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Le arance a Santa Severina

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“Ruba una mela e finirai in galera. Ruba un palazzo e ti faranno re” canta De Gregori alla radio e bene si addice il verso alle due notizie in cronaca del Quotidiano poste vicino l’una all’altra.

Si apprende nella prima che a Santa Severina in provincia di Crotone due uomini sono stati arrestati in flagranza di reato perché pescati in un mezzo in cui avevano riposto 240 chili di arance rubate in un fondo agricolo. I due sono stati posti agli arresti domiciliari in attesa del processo per direttissima. Le arance, dal valore di 300 euro, sono state giustamente restituite al legittimo proprietario.

Nell’altra notizia invece si legge che 4 persone si sarebbero organizzate per una truffa all’Unione europea. Si tratta di 16000 euro sequestrati dalla Polizia. I tre presunti truffatori hanno ricevuto il divieto di esercitare l’attività agricola per un anno, un quarto per 6 mesi. Sanzione bizzarra considerato che i loro terreni risultano incolti e utilizzati solo per chiedere i contributi europei.

Viene in mente un racconto di Leonardo Sciascia, che andando da giovane a perdere tempo a vedere cause di pretura assiste a due processi per contrabbando di sale. Nel primo un povero contadino viene condannato al carcere. Nel secondo un prete per un quantitativo ben maggiore viene assolto.

Chiosava l’illuminista Sciascia: “La legge è uguale per tutti. Ma non tutti gli uomini sono uguali”. Viene questo da riflettere alla vigilia del voto per il referendum sulla Giustizia in Calabria.

Regione poco giusta e con uomini non tanto uguali ma molto distratti e apatici ai cinque quesiti referendari. Anche per questo domenica andrò a votare.

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