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Anton Giulio Grande

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«Da bambino sognava di disegnare gli abiti per le bellissime soubrette protagoniste degli spettacoli del sabato sera e grazie al suo talento è riuscito a realizzare questo ambizioso progetto».

Così recita la biografia ufficiale di Anton Giulio Grande. Non aveva previsto però di diventare Commissario della Calabria Film Commission, ruolo che ha ricevuto oggi attorno alle 16.

La sua griffe veste starlette di fiction e televisione, ma come Almodovar ama i film melò americani degli anni Cinquanta. Giovane ma tante esperienze sulle spalle. Lo raggiungiamo al telefono prima della firma del contratto che ancora non ha visto e non conosce nella parte economica.

Un incarico prestigioso commissario. In successione a Giovanni Minoli. Una bella responsabilità..

«Eh una bella eredità. Un grande onore per me succedergli. Ho appena guardato le carte della sua attività. Ha fatto tanto»

I boatos di questi minuti dicono che è stato nominato su indicazione della Lega?

«Non è così. Mi ha voluto il presidente Roberto Occhiuto, sono suo amico ed estimatore da sempre. Io sono apolitico. Ha espresso favore, in verità, sulla mia nomina il deputato di Lamezia, Furgiuele. Ma anche lui mi conosce e mi stima»

Ora diranno perché uno stilista a guidare il cinema?

«Lei sa meglio di me come moda e cinema siano un binomio perfetto. Quanto la moda ha influenzato il cinema? E viceversa»

Che cinema le piace commissario?

«Il nostro cinema italiano classico. Pasolini, Visconti, De Sica. I musical americani degli anni Cinquanta e i melò di Sirk. Adoro Sorrentino (ogni anno rivedo “La grande bellezza” che è un capolavoro)».

Degli studios a Lamezia avviati da Minoli che ci dice?

«Saranno inaugurati per l’estate. Ci sono ritardi con alcuni materiali per via della guerra”.

Che cinema intende promuovere? Tra l’altro la nuova governance unisce audiovisivo e turismo..

«Una politica parallela. Un indotto di nuovo cineturismo che porti i set nei nostri splendidi borghi»

A proposito di turismo ha visto lo stand della Calabria? Che ne pensa? I criticoni da tastiera dicono che sembrava una profumeria..

«Non l’ho visto. Ma ho letto che è stato molto visitato. L’anno prossimo non mancherà il mio contributo.»

Le posso chiedere come giudica lo spot- cortometraggio di Muccino?

«Non mi piace rispondere sulle realizzazioni di altri. Io avrei fatto un lavoro sulla Calabria colta».

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