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AVELLINO- Continua l’agonia del Centro Sportivo di via De Gasperi, rimasto senza un gestore dopo lo sgombero della Polisportiva, società legata al gruppo Cesaro, che dal 2002 aveva gestito l’impianto natatorio in regime di project financing, poi oggetto di una rescissione contrattuale avviata dal Comune di Avellino in luogo di una interdittiva antimafia che ne comprometteva il prosieguo dell’attività.

Un iter amministrativo avviato all’epoca della gestione commissariale, portato a compimento dall’amministrazione Festa quando lo scorso ottobre furono apposti i sigilli alla struttura, di fatto sfrattando la Polisportiva. Al netto di una serie di ricorsi il cui esito è ancora da definire al giudizio finale, la squadra di governo del sindaco Gianluca Festa si è trovata davanti un’altra grana relativa alla mancata individuazione di un nuovo gestore dell’impianto.

Anche in questo caso la manifestazione d’interesse per aprire la nuova fase gestionale fu avviata dal Commissario Giuseppe Priolo, con la pubblicazione di un avviso pubblico per la concessione del servizio ad una nuova società sportiva, per un canone annuo di 300mila euro per almeno 5 anni ( rinnovabili) e un valore complessivo dell’affaire di 3 milioni circa. Dei sei potenziali acquirenti la spuntò il Country Sport Avellino rappresentato da Dino Scozzafava, salvo poi rinunciare a proseguire la trattativa con la presentazione materiale dell’offerta economica, a causa- ufficialmente- di un iter amministrativo partito oltre due anni fa, ma che si stava portando a compimento in piena emergenza covid.

Con i centri sportivi chiusi, un mercato generale bloccato, per Scozzafava l’investimento iniziale prospettato non era più adeguato alle nuove condizioni economiche determinate dall’emergenza. Era lo scorso novembre, ma l’amministrazione comunale non si perse d’animo annunciando la successiva e immediata predisposizione di una nuova manifestazione d’interesse che, inevitabilmente, si basasse su un prezzo d’asta inferiore a quello precedente. Il settore comunale patrimonio, rappresentato dall’assessore Stefano Luongo, starebbe lavorando ad una proposta economica di non più di 250mila euro annui rispetto ai 300mila del primo bando, per poi pubblicane uno nuovo aperta a tutte le società interessate. In sette mesi però, cioè dalla rinuncia di Scozzafava ad oggi, dagli uffici comunali pare non essersi mosso nulla, dunque è verosimile immaginare che passeranno anche i mesi estivi, prima che l’amministrazione metta seriamente mano al una nuova fase della Piscina Comunale. Se anche per assurdo, la nuova manifestazione d’interesse dovesse essere pubblicata domani, tra i tempi materiali della ricezione delle nuove offerte, espletamento della gara e aggiudicazione, comunque l’impianto non potrebbe riaprire prima del prossimo autunno, in pratica ad un anno esatto dalla chiusura “di forza”.

Pare che l’attendismo degli uffici sia da legare alla conclusione dell’iter giudiziario con i Cesaro, nonostante in prima battuta il Tar ha dato ragione al Comune, nelle cui more però non è avvenuta l’entrata in possesso di suoli e struttura. Sullo sfondo si aspetta anche che Palazzo di città porti a compimento l’iter per il riconoscimento dei 2,5 milioni che il Credito sportivo vanta in solido per il mutuo contratto all’epoca dell’apertura del centro sportivo con la formula del project in capo allo Polisportiva. L’amministrazione è orientata a non fare alcuna opposizione verso l’ultimo decreto ingiuntivo, tanto che nel piano di riequilibro finanziario pluriennale è stata appostata la cifra da riconoscere all’Istituto con la formula di debito fuori bilancio. In questi mesi gli uffici avrebbero avanzato anche una proposta di accordo transattivo con la Polisportiva, rinunciando di fatto all’azione di opposizione.

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