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Il sindaco Maria Limardo e l'ex assessore Gaetano Pacienza

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VIBO VALENTIA – Il giorno dopo il licenziamento dell’assessore Gaetano Pacienza (il primo dell’attuale amministrazione di centrodestra, LEGGI) al palazzo municipale si respira un misto di perplessità e incredulità. D’altronde, la decisione del sindaco Maria Limardo di dare il ben servito al proprio componente della Giunta ha spiazzato un po’ tutti, in particolare il gruppo di riferimento dell’avvocato del Foro Vibonese, “Città Futura”, espressione del consigliere regionale Vito Pitaro che ieri, al Quotidiano, ha riferito di aver appreso la notizia direttamente dagli organi di stampa. E lo stesso dicasi per i consiglieri comunali caduti dalle nuvole nel momento in cui si è diffusa la notizia della pubblicazione del decreto di revoca, intorno alle 22, sull’albo pretorio online dell’Ente.

Ed è infatti il metodo assunto dal capo dell’amministrazione che non sarebbe andato a genio alla formazione politica di maggioranza la quale, a sua volta, a quanto pare, sarebbe orientata a non far mancare il sostegno al primo cittadino anche se a questo punto si trova nella situazione peggiore possibile: sì perché se da un lato continuerà ad appoggiare l’esecutivo, dall’altro dovrà trovare il modo per non scaricare o comunque screditare – anche agli occhi dell’opinione pubblica – l’operato fin qui svolto da Pacienza, figura che il gruppo aveva proposto, insieme ad una ristretta rosa, in sede di interpartitica – quando era in corso il toto-nomi per la Giunta – ma che non aveva suscitato particolare condivisione dallo stesso sindaco.

Ad ogni modo, lo scoglio era stato superato ma le distanze tra i due erano rimaste. Ed anzi, si erano acuite col passare dei mesi, complici l’intervista rilasciata al Quotidiano nella quale affermava di avere ancora la tessera del Pd (che probabilmente avrà creato un certo imbarazzo in un’amministrazione di centrodestra), le questioni relative alla Meridionale Petroli – di cui Pacienza è il legale, incarico dal quale non si è mai voluto sospendere, prestando il fianco all’opposizione che lamentava un conflitto di interessi –, lo scontro in una riunione di Giunta col segretario Domenico Scuglia (anche questa riportata in esclusiva dal Quotidiano) anche se gli stessi interessati avevano poi minimizzato, fino all’epilogo delle ultime 48 ore con la mancata presentazione di un rappresentante legale all’udienza del filone processuale di “Rinascita-Scott” del 9 novembre, il comunicato stampa del sindaco che parlava di omessa notifica (anche se la notizia della prima udienza era ben nota) salvo poi scoprire – come sembra – che la comunicazione era arrivata agli Uffici, provocando, di fatto, la furia del capo dell’esecutivo e la conseguente defenestrazione dell’assessore – che ha in carico la gestione dell’ufficio legale – nella tarda serata di ieri.

In buona sostanza, il massimo inquilino di palazzo Luigi Razza ha messo in atto una sua prerogativa: il potere di revocare la delega ad un proprio componente per un episodio che non viene definito di natura politica e questo è, probabilmente, l’unico appiglio che potrebbe consentire a “Città futura” di non creare una crisi al Comune, tant’è che lo stesso gruppo – che avrebbe dovuto riunirsi ieri pomeriggio alla presenza di Pitaro salvo poi rimandare alla giornata odierna – avrebbe ufficiosamente optato per la linea morbida non ritirando, a sua volta, l’altro assessore (Giovanni Russo, che ha la delega ai Lavori Pubblici) e Paola Cataudella (consigliera con la delega al randagismo). “Città futura” che, quindi, ha incassato il colpo e che adesso dovrà indicare un nuovo nome al primo cittadino, sempre che non rimetta a quest’ultimo la decisione.

Sindaco e consigliere regionale si sono poi incontrati ieri mattina. Un colloquio durato a lungo, ben oltre i 20 minuti. L’occasione si è presentata a margine della conferenza stampa al Consorzio di Bonifica di presentazione del progetto di una condotta irrigua, con annessa strada, che collegherà la zona Cancello Rosso con Portosalvo. Prima seduti al tavolo insieme all’assessore regionale Gallo e al presidente Piccione, i due che prima dell’incontro con i giornalisti hanno scambiato qualche breve parole, si sono successivamente appartati per discutere di quanto avvenuto appena poche ore prima. Cosa i due si siano detti nello specifico non è dato saperlo ma è altrettanto chiaro che la Limardo sia rimasta ferma sulle sue posizioni e forse neanche Pitaro – anch’egli avvocato come il primo cittadino e l’ex assessore Pacienza – ha insistito più di tanto nel far cambiare idea alla sua interlocutrice. Prova ne è che lo stesso capo dell’amministrazione, da noi intercettata successivamente a palazzo Razza, ha laconicamente affermato che «la strada è ormai tracciata», e che quanto avvenuto «non poteva portare ad una decisione diversa. Abbiamo sempre detto urbi et orbi che saremmo stati presenti nei processi di mafia, in particolar modo “Rinascita-Scott” e non essere presenti lunedì scorso alla prima udienza ha rappresentato una mancanza della nostra parola e di rispetto verso i cittadini. Non posso tollerare un simile errore», ha concluso la Limardo prima di entrare nella sua stanza. Limardo che avrebbe avviato una indagine interna per fare luce sull’accaduto.

Ulteriore prova ne è l’intenzione – almeno fino a ieri – di “Città futura” di proseguire nell’azione di sostegno dell’esecutivo espressa dallo stesso Pitaro poco prima della conferenza stampa al Consorzio di Bonifica e ribadita nel corso del vertice di ieri sera. Per ora, dunque, si continua ad andare avanti insieme ma è chiaro che – al di là delle frasi di circostanza e della bocciatura non politica dell’assessore – il percorso è quanto mai irto di ostacoli. Sempre che il primo cittadino – per come emerge sempre più insistentemente dai vari rumors – non decida di correre alle prossime regionali.

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