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Silvio Berlusconi

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Il Dl migranti varato dal governo Meloni per Forza Italia è un bene ma rilancia: «Da solo non è sufficiente, serve anche l’UE»

Apparentemente sembra tutto sotto controllo. Maggioranza compatta. Meloni, Salvini e Berlusconi di comune accordo. Nessuna tensione, niente divisioni. Insomma, l’Esecutivo ha una posizione corale. Eppure il caso migranti continua a scuotere il centrodestra. Le nuove misure introdotte dal governo nel Consiglio dei ministri di Cutro lasciano una serie di ferite nella coalizione dell’Esecutivo. Anche perché resta in superficie la domanda delle domande: chi ha vinto? Salvini o Meloni?

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IL DECRETO

Il Capitano leghista esterna soddisfazione, perché è stata introdotta una norma che stringe le maglie sui permessi concessi per la “protezione speciale”. Perché ci sono provvedimenti durissimi nei confronti degli scafisti e per lo snellimento delle procedure per la costituzione di nuovi centri di permanenza per i rimpatri.

Tutto questo, però, stride con la presa di posizione delle truppe leghiste di incardinare in commissione Affari costituzionali una proposta di legge che punta a reintrodurre la parte dei decreti di sicurezza Salvini del 2018.

«Noi – dice Igor Iezzi, primo firmatario della proposta di legge – facciamo il nostro lavoro di parlamentari, se il governo l’incardinamento lo ha fatto proprio sono felicissimo. Insistere serve». Quanto al decreto appena approvato, Iezzi la mette così: «Non ho ancora visto il decreto, ma nel comunicato si fa riferimento a una stretta sulla protezione speciale, era quello che volevamo».

DL MIGRANTI, FORZA ITALIA COMPATTA

E Forza Italia? Gli azzurri non hanno mai sposato le posizioni di Matteo Salvini. Non hanno sostenuto, d’altro canto, i famosi decreti sicurezza, perché all’epoca Forza Italia si trovava all’opposizione dell’Esecutivo gialloverde.

Sia come sia, un minuto dopo la fine della conferenza stampa dell’Esecutivo a Cutro, il Cavaliere ha vergato un post su Instagram di questo tenore: «Il decreto predisposto dal governo di centrodestra va nella giusta direzione».

Se questa è la premessa, poi c’è un passaggio in cui tra le righe l’ex premier sembra voler lanciare un messaggio all’inquilina di Palazzo Chigi: «Non potrà forse essere risolutivo, ma dimostra, ancora una volta, che un grande Paese democratico come il nostro deve ritrovare la capacità di organizzarsi per fermare la ormai continuativa tratta di esseri umani. Il nostro Paese può farlo ritrovando l’autorevolezza internazionale necessaria per coinvolgere tutti i Paesi dell’Unione europea nella sacrosanta difesa dei confini meridionali del nostro continente e stipulando come Ue, con tutti i Paesi africani che si affacciano sul Mediterraneo, dei trattati che li impegnino a una rigorosa sorveglianza delle loro coste per impedire le partenze dei migranti».

LA SPONDA DI MULÈ E BATTILOCCHIO

Ed è sulla stessa scia la frase scolpita davanti ai microfoni del Tg3 da parte del vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè: «Umanità e fermezza sono due parole che possono essere coniugate. Umanità significa soccorrere le persone in mare, fermezza significa avere rispetto della dignità umana e fermare le partenze dai porti d’imbarco».

E allora non è un caso se all’indomani della conferenza stampa di Cutro, l’azzurra Alessandra Battilocchio, responsabile immigrazione del movimento azzurro, si serve di queste parole: «Il presidente Berlusconi ha perfettamente sintetizzato nel suo intervento di ieri la linea, efficace e di buonsenso, che va seguita per affrontare la problematica, ormai strutturale, della gestione dei flussi migratori: umanità e fermezza devono essere alla base delle politiche in materia. Il Dl appena approvato va nella giusta direzione. Va contrastata con durezza l’immigrazione clandestina e vanno fermati i trafficanti di morte, al contempo vanno aggiornati i meccanismi di migrazione legale. Il tutto, ovviamente, in una cornice europea. Imprescindibile. Già a partire dal Consiglio europeo di fine marzo ci aspettiamo un cambio di passo da Bruxelles: responsabilità, solidarietà e oneri vanno condivisi dai 27 Stati».

TAJANI, FORZA ITALIA IL DL MIGRANTI E IL PIANO MATTEI

Gli azzurri suggeriscono di muoversi su più livelli. In particolare, ammette il vicepremier Antonio Tajani, «gli sforzi che stiamo profondendo per la questione migratoria non sono sufficienti se non saranno sostenuti da un’azione forte dell’Unione europea, ma anche delle Nazioni Unite, perché il tema è di tale vastità e gravità che serve una forte azione di tutti».

Sempre Tajani ha sottolineato che una strada possibile può essere una sorta di «piano Mattei dell’Italia per cercare di far crescere il continente africano, ma credo che serva un piano Mattei allargato, un piano Marshall europeo che permetta di investire in Africa fondi consistenti».

Il messaggio che vogliono inviare gli azzurri del Cavaliere è di questo tipo: la situazione è talmente complicata che un solo Paese non è in grado di affrontare questi fenomeni. Ragion per cui, insistono fonti azzurre, «non è sufficiente l’approccio unilaterale con un inasprimento delle misure sui migranti». Ed ecco perché non sono tutte rose e fiori all’interno dell’Esecutivo.


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