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Il lametino Luigi Strangis, vincitore di Amici

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CANTAUTORE, musicista e polistrumentista, Luigi Strangis è il vincitore dell’ultima edizione di Amici (LEGGI). Ma soprattutto è un calabrese doc. Lo abbiamo visto alla chitarra, alle percussioni, al pianoforte e al contrabbasso. Sempre diverso e mai scontato.

Si è cimentato in cover di canzoni che hanno fatto la storia della musica ma anche nei suoi brani che scrive, compone e arrangia. Il 3 giugno finalmente uscirà “Strangis”, il suo primo ep, su etichetta 21co e distribuito da Artist First. Ep di debutto per Luigi Strangis.

Che cosa rappresenta per lei?

«Rappresenta me e la mia personalità. A me piace sempre cambiare genere e cambiare stile ma soprattutto mi piace la libertà d’espressione. Questo è un po’ il pensiero che vi è racchiuso».

Come mai ha deciso di chiamarlo con il suo cognome?

«Un po’ per onorare anche la mia famiglia e mio padre che mi ha sempre sostenuto sin da bambino».

C’è una canzone di questo ep alla quale è più legato?

«Sicuramente “Tienimi stanotte”, non perché è l’ultimo singolo ma perché ha una magia particolare. Ogni volta che la canto mi emoziono, riesce a farmi staccare un po’ dalla realtà e a volte ne sento il bisogno».

GUARDA IL VIDEO: Luigi vince Amici, gioia incontenibile in piazza a Lamezia

Tutto arriva dopo la vittoria ad Amici. Se lo aspettava o ci sperava solamente?

«Ci speravo e basta. Siamo anche scaramantici noi calabresi. In realtà mi godevo il momento, non pensavo ad altro, a quello che poteva accadere dopo».

Ha un ricordo particolare di questi mesi nella scuola di Amici?

«Sicuramente tutti i confronti con Maria (De Filippi; ndr) che mi hanno aiutato ad aprirmi, a parlare un po’ di me, a lasciarmi andare e non nascondermi. Ma anche cantare “Muro” sul tetto, per la cultura rock cantare sul tetto è qualcosa di meraviglioso. Ho tantissimi ricordi, sono 8 mesi di ricordi, un pezzo di vita».

Ad Amici ricordiamo tutti la sua improvvisazione con Alex Britti.

«Ecco, questo è un altro bellissimo ricordo».

Britti è rimasto molto colpito dalla sua bravura. Vi siete sentiti dopo la vittoria del talent?

«Purtroppo no, ho avuto poco tempo, sto facendo un sacco di cose ma spero ci sia l’opportunità di sentirlo».

La Calabria intera l’ha sempre sostenuta ad Amici, in particolare la sua Lamezia Terme. Basti pensare alle migliaia di persone in piazza a seguire la finale e festeggiare per la sua vittoria. Quanto è importante per lei la sua regione?

«Direi tantissimo. E poi a Lamezia, ho visto pochissime volte un calore come quello del giorno della vittoria in piazza. Quindi per me è un onore tutto questo perché sento tanto calore, che percepivo già guardando i video di quella sera. Un calore immenso di una città che ho vissuto e che amo».

È già tornato a casa?

«Sono tornato ma per pochissimo tempo. È stato strano, rivedere le persone, i familiari dopo 8 mesi ma è stato bellissimo».

La prima cosa che ha fatto rientrato a casa?

«Ho abbracciato papà».

Restando in Calabria, c’è qualcuno che la paragona a un piccolo Brunori. Cosa ne pensa? Le piacerebbe collaborare con lui?

«Dario Brunori è una persona che stimo un sacco, lo ascolto da quando ha iniziato e spero di conoscerlo presto. È perciò un complimento quello che mi dicono. Anche se spero di trovare la mia identità. Per questo vorrei prima affrontare il mio percorso da solo per poi arrivare alle collaborazioni. Sicuramente sarei onorato di collaborare con lui».

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È prevista una tournée e magari una tappa in Calabria?

«Ci sono un po’ di cose in cantiere ma non spoilero nulla».

Ci possiamo sperare?

«Certo!».

Sui social Rudy Zerby le ha scritto che aspetta gli occhiali che gli aveva promesso. Quando avverrà questa consegna?

«Appena ci sarà modo di vederci glieli darò subito (ride; ndr)».

Non sarà difficile separarsi da quegli occhiali?

«Tanto difficile. Anche perché non ne ho una copia, tutte le volte che li ho indossati, anche a Lamezia, erano sempre gli stessi».

Tra l’altro ha lanciato una vera e propria moda.

«La cosa assurda è che tutto non è nato da una moda. Li ho visti, mi sono piaciuti e ho iniziato a indossarli ma senza pensare che a qualcun altro potessero piacere. Anzi, addirittura qualcuno mi diceva che erano proprio brutti. Ma io, come sempre, ho fatto ciò che ho voluto».

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