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MONTESANO SULLA MARCELLANA – Una bara bianca coperta da rose rosse. Le mani di familiari e amici hanno potuto accarezzare solo così la loro Dora. Un ultimo doloroso saluto a una ragazza, di appena 30 anni, partita piena di speranze e allegria, tornata a casa senza vita.


Arenabianca, la frazione di Montesano sulla Marcellana nella quale Dora Lagreca è nata e cresciuta, è stretta nel suo dolore. Davanti alla chiesa di Santa Maria di Loreto – troppo piccola per contenere tutti – c’è una folla immensa. Sono familiari, amici, persone che Dora l’hanno conosciuta, abbracciata, amata. Che piangono ora quel sorriso perduto, un’allegria e una vitalità che non possono stare chiusi in una bara bianca.


Dolore e incredulità sono i sentimenti che accompagnano quanti vogliono abbracciare i genitori e la sorella di Dora. Incredulità soprattutto. Perché davanti alla chiesa nella quale Dora tante volte sarà entrata, nessuno, proprio nessuno crede all’ipotesi del suicidio. Quanto raccontato dal fidanzato, Antonio Capasso, con lei la sera della tragedia in quella mansarda a Parco Aurora a Potenza, non è neppure preso in considerazione. Dora la conoscevano: una ragazza così allegra, bella, con un lavoro appena trovato: perché avrebbe dovuto togliersi la vita? Per tutti, in questo piccolo comune che nella giornata di ieri ha proclamato il lutto cittadino, Antonio è colpevole. O quantomeno non racconta tutta la verità.


La piazza davanti alla chiesa, in onore di Dora, si veste di bianco: bianche le rose che tutti tengono in mano, bianchi i palloncini che vengono librati in cielo per salutare quella bara per l’ultima volta. Applausi e lacrime accompagnano il suo passaggio, tra tutti sale solo una richiesta: giustizia per Dora.
“Mandaci una cartolina, una ridente foto di te”, scrivono gli amici su uno striscione lì vicino. E accanto quel volto sorridente, incorniciato dai lunghi capelli neri.


Commosso visibilmente anche il parroco della piccola comunità, don Ferdinando Barra, che ha officiato la funzione insieme a don Donato Ciro Varuzza. Aspetta la bara all’ingresso della chiesa, poi nell’omelia ricorda le parole della nonna di Dora a lui riferite nei giorni precedenti: «Mia nipote anche dopo la morte aveva il volto con un’espressione serena».


«La morte è già lacerante – ha continuato don Ferdinando – non si può immaginare quando è improvvisa e tragica come quella di Dora. La donna è amore, non sopporta sudditanza. E Dora questo amore lo ha incarnato in pieno nella sua vita, coniugandolo con una grande autonomia».
Alla funzione anche il primo cittadino, Giuseppe Rinaldi, che ribadisce quello che ha sostenuto dal primo momento: «Ci sembra molto strano che Dora possa aver compiuto un gesto estremo decidendo di farla finita».


«Indipendente, libera, piena di energia vitale – la ricorda Rinaldi – buona con tutti, educata e sempre disponibile. La nostra comunità perde i fiori più belli quando perde i suoi giovani e, come in questo caso, troppo presto e ingiustamente. La nostra comunità vuole solo la verità, per offrire dignità in primis a Dora e poi alla sua famiglia».


E mentre un’intera comunità accompagna fino alla sua ultima dimora Dora, a Potenza restano i tanti dubbi su quanto accaduto nella notte tra venerdì e sabato scorso. Unico testimone quel fidanzato che a Montesano sulla Marcellana tutti descrivono come troppo geloso e possessivo.
E spuntano, dalle chat di Dora con le amiche, messaggi e audio che raccontano di una relazione davvero piuttosto tormentata. I due, che stavano insieme da circa dieci mesi, sembra si fossero già lasciati diverse volte. Poi tornavano insieme e sembravano felici. Come anche quell’ultima sera, quando gli amici – è l’una di notte passata – li fotografano mentre si scambiano un bacio appassionato.


Ma Dora alle amiche parla di «amore tossico», di litigi continui. «Mi sono lasciata, da lunedì non ci parliamo più – dice in un audio che risale a fine settembre – Troppe cose sono successe. Stiamo litigando di più rispetto a prima. Prima cedevamo. Mi dice brutte parole e ora, rispetto a prima, non cedo e ci scontriamo. Lui usa brutte parole, anche se non c’è stato tradimento, non può fare così».

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