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Il santino elettorale di Maria Luisa Brosio

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VIBO VALENTIA – «Ho risposto ad un annuncio di lavoro di Facebook. Ho mandato la mia candidatura alla Gesfor e nel giro di pochi giorni sono stata ricontattata. Poi, nei primi giorni di agosto, ho sostenuto un colloquio da remoto con personale dell’agenzia e verso la fine del mese mi è stato comunicato l’esito positivo della selezione».

Maria Luisa Brosio, avvocato, già sindaco di Parghelia, è uno dei sei assistenti amministrativi che l’agenzia interinale Gesfor di Pozzuoli ha reclutato per conto dell’Asp di Vibo Valentia per un incarico con inquadramento contrattuale nella categoria C.

Una procedura al centro dell’attenzione per via di un iter a dir poco travagliato, che ha visto la società napoletana procedere all’annullamento di una prima selezione “inficiata” da sospette ingerenze politiche. Selezione che aveva già oltrepassato la fase dei colloqui, svoltisi nei primi giorni di luglio, e che aveva anche individuato i “vincitori” di un contratto part-time per 12 mesi negli uffici di via Dante Alighieri. Tutto annullato, con due degli aspiranti profili amministrativi selezionati in quella prima fase che, da queste colonne, lamentano però di non essere stati più tenuti in considerazione.

Dunque la nuova selezione è andata a buon fine e sei nuovi assistenti anziché i cinque inizialmente previsti hanno preso servizio all’Asp il primo settembre. La mossa della Gesfor, pensata per fugare i dubbi di intromissioni politiche, rischia però di alimentarne di nuove.

Maria Luisa Brosio è il caso più eclatante. L’ex amministratore è infatti attualmente candidata alla Regione nella lista di Fratelli d’Italia. Lei, evidentemente, respinge ogni illazione.

«Io ho preso parte ad una selezione di un’agenzia privata e con loro ho poi stipulato un contratto. Il mio rapporto di lavoro – mi spiega prima di partecipare ad un incontro elettorale a Vibo – non è con la Pubblica amministrazione ma con la Gesfor». Dunque, per la professionista, non si pone alcun elemento di incompatibilità.

«Ho sostenuto un colloquio trasparente basato sulle mie conoscenze di natura amministrativa e informatica, ho fatto presenti i miei titoli e le mie esperienze, non vedo dove siano le ingerenze politiche». E alla domanda se si metterà in aspettativa per il periodo elettorale, risponde: «Sono una semplice assistente amministrativa, non ho poteri decisionali, non vedo dunque perché dovrei farlo. Specie perché, come ho detto, il mio rapporto non è con l’Asp ma con la Gesfor».

Legittimo che una candidata al Consiglio regionale, da libera cittadina e da professionista in possesso dei titoli richiesti, partecipi ad una selezione per un posto in un ente pubblico. Altra questione è l’opportunità della scelta, specie considerando quanto la procedura in questione sia stata “chiacchierata” proprio su tale fronte. Ed è difficile pensare che anche le motivazioni addotte dall’ex sindaco di Parghelia possano rassicurare chi, invece, da quella procedura si è visto escludere senza troppi complimenti.

Lo certificano le domande che Ylenia Pugliese, una delle candidate ritenute idonee e poi escluse pone pubblicamente. «Se le nuove selezioni sono state svolte con regolarità perché non ci è stato comunicato l’annullamento della prima selezione? Perché la Gesfor non ha pubblicato sul proprio sito l’avvio di una nuova procedura a cui poter eventualmente ricandidarsi? Perché sulle prime selezioni alcuni esponenti politici hanno sentito il bisogno di assicurarsi che tutto si sia svolto con regolarità e trasparenza, con gravissime illazioni sui candidati, e per le seconde selezioni non hanno speso mezza parola, nonostante siamo vicinissimi alle elezioni regionali? Eppure sono avvenute nel silenzio più assoluto, sarebbe stato un ottimo spunto per la campagna elettorale. Che siano state soddisfatte le loro richieste?».

E aggiunge: «Per fugare ogni dubbio si potrebbero conoscere i nominativi dei neoassunti così da verificare i loro titoli ed escludere ogni collegamento politico. Ma non credo avverrà facilmente. Ovviamente questo non andrebbe comunque a giustificare la mancata stipula del contratto a seguito di un annullamento di procedura che non è stato portato a conoscenza dei diretti interessati, tra cui la sottoscritta». Domande e dubbi che facciamo nostri. In attesa, speriamo non vana, di risposte.

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