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Una operazione contro la 'ndrangheta

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REGGIO CALABRIA – Dall’intervista al New York Times (LEGGI) ad un tvmovie per la Rai. Il caso dei figli minori sottratti alle famiglie di ‘ndrangheta, ha destato scalpore e fatto il giro del mondo. La scelta del presidente del tribunale per i minori di Reggio Calabria, Roberto Di Bella, ha creato non poche reazioni, anche se lo stesso magistrato ha spiegato il senso del provvedimento in una lunga intervista pubblicata oggi sull’edizione cartacea del Quotidiano: «I nostri provvedimenti cessano quando i ragazzi compiono 18 anni d’età, e vengono adottati solo quando c’è un concreto pregiudizio», come Di Bella ha spiegato dettagliatamente anche al New York Times. Compiuti i 18 anni, infatti, raggiunta la maggiore età, cessa l’esecuzione del provvedimento, ma non la sua efficacia nel tentativo di costruire un futuro diverso per questi ragazzi: «Poi se i ragazzi vogliono restare fuori e le madri vogliono andare con loro – ha aggiunto Di Bella parlando al Quotidiano del Sud – li aiutiamo tramite i contatti con l’associazione Libera».

La proposta di legge in Parlamento

Eppure una proposta di legge che preveda l’obbligo di avviso ai Tribunali per i minori in caso di arresto, fermo, custodia cautelare o esecuzione di pena per condanna definitiva disposti nei confronti di persone che abbiano figli di età inferiore ai diciotto anni esiste, è stata presentata in Parlamento già nel gennaio 2016 e segue le linee di quanto sta attuando il presidente Roberto Di Bella.

«Questa proposta di legge – spiega la deputata del Pd Enza Bruno Bossio che l’ha presentata – è il frutto delle audizioni svoltesi durante una visita della Commissione antimafia in Calabria avvenuta tempo fa. In quella occasione, riflettendo sulla tragedia del piccolo Cocò, il bimbo di 3 anni assassinato a Cassano Ionio insieme al nonno in un agguato di mafia, è stato denunciato un grave vuoto normativo».

Allo stato attuale, infatti, qualora uno dei due genitori di figli minori d’età sia detenuto, nessun obbligo di informazione è previsto all’autorità giudiziaria minorile e ciò impedisce alla stessa di poter intervenire tempestivamente a tutela di minori i quali si trovano a correre un duplice rischio: o essere allontanati dal contesto familiare in via d’urgenza dagli operatori dei servizi senza il vaglio della magistratura, oppure essere lasciati senza alcun intervento.

In Calabria per ovviare a questo vuoto normativo, gli uffici giudiziari del distretto di Reggio Calabria hanno assunto l’autonoma iniziativa di sottoscrivere un apposito protocollo d’intesa sulla base del quale si sono impegnati ad offrire reciproche informazioni nell’interesse della tutela del minore.

«La cosa assurda è che nel frattempo la Camera, non con il mio voto, ha approvato una riforma della giustizia civile che, se verrà confermata dal Senato, smantella i tribunali per i minori», aggiunge Bruno Bossio. Un altro provvedimento che riguarda la sospensione o la decadenza dall’esercizio della responsabilità genitoriale nei riguardi di soggetti appartenenti ad associazioni per delinquere è stata presentata dalla deputata Rosanna Scopelliti (Ncd) ed è stata assegnata alla Commissione Giustizia.

Una storia per Rai Fiction

Intanto, Rai Fiction, in collaborazione con Bibifilm, sta realizzando un tvmovie sulla straordinaria esperienza del tribunale dei minori di Reggio Calabria, che da alcuni anni, con grande coraggio, ha scelto di allontanare i ragazzi di ‘ndrangheta dalle loro famiglie, per metterli in condizione di conoscere altre possibilità di vita e renderli liberi di scegliere, lontani dal contesto mafioso, il loro futuro.

La scrittura del progetto è stata affidata a Monica Zapelli e a quattro giovani autori che hanno frequentato il master di sceneggiatura presso la scuola Rai di Perugia.

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