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Arnaldo Lomuti e Angelo Chiorazzo

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POTENZA – Non una ma due coalizioni di centrosinistra, accomunate dalla voglia, sulla carta, di scansare il centrodestra dalla guida della Regione, ma anche da una profonda crisi interna. Mentre si avvicinano le elezioni regionali di inizio 2024.
E’ questa la scena offerta, in Basilicata, dalle forze politiche che vanno da Sinistra Italiana a Italia viva a meno di una settimana dal debutto, al Seminario maggiore di Potenza, del fronte civico-cattolico, e poi del “campo giusto” a guida Movimento 5 stelle, riunito nel salotto di uno storico dirigente dei Verdi come Giovanni Mossuto.

Coi primi, che sostengono la candidatura a governatore del re delle coop bianche lucane, Angelo Chiorazzo, alle prese con i mal di pancia di un altro dei loro potenziali candidati alla guida della Regione, l’ex direttore dellAsp Lorenzo Bochicchio. E i secondi squassati dai sospetti di subalternità ai due principali oppositori alla candidatura di Chiorazzo del “vecchio” centrosinistra. Vale a dire l’ex governatore Marcello Pittella e l’ex senatore Pd, Salvatore Margiotta.

A evidenziare la freddezza all’interno degli stessi civici-cattolici di Basilicata casa comune rispetto all’ipotesi di una candidatura dell’imprenditore di Senise è stato Bochicchio in persona.

L’ex dg dell’Asp è intervenuto, in particolare, per smentire il contenuto di un articolo apparso sul quotidiano digitale “Cronache lucane”, che dava per raggiunto un accordo tra lui e il fondatore di Auxilium. Una smentita che conferma, in realtà, le tensioni già emerse e raccontate dal Quotidiano del Sud a fine agosto. Quando Bochicchio disertò la seconda riunione del comitato costituente, a Policoro, di Basilicata casa comune.

Nel “campo giusto” a guida 5 stelle, invece, è stato il coordinatore regionale nonché deputato Arnaldo Lomuti a rompere il silenzio, per la seconda volta nel giro di pochi giorni, replicando all’accusa di aver tradito il leader nazionale del Movimento, Giuseppe Conte mossagli dalla testata d’informazione locale più vicina al vicepresidente del Potenza calcio Chiorazzo, la Nuova del Sud del patron dei rossoblù Donato Macchia. Tradimento che si sarebbe consumato davanti al servizio da caffé di casa Mossuto il giorno dopo la retromarcia annunciata dallo stesso Lomuti, per effetto delle trattative in corso tra i vertici nazionali dei partiti, sul veto già espresso in precedenza rispetto a una candidatura a governatore del re delle coop.

«Continua a sorprendere – ha dichiarato Lomuti in un post sulla sua bacheca Facebook – la creatività di talune interpretazioni giornalistiche, si spera disinteressate. Il M5s non ha posto veti pregiudiziali e antepone le idee ai nomi».
«Questo, però – ha aggiunto il deputato venosino -, non deve consentire ad altri di mettere veti alla discussione politica. Tradotto: non dobbiamo chiedere permessi a chicchessia per discutere e impostare quella dialettica politica necessaria e che alla quale, evidentemente, altri pare abbiano abdicato».

Un riferimento inequivocabile, quest’ultimo, al Partito democratico, e alle settimane trascorse senza una convocazione del “tavolo del centrosinistra”. Lomuti ha denunciato anche il tentativo di dividere il Movimento, al cui interno – in realtà – le prime divisioni sono già emerse in maniera alquanto “naturale”. Infine ha ribadito il metodo 5 stelle, la «partecipazione dal basso».
Replicando ad alcuni commenti al suo post, il coordinatore regionale dei pentastellati ha rassicurato anche chi gli chiedeva di Pittella, spiegando che i «nomi» dei candidati governatori verranno sottoposti alla «base».

Nei prossimi giorni, ad ogni modo, dovrebbe tornare a riunirsi il “tavolo” del centrosinistra unico, per capire se ci sono ancora i margini, o meno, per evitare la spaccatura. A quel punto potrebbe finalmente aprirsi anche la discussione sul candidato governatore destinato a rappresentare la sintesi, e il garante delle varie forze in campo.

Al riguardo ieri si è registrata l’adesione dei due consiglieri regionali ex leghisti di Basilicata oltre, Massimo Zullino e Giovanni Vizziello, alla proposta del Partito socialista di indire elezioni primarie.

I sostenitori di Chiorazzo, però, continuano a temere un accordo, con la conferma della “cessione” della guida della coalizione al civismo-cattolico, sì, ma nella persona di Bochicchio. Un nome, quest’ultimo, che sarebbe molto più gradito a Pittella e Margiotta del “loro” candidato, forte della benedizione, di suo, dell’ex ministro della Salute Roberto Speranza.

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