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L'area ex Enel nel retroporto

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GIOIA TAURO – I dieci milioni di euro del Pnrr destinati alla realizzazione delle opere di urbanizzazione dell’area ex Enel contesa per anni dall’Asi all’Autorità Portuale rischiano di andare perduti. Dopo oltre 20 anni di conflitti giudiziari tra i due enti, uno dei quali finito nel Corap, la decisione della Corte di Appello di Reggio Calabria ha restituito quei quasi 100 ettari a quest’ultimo ente.

Nel recente passato, però, l’Autorità Portuale aveva progettato, richiesto e ottenuto un importante finanziamento per rendere appetibile quell’area, nella quale doveva sorgere la vecchia centrale a carbone, vecchio progetto fallito per la forte contestazione dei cittadini della Piana ma anche per l’azione giudiziaria della Procura di Palmi guidata nel 1990 da Agostino Cordova, che accertò infiltrazioni mafiose nei lavori di pre-cantiere appaltati dall’Enel.

Tutto finì in una bolla di sapone fino a quando nei primi anni 2000 con il progetto “centrale” ormai dissolto sostituito dal varo delle attività di transhipment nel vecchio porto canale, le autorità demaniali su richiesta dell’Autorità Marittima e con il parere positivo di vari ministeri, inserirono quei cento ettari di area industriale tra le competenze dell’Autorità Portuale che avvio l’iter per il riconoscimento della zona franca doganale aperta autorizzata dalla Direzione Generale delle Dogane il 1 agosto del 2003. La Zona Franca non partì mai perché nel frattempo era nata la controversia legale sulla titolarità delle aree avviata dal vecchio Consorzio Industriale.  Due enti, uno della Regione e lo Stato cominciarono a farsi la guerra a suon di carta bollata. Nel procedimento instaurato i giudici del primo grado diedero ragione all’Autorità Portuale e poi a circa 20 anni di distanza quelli dell’Appello accolsero il ricorso dell’Asi (oggi Corap).

Le conseguenze? La perdita del finanziamento del Pnrr per infra-strutturare l’area. Una beffa e una ferita che mette a rischio l’unico finanziamento del Pnrr sul porto di Gioia Tauro. Sulla vicenda è calato un silenzio strano che tanto silenzio non è, perché negli uffici della Regione sembra che di questo rischio se ne sia parlato ma non si è ancora giunti ad una fase di scelte definitive.

L’Autorità di Sistema portuale titolare del finanziamento non può avviare i lavori perché non ha la titolarità delle aree, il Corap in fase di liquidazione, non può utilizzare quei fondi. Cosa fare allora? La partita non è per nulla facile anche se tutti hanno la consapevolezza che quei fondi non possono andare perduti. La soluzione per una vicenda simile in passato è stata adottata e riguardava le aree del raccordo ferroviario, in particolare di due particelle e del gateway, entrambi oggetto di finanziamenti importanti e di controversia legale, risolta poi con la cessione ufficiale una all’Autorità Portuale ed un’altra direttamente a Rfi grazie ad un atto risolutivo tra gli enti. Accadrà la stessa cosa anche per l’area ex Enel? Allo stato nulla si sa su come si stanno muovendo in primis la Regione e il suo ente che raggruppa le vecchie Aree Industriale: il Corap.

L’unico modo per superare la sentenza emessa dai giudici della Corte di Appello di Reggio Calabria e consentire che possano essere utilizzati i soldi del Pnrr  è che il Corap, ovviamente autorizzato dalla Regione, avvii, come ha già fatto con Rfi, una fase di rilascio delle aree interessate all’Autorità di Sistema Portuale mettendo fine anche all’iter processuale prima della pronuncia sulla diatriba legale della Cassazione che potrebbe essere attivata dal ricorso avverso la sentenza della Corte di Appello reggina da parte dell’Autorità di Sistema Portuale. Un’altra possibile soluzione potrebbe essere – dicono in ambienti vicini al Corap – quella di avviare una sorta di transazione tra le parti che potrebbe prevedere la cessione dall’ente regionale a quello statale.  Ma occorre fare presto, anzi prestissimo, perché il rischio di perdere quel prezioso finanziamento non si può proprio accettare, in un momento nel quale su quell’area potrebbero essere avviati, dopo la realizzazione delle opere di urbanizzazione, importanti progetti che potrebbero l’appeal del porto.

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