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La sede Asp di Vibo Valentia

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UNA procedura che sta creando non pochi malumori e che rischia di trasformarsi nell’ennesimo boccone avvelenato potenzialmente foriero di ricorsi e contestazioni. È quella intrapresa dall’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia per l’individuazione di cinque figure amministrative, ascrivibili alla categoria C del Ccnl, per un periodo di 12 mesi, ed espletata attraverso la piattaforma Consip/Mepa con il ricorso ad agenzie per il lavoro interinale.

A giudicare «incomprensibile» tale scelta sono in particolare gli storici tirocinanti dell’Asp vibonese, specie i 30 che posseggono un profilo amministrativo e che si ritengono più che idonei a rispondere a quelle “esigenze temporanee e/o eccezionali” che vengono esplicitamente richiamate nell’avviso.

Ad aggiudicarsi l’appalto per la somministrazione del lavoro è stata la società Gesfor che ha presentato un’offerta più vantaggiosa rispetto all’unica altra società che ha risposto al’avviso formulato dal commissario straordinario Maria Pompea Bernardi.

L’agenzia, lamentano però i tirocinanti, nella selezione dei candidati avrebbe attinto esclusivamente all’esterno dell’azienda non tenendo nella dovuta considerazione le professionalità già in servizio, seppur in regime di precariato. Ma c’è di più. Sulla procedura aleggia il sospetto che i candidati già ricevuti a colloquio per la selezione – il cui esito è atteso ad ore -, abbiano dalla loro parte sponsor politici.

Tanto che nelle chat dei tirocinanti circolano da giorni le foto dei nuovi potenziali lavoratori mentre vengono addirittura scortati nella sede di via Dante Alighieri dai loro “padrini”. Si tratta di esponenti, a livello comunale e regionale, dell’attuale maggioranza di centrodestra che guida la Cittadella di Germaneto e dei quali si dice siano ormai di casa nell’Asp vibonese.

Che sia una coincidenza sono pochi a crederlo e il fatto che anche le rappresentanze sindacali di categoria del pubblico impiego, solitamente loquaci – pur invitate ad esprimersi da chi scrive – sulla vicenda in questione mantengano il più stretto riserbo, lascia adito a qualche dubbio.

«Sarà perché i tirocinanti non interessano a nessuno» si lascia andare uno dei precari storici dell’azienda che chiede di mantenere l’anonimato.

«Siamo molto delusi e arrabbiati con l’Asp per come è stata gestita questa procedura – aggiunge -. Ricorrere ad un’agenzia interinale per selezionare figure esterne, vuol dire privarci dell’ennesima opportunità, nonostante il lavoro che prestiamo da anni senza essere minimamente riconosciuti come vere e proprie figure professionali».

E in effetti poteva essere l’occasione per gratificare le professionalità interne, sebbene si tratti di un’assunzione a tempo determinato, per 12 mesi e per cinque figure, per un monte orario complessivo di 9.360 ore.

All’Asp costerà 186.920,17 euro (di cui 184.612,51 quale costo totale e 2.307,66 quale utile per l’agenzia di somministrazione). L’impegno graverà sui bilanci 2020 e 2021 per un importo di oltre 93mila euro ad annualità.

Nel 2020, con commissario Giuseppe Giuliano, il ricorso alla formula della somministrazione di lavoro esterno venne bloccato sul nascere dal parere contrario dell’organismo di verifica amministrativa che sancì il principio della priorità per le figure intranee all’azienda.

I profili ricercati erano identici a quelli richiesti ora dalla Bernardi che, al contrario di Giuliano, sulla sua strada non ha trovato alcun intralcio. Anzi, avrebbe guadagnato (per usare una metafora ciclistica) diversi gregari interessati.

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