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Smuovere le coscienze. Sfondare le barriere di un omertoso ed inquietante silenzio. Arginare il pericolo dell’oblio.
La fiaccolata che nel tardo pomeriggio di oggi, intorno alle 19, richiamerà centinaia di cittadini barlettani intorno alla famiglia di Michele Cilli nel Parco dell’Umanità, porterà con sé l’immagine potente e simbolica delle luci riaccese su un caso che, con il trascorrere dei giorni, ha perso inesorabilmente l’energia dei riflettori che solo i media e l’opinione pubblica sono in grado di sprigionare.

Il Quotidiano del Sud ha deciso dal giorno della scomparsa di continuare a seguire la vicenda, con ogni probabilità dai risvolti tragici, di un ragazzo di 24 anni e della sua famiglia dedicandole tutti i giorni uno spazio nel quale sottolineare, giorno dopo giorno, le eventuali novità.

Un monito ideale, volto a far sì che si mantenesse alta l’attenzione sulla scomparsa del giovane, svanito nel nulla esattamente un mese fa dopo aver trascorso un sabato sera come tanti, in compagnia degli amici, all’interno di uno dei tanti locali della movida nel centro di Barletta.

L’iniziativa pubblica promossa dai familiari del 24enne ha una duplice finalità: ribadire l’esigenza che le indagini proseguano a tutto campo, con il massimo impegno in termini di uomini e di mezzi da parte delle forze dell’ordine; sollevare i rimorsi di chi sa qualcosa, di chi è a conoscenza di circostanze e dettagli utili all’inchiesta ma non ha ancora parlato. Tutto è fermo all’1,30 della notte tra sabato 15 e domenica 16 gennaio scorsi, quando Michele Cilli è stato visto per l’ultima volta, prima all’interno del pub Portobello di piazza 13 febbraio 1503, quindi all’esterno.

È ormai appurato come il ragazzo abbia lasciato il locale in compagnia di un 34enne suo conoscente, con precedenti, conducente della famigerata Golf nera con targa tedesca a bordo della quale potrebbe essere salito.
Cosa possa essere avvenuto dal momento in cui Michele Cilli è uscito dal Portobello è oggetto di una complessa attività investigativa.
Un mese di ricerche in lungo e in largo per l’agro barlettano, specie in contrada Fiumara, ha restituito solo indizi, talvolta poco decifrabili e così contradditori tra loro da indurre al sospetto di uno o più tentativi di depistaggi.

Maria Comitangelo, la madre dello scomparso, ha rivolto in questi giorni diversi appelli struggenti, chiedendo di poter dare almeno un degno funerale a suo figlio e porre fine all’angoscia, per vivere il suo dolore nella riservatezza che si deve rispettosamente a lei come ai suoi familiari. E’ di poche ore fa la richiesta di incontro al presidente della Regione Emiliano con un post su Facebook, poi rimosso.

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