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Le grotte di Castellana polo d’attrazione dei turisti e accanto l’incontro di presentazione della iniziativa

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La tassa di soggiorno a finanziare il corso di lingue straniere. Per preparare al meglio la propria offerta turistica. C’è un pezzo di Sua Maestà Elisabetta nel futuro di Castellana Grotte. Il centro nel Sud Est Barese, noto in tutto il mondo per le sue suggestive cavità carsiche, pronto a mandare a scuola i suoi operatori turistici con corsi d’inglese. Perché dare indicazioni stradali, accogliere i turisti o scambiare semplicemente qualche chiacchiera con loro non deve essere più un tabù.

Né tantomeno una barriera comunicativa. E così l’amministrazione comunale ha deciso di investire parte della tassa di soggiorno, la quota giornaliera che ogni turista lascia durante il suo soggiorno e che, a norma di legge, gli enti locali devono utilizzare per migliorare i servizi d’accoglienza.

E, quindi, destagionalizzare l’offerta turistica. E così da settembre i tanti titolari delle attività legate al variegato mondo della ristorazione e del settore alberghiero avranno un appuntamento in più: seguire delle lezioni per apprendere le più basilari competenze linguistiche “made in London” e dintorni.

“Sono soddisfatto -del confronto costruttivo con gli operatori del settore turistico, utile a definire una linea comune nella gestione della imminente stagione estiva. Fino ad oggi tutti gli operatori hanno avuto uno spirito collaborativo e occorre che tutti continuino ad operare con coscienza e intelligenza così da ottenere il massimo risultato per la nostra città e per agevolare la definitiva ripresa di un settore, quello turistico, fra i più colpiti dalla pandemia” spiega il sindaco Francesco De Ruvo, che nei giorni scorsi ha incontrato gli operatori a Palazzo di Città illustrando il progetto.

Un progetto condiviso – sono state le stesse associazioni di categoria a rilanciare la necessità di un percorso di formazione linguistica – che vuole essere anche un’occasione per favorire una maggiore connessione fra le varie realtà turistiche cittadine.

Ma la tassa di soggiorno non si è limitata solo a questo: parte delle somme incassate sono già state utilizzate per gli eventi dell’estate e del Natale, altre invece sono state stanziate per gli appuntamenti legati ai festeggiamenti per gli 850 anni della Fondazione della Città e per la manutenzione delle strade extraurbane.

E gli operatori hanno già rilanciato la necessità di investire le prossime annualità della tassa su altri fronti come la manutenzione delle strade, sui collegamenti più veloci con bus navetta da e per le strutture, sul materiale pubblicitario cartaceo ad hoc da rintracciare sui canali social della città, oltre all’ideazione di un’app per semplificare il pagamento dell’imposta di soggiorno. Imposta che al momento è a macchio di leopardo su tutta la Puglia.

Il capoluogo Bari ad esempio non ha ancora deciso se inserirla nel prossimo bilancio di previsione. E sulla sua necessità se ne parla ormai da anni, nonostante i numeri da record (pre pandemia) dei tanti turisti che affollano le vie della città e che decidono di trascorrere almeno una notte.

Ma anche Bari ha investito di recente sulla formazione: da lunedì 7 marzo commercianti, ristoratori e semplici residenti del borgo antico frequenteranno un corso di inglese. Gratuitamente e messo a disposizione da un imprenditore locale, ormai trasferitosi da anni a Londra. Perché anche all’ombra di San Nicola prima o poi sarà possibile rispondere alla più semplice delle domande: “Do you speak English?” “Yes, I do”.

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