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Mario Occhiuto

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Il senatore di Forza Italia Mario Occhiuto dopo la condanna “inaspettata” per bancarotta fraudolenta: «Sono fiducioso sull’esito finale del procedimento»

COSENZA – «Oggi la bella notizia delle dimissioni del Presidente Berlusconi che tutti attendevamo. Ieri, la brutta notizia in maniera assolutamente inaspettata ed imprevedibile, di una condanna in primo grado che ho subito per fatti risalenti alla seconda metà degli anni 2000».

Il senatore e già sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, commenta così, sui propri profili social, la notizia dell’avvenuta condanna in primo grado per bancarotta fraudolenta da parte del Tribunale di Cosenza. Una condanna che l’ex primo cittadino della città Bruzia si affretta a chiarire non essere assolutamente collegata alla sua attività politica.

«Fatti – ha chiarito Occhiuto – che nulla hanno a che vedere con la mia attività politica e che sono legati a presunti reati patrimoniali in una impresa privata da cui mi dimisi da Amministratore dodici anni fa cedendo anche le quote prima di fare il sindaco. Si tratta solo del primo grado e sono convinto che faremo valere le nostre ragioni in appello dove dimostreremo la mia assoluta buona fede e l’inesistenza dei reati contestati».

MARIO OCCHIUTO E LA CONDANNA INASPETTATA: «FATTI CHE RISALGONO A PRIMA DEL MIO IMPEGNO POLITICO»

Il senatore di Forza Italia ha ricordato come «prima del mio impegno politico come sindaco di Cosenza dal 2011 al 2021 e poi come Senatore della Repubblica, oltre a svolgere la professione di architetto, ho fondato diverse società al fine di creare sviluppo economico e occupazione in una regione fortemente disagiata qual è la Calabria. Dal 2011 poi, per far fronte al mio impegno politico, ho dismesso tutte le cariche e le partecipazione nelle Società da me fondate».

Adesso «per ragioni imprevedibili e non causate dalla mia volontà ma da atti poi dichiarati illegittimi della pubblica amministrazione, alcune di queste iniziative imprenditoriali molti anni dopo il mio abbandono hanno dismesso le attività con risvolti negativi principalmente sul mio patrimonio personale. Tant’è! Le iniziative imprenditoriali possono diventare un successo o possono anche fallire. Fallire non significa essere un fallito. Significa credere di poter cambiare le cose, mettersi in gioco per qualcosa di importante, provarci sempre e comunque».

Detto questo Mario Occhiuto ha rivendicato il percorso che lo ha portato dove è oggi, ivi compreso l’impegno imprenditoriale. «Io sono orgoglioso di quello che ho realizzato nella mia vita, e anche dei miei fallimenti, perché ho la certezza di aver operato sempre nel rispetto della legge e con l’obiettivo etico di creare sviluppo e crescita della comunità in cui vivo».

«FIDUCIA NELLA GIUSTIZIA, È SOLO IL PRIMO GRADO»

Andando nel merito della sentenza, Occhiuto ha puntualizzato che «io e il mio difensore avv. Nicola Carratelli, cui vanno i miei più sentiti ringraziamenti per il grande lavoro svolto, per la sua competenza e anche per la vicinanza e partecipazione emotiva, eravamo e siamo assolutamente convinti della totale inesistenza dei fatti contestati. Eravamo anche convinti che tutte le evidenze emerse dal processo venissero recepite e accolte dalla Corte portando, consequenzialmente, ad un giudizio di non colpevolezza. Purtroppo è andata diversamente».

Ma la sentenza non ha messo in discussione, garantisce l’ex sindaco cosentino, la fiducia della giustizia: «La mia fiducia e il mio rispetto nei confronti dell’autorità giudiziaria rimangono inalterati. Si tratta solo del primo grado, rimango fiducioso sull’esito finale del procedimento. Le difficoltà non mi hanno mai piegato ma sempre rafforzato».

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