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Anziane per il Clima

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Anziane per il Clima, donne svizzere che hanno denunciato il proprio Paese per inadempienze sull’ambiente, una lezione su diritti e politica

In una situazione generale in cui la politica, non solo da noi è fatta di scelte del giorno dopo giorno alla ricerca spasmodica del consenso, misurato ossessivamente sui sondaggi, e di risposte a una galassia di interessi contingenti, il tema dell’ambiente non è sicuramente quello centrale dell’agenda politica.

Certo anche l’ultimo rapporto dell’Onu sul cambiamento climatico pubblicato il 20 marzo, (IPCC: Intergovernmental Panel on Climate Change), ha avuto larga eco a livello internazionale, dato che ha sottolineato l’urgenza improcrastinabile di “agire ora o sarà troppo tardi”, in considerazione del fatto che “la finestra di opportunità per garantire un futuro vivibile e sostenibile per tutti si sta rapidamente chiudendo”.

MALGRADO IL GRIDO D’ALLARME SULL’AMBIENTE LE INIZIATIVE CONCRETE SONO SCARSE

Pure, nonostante il grido di allarme lanciato in tal senso dal Segretario dell’Onu Guterres al fine di mettere in atto iniziative immediate per evitare danni irreversibili di una crisi climatica che potrebbe avere conseguenze enormi sul pianeta, la chiamata a gran voce che viene dalle Nazioni Unite, (“per accelerare in modo massiccio gli sforzi per il clima da parte di ogni paese, di ogni settore e in ogni momento”), non sembra aver molto turbato, al di là degli assensi di rito, i sonni di leader e di indirizzi di Governo in molte parti del mondo. Di fronte alle urgenze del “qui e adesso”, sul terreno della politica interna e internazionale e delle sue più immediate contingenze, l’ambiente insomma può attendere.

Il nostro mondo ha bisogno, come evidenzia Guterres, di un’azione per il clima su tutti i fronti? Questo lasciamolo alle grida dei giovani, par di capire. Da qualche tempo sembra infatti lentamente farsi strada l’assunto pregiudiziale che siano fondamentalmente i giovani a preoccuparsi per il clima e quindi, anche in forza del fatto che molti di loro nemmeno raggiungono l’età del voto, perché poi dovrebbero accelerarsi misure che non abbiano un immediato riflesso sotto il profilo elettorale e scontentino, per contro, interessi consolidati e traducibili in ben consolidati pacchetti di voti?

QUANDO LA RISPOSTA SUI DIRITTI ALLA POLITICA ARRIVA DAL BASSO E DALLE DONNE…

Ma se la tanta invocata “resilienza” a ogni livello da parte della politica si traduce spesso solo in un grido di facciata, può accadere invece che essa diventi una ferma e consapevole direttiva da parte di gruppi di cittadini che all’interno delle nostre a volte traballanti democrazie decidono di scommettere fino in fondo sulle istituzioni che li rappresentano e di chiamarle a rendere conto anche in relazione alla questione del clima, se si dà il caso addirittura percorrendo complicate vie legali.

Sono piccoli/grandi esempi di speranza che “vengono dal basso” (si sarebbe detto in altri tempi e in altro significato rispetto a quello attuale) e magari proprio laddove non ce li si aspetterebbe dato che, come mostra l’esempio che sto per dare, riguardano un’associazione di donne anziane, anzi aventi tutte un’età che deve andare oltre quella prevista per la pensione (64 anni).

ANZIANE PER IL CLIMA, LA LEZIONE SU DIRITTI E POLITICA DELLE DONNE “IN ETÀ”

Si tratta della “Associazione di donne anziane per il clima” fondata in Svizzera nel 2016 (Verein KlimaSeniorinnen Schweiz) che è balzata a fine marzo/inizio aprile all’onore di alcune anche se flebili voci mediatiche per aver chiamato in causa il loro Paese, la Svizzera appunto, di fronte alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo, proprio per inadempienze in tema di ambiente.

Le querelanti sostengono infatti che l’azione inadeguata in materia di cambiamenti climatici da parte del loro Governo comporti conseguenze che implicano una violazione dei diritti umani; i cambiamenti climatici infatti, oltre a configurarsi come la minaccia più grave per l’umanità, mettono sempre più a rischio anche i diritti a partire innanzitutto dal diritto alla vita e alla salute.

Basti pensare a periodi di siccità e di caldo estremo che scatenano crisi sanitarie e mietono ogni anno migliaia di vittime. Se le donne anziane (l’età media delle iscritte alla Associazione di cui sopra è di 73 anni) esposte ai rischi di malattie e mortalità è superiore in relazione a quello della popolazione complessiva, chi meglio di loro potrebbe darsi carico, anche a nome dei loro figli e loro nipoti, come alcune hanno sottolineato, di intraprendere una battaglia politico-istituzionale nel segno di ambiente/diritti umani nel loro Paese e fino al Consiglio d’Europa?

IL RICORDO AL CEDU CONTRO L’INATTIVITÀ DELLA SVIZZERA

Il ricorso alla CEDU è arrivato infatti ora, a conclusione di un lungo itinerario di istanze, iniziate nel 2016, che chiedevano alle autorità della Confederazione helvetica di fare di più in tema di protezione del clima, facendo presenti danni diretti alla sfera personale dei diritti. Fatte cadere nel dimenticatoio queste richieste è iniziata un’azione legale prima davanti al Tribunale amministrativo di San Gallo e poi davanti al Tribunale federale: istanze tutte respinte. Ecco allora l’azione di fronte al Consiglio d’Europa di cui la Svizzera fa parte dal 1974 e di cui ha firmato la Convenzione per i diritti dell’uomo. Inoltre la Svizzera ha ratificato gli accordi di Parigi sul clima, sottoscrivendo l’impegno a ridurre le emissioni di CO2, per il contenimento della temperatura media globale: finalità largamente inevase, quanto a provvedimenti concreti, sottolineano le ricorrenti.

Al di là di come e se possa positivamente concludersi il ricorso presentato alla CEDU, se cioè si possa arrivare in futuro a una sentenza che possa costringere Berna ad attuare effettivamente misure idonee a contrastare il cambiamento climatico, si tratta certo fin da ora di un caso molto importante che la Corte europea si ritrova ad esaminare dato che le si chiede di esprimersi per la prima volta sul tema del rapporto fra cambiamento climatico (e misure atte a contenerlo) e rispetto dei diritti umani.

DONNE IN ETÀ E LA LEZIONE PER TUTTI SU DIRITTI E POLITICA

Comunque dalla vicenda richiamata dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) venire una bella lezione a chiunque abbia a cuore una resilienza che si fa davvero azione concreta anche da parte dei cittadini che chiamano la politica e le istituzioni a rispondere delle loro responsabilità. Inoltre anche pensando ai tempi più bui della pandemia covid 19 in cui certi politici di casa nostra avrebbero voluto ghettizzare gli anziani e i vecchi, presentandoli come una sorta di zavorra da chiudere in casa, dato che i giovani, a loro avviso, avrebbero facilmente resistito al virus anche facendo le loro “normali” attività, anche questi forse un po’ di vergogna dovrebbero provarla, dato che l’idiozia non ha età e, come dimostrano le “Anziane per il clima” di cui sopra, non ha, per fortuna, età nemmeno l’impegno propositivo a favore del proprio Paese, delle generazioni future e dei diritti umani.


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