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L'auto sui cui è salito Michele Cilli, ripresa da una telecamera e, accanto, una foto di Michele Cilli

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Con quali modalità Michele Cilli è stato ammazzato? Qual è il movente dell’assassinio? E che ne è stato del corpo del 24enne? Gli interrogatori di garanzia ai quali, questa mattina, saranno sottoposti Dario Sarcina e Cosimo Damiano Borraccino consentiranno agli inquirenti di acquisire nuovi elementi utili a sbrogliare la matassa della tragica uccisione del ragazzo, avvenuta la notte tra sabato 15 e domenica 16 gennaio con ogni probabilità all’interno di un garage di Barletta.

Sempre che i due soggetti, entrambi di 34 anni, non scelgano di avvalersi della facoltà di non rispondere alle domande che saranno rivolte loro nel carcere di Trani, dove sono stati rinchiusi alle prime luci dell’alba di martedì con le accuse rispettivamente di omicidio volontario (per Sarcina), di favoreggiamento (per Borraccino) e occultamento di cadavere in concorso (per entrambi). Gli inquirenti intendono verificare anche la consistenza della pista del delitto su commissione per un presunto “torto” che Cilli avrebbe in qualche modo compiuto ai danni di qualche esponente di un’organizzazione dedita allo spaccio di stupefacenti.

I dissapori tra la vittima e l’individuo accusato di averlo ucciso costituiscono un indizio noto alle forze dell’ordine fin dall’apertura del fascicolo sulla scomparsa del giovane, ora modificato in ben altra ipotesi di reato dal corso dagli eventi. L’ordinanza di custodia cautelare eseguita nei confronti di Sarcina e Borraccino ha indicato senza mezzi termini il sussistere di un «evidente clima omertoso» che è risultato di ostacolo per l’attività investigativa, nonostante il quale «gli indizi raccolti, chiaramente univoci e concordanti, si rilevano di numero considerevole ma soprattutto si dimostrano convergenti nel focalizzarsi sugli indagati».

Anna Lucia Altamura, giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, proverà ad ottenere dai due un racconto quanto più dettagliato di come siano andate le cose quella notte. Le immagini di varie telecamere di videosorveglianza (del locale “Portobello”, di altri esercizi commerciali e di abitazioni che si affacciano sul lungomare, delle zone residenziali attigue al garage in cui è stata avvistata la Golf nera con targa tedesca guidata da Sarcina) hanno consentito di tessere una tela probatoria credibile e l’ausilio dei tabulati telefonici, oltre che riscontri gps dei movimenti delle auto nelle disponibilità dei due indagati hanno confermato il coinvolgimento di entrambi nelle dinamiche relative alla sparizione di Cilli.

Il ritrovamento di alcune tracce biologiche (sangue sul clacson, componenti pilifere sui sedili) nella vettura condotta da Sarcina sembrerebbe dare ulteriore sostanza alla tesi accusatoria. Resta da comprendere esattamente quello che è successo all’interno della Golf nera, e poi nel garage: le ferite riportate da Sarcina, tali da costringerlo alle cure ospedaliere a Foggia, lascerebbero intendere l’evolversi di una colluttazione nella quale la vittima avrebbe provato a difendersi, finendo per soccombere.

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