2017 e con un Isee non superiore a 25mila euro. Occhio a questi dati, perché sul web trovate anche storie documentate, con tanto di presenze di famiglie in tv, di parti plurimi e zero bonus. È capitato a Giarre, ad esempio, e a Avellino. In un caso i quattro gemelli erano nati pochi giorni prima che il bonus bebè scattasse, in un altro i genitori avevano un Isee superiore a 25mila euro. Dietro ai loro appelli, però, non c’era Agitalia. Abbiamo seguito, invece, lungo tutto lo Stivale i casi denunciati dall’associazione, al netto di Cosenza, e vi proponiamo il campionario, sui cui magari l’Inps potrebbe fare chiarezza.

Aprile 2016, Bergamo – Quattro gemelle, un solo bonus.

Giugno 2016, Napoli – Qui i gemelli sono cinque, tre sono nati a Reggio Calabria nel 2015, due ad Ascoli Piceno un anno dopo. La neomamma, originaria di Verona, si vedrebbe negare di nuovo il bonus “plurimo”.

Luglio 2016, Torino – La neomamma, originaria di Conegliano, ha 65 anni. Ha fatto ricorso alla fecondazione eterologa per avere un figlio, ma l’Inps le negherebbe il bonus perché pensionata.

Ottobre 2016, Palermo – La neomamma ha 14 anni, dà alla luce il piccolo Giorgio, ma quando la nonna, che di anni ne ha appena 35, si rivolge all’Inps si sente dire che la ragazza è troppo giovane e non è “censita”.

Ottobre 2017, Viareggio – Un’altra baby mamma, di appena 13 anni. Anche il suo piccolo si chiama Giorgio e anche la sua mamma (la nonna del bimbo) ha 35 anni. Bonus negato anche qui.

Ottobre 2017, Palermo – Torna il caso della mamma over. La donna ha 65 e ricorre alla fecondazione. Il bimbo arriva, ma niente bonus perché, dice la solita associazione, la donna aveva già la pensione.

AGITALIA. Sul sito dell’associazione Agitalia non si rintracciano nomi dei suoi rappresentanti, né un organigramma. Il link per scaricare lo statuto sociale rimanda ad una pagina inesistente. In calce, però, alla mail che giovedì scorso segnalava il caso della neomamma che non riusciva a farsi riconoscere dall’Inps il bonus bebé per i suoi quattro gemelli c’era il recapito di Giovanni Rossetti, che abbiamo sentito telefonicamente.

Lei saprà che alle denunce a mezzo stampa di Agitalia si tende a dare poco credito, no?

«Purtroppo ci sono testate che ci remano contro… Ma noi di solito alleghiamo tutta la documentazione».

Parliamo dei casi di bonus bebè negati che periodicamente vi trovate a denunciare. Parti gemellari, mamme troppo giovani, mamme troppe anziane…

«Sì, sì, esattamente».

Tutte vicende molto simili, quasi fotocopia. Erano uguali a volte anche i nomi di battesimo. Ma possibile che non se ne sia risolto mai neanche uno e che puntualmente l’anno dopo vi capitino casi identici? Possibile che l’Inps non abbia chiarito?

«Beh no, un paio di casi si sono risolti. Il parto plurigemellare si è risolto positivamente. Lo stesso Boeri ha detto che andava comunque corrisposto il bonus a tutti i bambini. Gli altri invece no, perché ci vuole ancora tempo, ecco…».

Scusi, ma se il presidente dell’Inps già nel 2016 aveva chiarito che il bonus bebè spetta ad ogni nato, com’è possibile che l’istituto dica ancora oggi a sue assistite che possono ottenerlo per un solo bimbo in caso di parto gemellare?

«Il problema è che comunque non è codificata la concessione del bonus per i parti plurigemellari. Quando va a inserire i dati nel portale Inps, non le consente di inserire più di un minore. L’unica soluzione – ma è una cosa che non si può fare – è presentare la domanda manualmente. On line non si può fare».

Noi abbiamo sentito l’Inps e ci dicono che non è così, ma che è possibile fare la domanda on line per tutti i gemelli.

«No, guardi, per più di un bambino no».

Le assicuro che l’Inps sostiene il contrario.

«Telematicamente dicono che si può fare?».

Sì.

«Ci risulta strano… A meno che non sia necessario fare la procedura daccapo».

Sappiamo che l’Inps ha fatto anche verifiche sulla vicenda, per chiarirla, ma dovreste fornire voi i dati della neomamma. Finora sappiamo che la donna è di Roma, ma vive a Cosenza e i bambini, secondo i codici fiscali che avete mandato, sono nati a Milano…

«Sì, infatti… Per quanto riguarda la procedura a noi risulta che sia possibile solo rifacendola e che non si può inserire più di un minore in un’unica domanda. Così ci hanno detto le mamme. Bisognerebbe inserire più domande, ma non si può. C’è un contrasto tra normative Inps».

Però, ci scusi, la legge non prevede il bonus per tutti i gemelli, come ha detto Boeri?

«In realtà né lo esclude né lo prevede. Parla genericamente di ogni nato. C’è un vuoto normativo, in passato colmato in maniera bonaria con l’intervento di Boeri».

Però le istruzioni Inps diffuse per il 2017, che si rintracciano anche sulle agenzie di stampa, ribadiscono che in caso di parto plurimo la prestazione è riconosciuta per ogni minore.

«E se magari me le manda, potrebbero essere utili anche a noi…».

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