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Il presidente del Consiglio comunale di Matera Francesco Salvatore

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MATERA – «No a chiudere il Movimento 5 stelle in recinti prestabiliti». «Un’apertura chiara per cercare un’intesa di coalizione che vede proprio nel M5S un ruolo leader». «Con una scelta che cada su un esponente civico con esperienza nella cooperazione».

Sono queste in sintesi alcune delle indicazioni che Francesco Salvatore presidente del Consiglio comunale di Matera, esponente del M5S dà in vista delle Regionali con un messaggio che sembra andare nella direzione evidentemente di una coalizione il più ampio possibile e risponde favorevolmente anche all’identikit di Chiorazzo come possibile candidato alla presidenza della Regione.

Salvatore parla anche “di un modello Matera” che “è l’unico modello che si può contrapporre davvero al centrodestra”. Una presa di posizione che evidentemente affronta quelli che sono i temi caldi della politica regionale in prospettiva delle prossime elezioni e che delinea anche la volontà di scelta del Movimento 5 stelle ancora alla ricerca di una posizione unitaria.

Da esponente del M5S a Matera come vede le scelte che si è chiamati a fare a livello regionale, ci sono varie opzioni e la tentazione di andare da soli. La condivide?

«Le prossime Regionali saranno un banco di prova importante per tutta le forze politiche della Basilicata. Il Movimento 5 Stelle ha una grande responsabilità, è senza ombra di dubbio l’unica componente politica che può mettere sul tavolo iniziative che tengono conto delle esigenze dei cittadini e non esigenze di posizionamento di nomi più o meno già consumati in ruoli di governo. Il “Modello Matera” è a ragion veduta un modello politico vincente per cui va favorito ancora per provare a generare un asse di governo politicamente allineato che va dai Comuni alla Regione passando per le Province».

In un sondaggio di Emg dei giorni scorsi il M5S pare ancora il primo partito del centrosinistra col 17%. Cosa vuol dire questa leadership e cosa la può mettere a rischio?

«Il Movimento 5 Stelle in Basilicata è una componente politica che ha un grande riconoscimento per la capacità di ascolto e di interpretazione dei bisogni della gente. Questo dato va utilizzato evitando di andarsi a confinare in recinti prestabiliti solo per il gusto di contrapposizione a chi oggi governa. La leadership che il Movimento deve assumersi sta nella proposta di aggregazione in un’area moderata costruita su temi concreti e di facile lettura da parte dell’elettorato: una nuova sanità che tenga realmente conto della struttura territoriale della Regione, ma che allo stesso tempo interagisca con un piano di sviluppo delle infrastrutture di collegamento e di una idea concreta di crescita della capacità di accoglienza per via del modello culturale che da oltre 10 anni si sta perseguendo».

Ritiene davvero possibile immaginare un allargamento e la creazione di una coalizione che comprenda anche il Pd? Ed eventualmente anche Azione viste le posizioni storiche assunte verso il Partito Democratico e verso l’esponente di punta di Azione cioè l’ex governatore Pittella?

«E’ innegabile, in 10 anni di Movimento di protesta e contestazione, si è passati nel tritacarne tutti quanti vivevano l’esperienza di governo. E’ quanto, da amministratori della città di Matera, stiamo vivendo in prima persona. La coalizione che immagino per le prossime regionali, ribadisco, si costruisce non sui nomi ma sui programmi. Sicuramente ci sono sigle e partiti che per le proprie sensibilità saranno chiamati a fare una scelta più semplice, altri dovranno confrontarsi con nuovi progetti. Io non parlerei di una coalizione di centrosinistra, ma bensì di un nuovo progetto di coalizione moderata e del buon governo, dove ogni componente dovrà, prima di tutto, portare al voto una proposta pulita e spendibile agli occhi dell’elettorato».

L’esperienza comunale di Matera che ha vissuto in prima persona cosa può portare in termini politici alle scelte che dovranno essere compiute? A Matera, ad esempio, il Pd è decisamente all’opposizione e Azione su posizioni diverse legate alle scelte dell’ultima campagna elettorale.

«Il Modello Matera è certamente l’unico modello politico che si può realmente contrapporre all’attuale governo di centrodestra. Esattamente per i motivi a cui facevo riferimento. E’ un modello basato su temi e programmi e non sui nomi. Chi oggi è all’opposizione del governo Bennardi, al netto delle componenti di centrodestra, lo è perchè si è visto scalzare dalle postazioni decisionali. Ho personalmente, e continuo ancora oggi da Presidente del Consiglio Comunale, cercato e favorito il dialogo con e tra tutte le forze politiche presenti in Consiglio. C’è una grande intelligenza politica nell’assise materana molte volte frenata ed ostacolata da “segretari” o capetti che provano gli ultimi colpi di coda prima di terminare la carriera venendo dimenticati dalla Città. Sono certo che appena il tavolo per le Regionali si costituirà molto cambierà anche a Matera».

Quali sono le “condizioni inderogabili” secondo lei per un’intesa allargata nel centrosinistra?

«Indubbiamente sarà necessario costruire la coalizione, di sensibilità moderata, rispettando i valori cardini del Movimento 5 Stelle, quindi candidati che siano espressione della società civile e che allo stesso tempo siano riconoscibili come esempi di legalità, operosità e partecipazione attiva alla vita sociale della Regione. Una grande sfida sarà quella di intercettare donne e uomini che vengano da esperienze di crescita con impatto sulla Lucania».

Quali sono le caratteristiche di un candidato alla presidenza della Regione Basilicata che dovrà avere il consenso del M5S?

«Candidata o candidato che sia, dovrà essere libero dai condizionamenti di una politica che ha mal governato la Basilicata negli ultimi decenni. Una persona pulita, che sappia comunicare con semplicità i programmi e le idee, perchè dovrà essere capace di raggiungere quella parte di elettorato che oggi affolla l’area dell’astensionismo. Esempio di ascolto perchè non c’è nulla da inventarsi ma solo comprendere le reali necessità».

Dell’ipotesi che salti l’accordo con il Pd con Chiorazzo candidato presidente, lei cosa ne pensa?

«Chiunque punterà a far saltare un accordo di coalizione si assumerà la responsabilità di lasciare la Basilicata al governo delle destre. La legge elettorale impone scelte precise, almeno fino a quando non si riuscirà a dare alla Basilicata un governo regionale degno della storia e della cultura dei popoli lucani».

La città di Matera e la sua provincia reclamano da decenni un proprio presidente. E’ convinto sia arrivato il momento di proporlo ed esprimerlo? Chi potrebbe essere?

«La Città di Matera, la sua Provincia, ma la Basilicata tutta hanno il dovere di reclamare al governo regionale persone capaci di fare scelte che consentano di recuperare un ruolo da protagonisti nelle politiche di crescita del mezzogiorno d’Italia e d’Europa. La nostra Regione è un elemento importantissimo nel rapporto con l’area del Mediterraneo e deve ritagliarsi spazi di politica attiva, perchè è in questa area geografica che si gioca la partita della crescita economica e sociale dei prossimi anni».

Lei è convinto che il M5S debba esprimere il candidato governatore? E meglio un civico o un politico?

«Il Movimento 5 Stelle deve essere pronto a mettere a disposizione idee, donne e uomini in funzione della nuova esperienza moderata e democratica. Deve assumersi un ruolo di garanzia rispetto ai valori della legalità e della partecipazione democratica. Sicuramente un nome proveniente dalla società civile, con una esperienza nella cooperazione riconosciuta a livello nazionale, può rappresentare una giusta mediazione rispetto alle velleità degli aderenti ai partiti classici della politica locale, magari già consumati dal tempo e da scelte del passato».

Dall’altra parte nel centrodestra Bardi sembrerebbe aver ritrovato vigore anche dai numeri di quest’ultimo sondaggio. Come vede la possibilità di una ricandidatura?

«Le candidature calate dall’alto, per me, rappresentato sempre una sconfitta per la cultura locale. La scelta dell’attuale Presidente non ha riguardato la situazione sociale della Basilicata ma una spartizione territoriale fatta probabilmente a Roma se non ad Arcore. I sondaggi attuali si basano sull’emotività del momento e sull’alleggerimento di qualche “bolletta”. Con le prossime elezioni regionali i lucani saranno chiamati a scegliere chi dovrà governare la regione oltre il PNRR. La sanità territoriale, una nuova idea di infrastrutture, il ruolo dell’università, la filiera agroalimentare, sono argomenti troppo importanti per ricondurli al ballottaggio tra uno o due nomi. Il movimento 5 Stelle sono certo lavorerà affinché la scelta del prossimo governatore sia consapevole ed abbia lo stampo lucano».

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