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La sede dell'Asp di Vibo

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VIBO VALENTIA – Non si placano le polemiche sulla gestione della selezione di cinque figure amministrative di categoria C – per un incarico di 12 mesi – che l’Asp di Vibo Valentia ha affidato ad un’agenzia interinale di Pozzuoli, la Gesfor Srl.

La vicenda, come si ricorderà, ha destato non pochi malumori e ingenerato il sospetto che le selezioni abbiano potuto risentire di interferenze politiche. Circostanza che, dopo le denunce de il Quotidiano del Sud, hanno convinto la società napoletana ad avviare un’indagine interna e ad annullare in toto la prima selezione avvenuta nei primi giorni di luglio. Il tutto a colloqui già effettuati e, almeno in due casi documentati, dopo che ai candidati prescelti era già stato comunicato l’esito positivo dello stesso colloquio.

La nuova selezione, avvenuta il primo settembre, è stata regolarmente espletata e l’agenzia ha selezionato sei figure, una in più rispetto all’avviso (tre uomini e tre donne, ufficialmente per garantire la parità di genere), che hanno già preso servizio all’Asp.

A nessuno di candidati precedentemente chiamati a colloquio, tuttavia, sarebbe stato comunicato l’annullamento della prima selezione di luglio. E chi nel frattempo, dopo l’invito a presentare i documenti, attendeva solo di firmare il contratto ed entrare in servizio è rimasto con un pugno di mosche.

È il caso di Alessandro Tripodi, 30enne di Portosalvo, la cui denuncia abbiamo raccolto nei giorni scorsi da queste colonne. Ma Alessandro non è stato il solo a trovarsi in questa incresciosa posizione. Ad un’altra candidata, Ylenia Pugliese, giovane mamma di San Calogero, è infatti toccata la stessa sorte.

«Io come Alessandro, il ragazzo protagonista dell’articolo – ha raccontato Ylenia -, avrei dovuto iniziare a lavorare presso l’Asp di Vibo dal 2 agosto scorso. Prima la selezione per titoli, poi il colloquio con tre dirigenti e infine la richiesta documenti per la stipula del contratto. Tutto nella massima trasparenza. Sembrava un po’ strano eh…. infatti, da un giorno all’altro tutto bloccato, l’agenzia non risponde, l’Asp non dà comunicazioni».

Quindi l’amara scoperta proprio leggendo la denuncia del “compagno di sventura”. «Solo ieri – afferma Ylenia – scopro che sono state fatte nuove selezioni, nuovi colloqui e si è proceduto all’assunzione non di cinque ma di ben sei persone, addirittura un posto in più di quelli originariamente previsti. Tutto in tempi record, con un iter e con nomi su cui è calato il silenzio, d’improvviso su queste assunzioni non c’era più nulla da dire».

Quindi l’accusa si fa più esplicita. «Io qualcosa la dico, scusandomi con chi ancora cerca di fare le cose per bene: la politica calabrese fa schifo, il sistema calabrese fa schifo, semplicemente perché divora il futuro dei giovani meritevoli e lo dà in mano agli amici, semplicemente perché prende tutti i tuoi studi e i tuoi sacrifici e li calpesta, semplicemente perché non ti dà alternative se non fare i bagagli e cercare altrove quello che avresti meritato qui».

Ylenia, laureata in Giurisprudenza con voti altissimi, si definisce sfiduciata e non nasconde l’amarezza per un’occasione sfumata sulla quale aveva puntato per mettere a frutto quelle competenze acquisite con merito e sacrifici. Occasione svanita, quella di poter contare su tali qualità, anche per la Pubblica amministrazione che in questa vicenda sta perdendo anche un’altra grande opportunità: quella di fare un’operazione trasparenza per fugare i tanti dubbi sulla possibilità che la procedura possa aver dato adito a interferenze politiche.

Sul punto l’Asp preferisce non pronunciarsi e demanda ogni responsabilità all’agenzia esterna che ha curato la selezione. Il soggetto privato, interpellato, fa anche peggio: si trincera dietro il silenzio affidando il compito di parlare con la stampa a impiegati che come un disco rotto ripetono: “i responsabili sono in riunione/hanno l’interno occupato/non sono in sede”.

Ma di questa vicenda, c’è da giurarci, si parlerà ancora.

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